E così ci siamo persi anche Renato.
Ad un congresso del pdl a Cortina d’Ampezzo, il mini-ministro ha tuonato dall’alto del suo metro e trenta contro l’elite “di merda” della sinistra, alla quale augura vivacemente di andare a “morire ammazzata”. Singolare il pulpito da cui ha deciso di mandare il messaggio al “suo popolo”: la comunissima e poverissima Cortina. Dove, si sa, è pieno di operai.
Il delirio populista – come lo chiama Serra da Repubblica – ha assunto tinte molto più definite di recente. Ormai non parlano solo per investitura popolare plebiscitaria, ma per autoreferenzialità onanistica. Loro si masturbano su sedicenti sondaggi di popolarità al 70%, e da lì ci costruiscono discorsi di sovranità Supposta. Nel senso del medicinale.
Perchè il loro regno è fatto di inculate alla gente, di inculate tra di loro, di inculate agli immigrati, di inculate ai “culattoni”, di inculate a qualsiasi essere vivente si presti ad essere inculato. Ed è così che si va avanti in un’orgia di offese, autoflagellazioni e deflagrazioni verbali senza precedenti.
E così nascono i capri espiatori du jour. La crisi? Colpa dei cinesi! La disoccupazione? Colpa degl’immigrati! La libertà di stampa? Colpa dell’elite di merda di sinistra!
Loro non hanno responsabilità, loro non hanno tempo da perdere per attribuirsela. Loro sono la “destra del fare”. Del fare cazzate. E noi siamo il popolo del ricevere. Tanto cazzo in culo, ogni giorno.
Questo Paese è un rapporto omosessuale: il governo fa l’attivo, ed i cittadini sono tutti passivi.
Scusate, ma ora ho da fare: devo andare a morire ammazzato.
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