Diritto di trombare

E’ un attacco alla democrazia bello e buono; non è possibile che in Italia accadano ancora certe violazioni dei diritti inalienabili dell’uomo. Certo, votiamo Berlusconi e abbiamo una soubrette come ministro delle Pari Opportunità, però non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Ma non avevamo un articolo della costituzione che garantisce il diritto d’espressione a chiunque? Mi sembra di si, visto il proliferare di blog senza senso su argomenti totalmente insulsi (mi includo nella lista). Eppure, l’altro giorno sono stato vittima di un sopruso a dir poco vomitevole.

Vado dall’elettrauto per farmi ricaricare la batteria dell’auto e ne approfitto per chiedergli di cambiarmi anche la trombetta del clacson che si è sfondata per via di tremende lezioni sonore che impartisco la mattina ai conducenti romani (=imbranati, lenti, mosci). Lui mi dice “No problem, sono 120euro”. CENTOVENTI EURO? DUECENTOQUARANTAMILA LIRE? Per cosa? Per avere la libertà di esprimermi anche in automobile? Ma cazzo, se è un diritto garantito dalla costitutuzione, perchè non me la finanzia lo stato la trombetta? Cioè, abbiamo contributi statali sui pannelli solari (mai sentito del diritto a catturare fotoni) o sui decoder del digitale terrestre (mai sentito il diritto di contribuire alla ricchezza del fratello di Berlusconi), ma non sulla fottuta trombetta del clacson?

Eh no! Non ci sto! Dico al simpatico Giovanni (il mio elettrauto) che non pagherò una sola lira per esercitare un mio diritto costituzionalmente garantito. Lui mi guarda attonito e dice: “Se voi, te prendo un clacsonE alo scasso – te viene a ffà 30 euro”. Sono indignato: io non voglio un diritto di seconda mano – ne voglio uno nuovo di zecca. Ma capisco anche che Giovanni non è la corte costituzionale e mi limito a farmi ricaricare la batteria.

Mi rimane l’amaro in boca (leggi, mi sto ancora mangiando il cazzo). Mi sento leso come essere umano/giustiziere delle strade romane. Senza le mie strombazzate, questa città è ormai entrata nel caos più totale. Ed io assisto impotente al declino della circolazione urbana.

Che tragedia la democrazia italiana.

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