Spinto alla riflessione (volano paroloni) da un’amica feisbukiana, vorrei parlare di un argomento serio: la crisi.
Premessa d’obbligo: mi reputo fortunato solo perchè posso parlarne senza averne la paura di stare in mezzo ad una strada domani. La serenità di poter parlare di un dramma come questo la si ha solo quando il culo è bello sistemato e protetto dalla merda. E non lo nego.
Succo del discorso: nella crisi l’umanità si polarizza in due tipi, chi c’ha il culo parato (ha un lavoro) e chi non ce l’ha. Posso solo intuire il dramma di questi ultimi, perchè non ne ho fatto mai parte (sono stato fortunato, ovvero meritevole al momento giusto e nel posto giusto); ma posso sicuramente parlare dei primi.
Chi ha il culetto bello riparato dalla merda (o quantomeno, più degli altri) ha una serie di DOVERI MORALI e di parole chiave da ricordare sempre:
- LAMENTELA: Eliminarla e trasformarla in critica costruttiva;
- INNOV-AZIONE: agire per il nuovo è un dictat;
- TEAMING: prendere coscienza di non essere da solo (e rinunciare al protagonismo stile tronista di Uomini&Donne) e chiedere il supporto di tutti;
- INFLUENZARE: avere una visione personale e convincere gli altri della sua validità:
- AIUTARE: chi ne ha bisogno;
- SERENITA’: derivante dal privilegio di non dover pensare a “come lo compro il pranzo oggi?”
So benissimo che tutto questo suona molto a mix psichedelico di aziendalismo, cattolicesimo di borgata e corso di motivazione in allegato a Donna Moderna. Però, ragazzi, non c’è altro da fare, è così.
La crisi è come la crisalide (pensa te, condividono persino la radice!): è il punto di partenza verso un nuovo inizio ancora più spettacolare e sfavillante. Lottiamo per diventare una farfalla stupenda!
ps scusate il tono poco sarcastico, però sentivo l’esigenza di dire una cosa serie ‘na volta tanto!!!
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