Dopo diversi articoli che ne parlavano come la rivelazione cinematografica del natale francese, ho convinto l’amore mio e mia suocera a vedere “BABY LOVE”. A Roma, solo tre cinema lo proiettavano (ottimo segno!), il film ha il titolo di una delle canzoni di Diana Ross che adoro di più (ottimissimo segno!), ed in più è prodotto in Francia (sempre meglio). Insomma, aveva tutte le carte in regola per piacermi.
Arrivati al cinema, mi rendo subito conto della platea: COPPIE GAY ultratrentenni, con la voglia di farsi un cagnolino oppure un bimbo per abbattere la noia della quotidianità. C’era solo una coppia di eterosessuali, ma lei ogni tre secondi decantava le sue doti di tollerenza e civiltà: “cazzo vuole ‘sto rottoinculo? Un figlio?”. Tant’è che mi sono chiesto se avesse letto la trama, o se fosse entrata al cinema per caso pensando che in tutti proiettassero per default NATALE A RIO.
La trama è semplice (ricalca leggermente THE NEXT BEST THING con Madonna e Rupert Everett): un uomo gay, disposto a tutto pur di avere un figlio, convince un’immigrata clandestina ad affittargli l’utero. Si scoprirà che la donna era in realtà innamorata e nutriva speranze ben più concrete. Il finale è un happy ending alla europea, ovvero: hai la netta percezione che sia finita bene, ma mica ne sei tanto sicuro.
La recitazione è decisamente ottima (soprattutto della protagonista femminile), la sceneggiatura è tintenggiata da tratti tragicomici, anche se il montaggio non è esattamente incalzante (ad un certo punto, volevo dormire, ma non l’ho fatto solo per orgoglio gay).
Un bel film, non foss’altro perchè fa discutere sulla tematica senza barricarsi in ideologismi e guardando in faccia alla realtà delle questione. Consiglio di vederlo al caro Ratzinger, che oggi è stato categorico: “E’ Dio che decide chi è uomo, o chi è donna”. Magari gli viene un colpo e ce ne liberiamo.
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