Velinairlines

Dopo annunci clamorosi sul miracolo berlusconiano di Alitalia, la cordata alla vaccinara si è ritirata. Alitalia è sul fallimento, la CAI (la nuova Alitalia) è morta prima di nascere. D’altronde, Nomen omen: una compagnia neonata NON PUO’ chiamarsi come il guaire di un cane azzoppato. “Colpa dei sindacati” – accusa Mr B; “Colpa di Berlusconi” – accusa la CGIL; “Colpa di mia nonna” – aggiungo io tanto per il gusto di sparare cazzate. E così, l’ombra del malefico investitore straniero ritorna come unica soluzione possibile. Ma per fortuna, l’italianità è ancora difesa con orgoglio da un altro baluardo della nostra società: LE VELINE. Ieri sono state elette le nuove, e sono ENTRAMBE ITALIANE – per una volta, non abbiamo rubato braccia al mercato delle badanti est-europee. E la cordata alla vaccinara ha già trasferito i fondi dall’Alitalia alle sedute di chirurgia estetica delle neo-Veline.

Vive l’Italie!

Giacchio-nove

Giacchio-nove

Giacchio-nove

“Una cosa positiva c’è, non ci sono più zanzare”.

E’ questa la frase centrale del libro che ho appena terminato – “Ghiaccio-nove” di Kurt Vonnegut (1963).

TRAMA: La storia di un giornalista che – nell’intento di scrivere cosa stessero facendo diversi personaggi illustri il giorno dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima – s’imbatte nella famiglia dell’inventore della bomba stessa. Una famiglia in possesso di un’arma ben più potente della bomba H. Un potere che ognuno di loro avrà utilizzato in maniera differente, senza alcun rimorso. Il giornalista si ritroverà nella magnifica isola della Repubblica di San Lorenzo, dove tra scene spassose, fanatici di una religione basata su un libro di un certo Bakonon (l’incipit del libro è: “Tutte le verità che sto per dirvi sono spudorate menzogne”) ed esplosioni atomiche si consuma il finale poco atteso.

MIA PERSONALISSIMA INTERPRETAZIONE: Vonnegut critica fortemente la ricerca dell’aldilà o comunque di un aldifuori noi stessi; per cui, si abbatte contro qualsiasi pratica volta alla ricerca di qualcos’altro. Religioni, guerre, armi, scienza, nazionalismo, politica…sono tutti strumenti che assolvono questo insensato scopo. L’unica soluzione che lui intravede, infatti, è il ritorno all’uomo.

L’unica certezza è che nulla abbia un vero senso. Lo dimostra il titolo del libro in inglese “The Cat’s Cradle” – la cesta del gatto. Un gioco con cui il padre della bomba atomica si trastullava davanti ai suoi bambini. Ero un semplice intreccio di fili creato con le mani, che niente aveva a che vedere con un “cesta del gatto”. Perchè non c’era nè cesto, nè gatto. Era l’uomo a vederci qualcosa, perchè è l’uomo a creare senso dove il senso non esiste.

Grande Vonnegut.

Chi è il ministro che sta più sul cazzo? Risultati del sondaggio

Dopo una settimana dall’inizio del sondaggio “Vota il ministro che ti sta sul cazzo”, ecco la classifica dei votanti passati in questo balordo blog:

Carfagna
33%
La Russa 13%
Brunetta 9%
Calderoli 9%
Tremonti 9%
Alfano 9%
Gelmini 6%
Maroni 2%
Zaia 2%
Bondi 2%
Bossi 2%
Rotondi 2%
Vito 2%

Vedendo la Carfagna al primo posto, posso pensare a quattro tipi di lettori del mio blog.

1. Sono puttane incazzate per il suo ddl anti-prostituzione;

2. Sono gay che non hanno sopportato il mancato patrocinio del gay pride;

3. Sono showgirls invidiose perchè loro hanno rimediato solo una televendita andando coi potenti;

4. Maniaci sessuali che la vorrebbero DAVVERO sul cazzo;

Minchia, Puttane, Gay, Showgirls…ci mancano solo i nani, e il mio blog somiglia al vecchio PSI.

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