Era un angelo caduto dal cielo. Ma a me ha fatto cadere dal pero. Questa e’ la triste storia di decodifiche aberranti dai risvolti più che mai insoliti. Non e’ una storia per tutti, ma solo per chi abbia molto pelo sullo stomaco.
Ci siamo conosciuti ad una festa, la bellezza del mondo era concentrata tutta sul suo volto. Non riuscivo a smettere di fissare. Ci siamo avvicinati, sedotti e continuato a farlo per una settimana intera. Nel suo letto, nel mio letto, al ristorante, al bar, in sinagoga e pure in autogrill. Feeling sessuale dei migliori della mia vita, ma poi la domenica – proprio quando Dio si riposava – le sue turbe mentali si misero a lavorare.
Mentre siamo ai preliminari, sento freddezza, chiedo spiegazioni e ricevo un feedback onomatopeico inconfondibile: ha la diarrea, non e’ nel mood migliore per fare sesso. Mi accontento di una tuffatina nel suo cavo orale, e alla fine mi ringrazia pure per essermi accontentato. Mi domando che mostri debba aver conosciuto prima di me. O erano coprofili o semplicemente turbati. Torno a casa, sto per inviare un messaggio di buona notte e mi arriva un suo sms: dopo stasera capisco che non sono pronto per una relazione con te. Mi spiace, non possiamo più vederci.
Fermi tutti: ma quando avrei espresso il desiderio di instaurare un rapporto serio? Dove, tra l’accettare di non farmi cagare nel letto e l’infilarglielo in bocca, avrebbe carpito il mio amore senza fine? Qualcosa mi manca, e cosi telefono, ma senza risposta. A quel punto, scrivo un sms fermo ed assertivo: “Prima ho evitato che mi riempissi di merda la casa. Ma noto con sommo piacere che cio’ che non hai espulso dal culo, lo hai emesso via sms senza problemi”.
E cosi la storia travolgente e’ terminata, senza lasciarmi immune dal dubbio. Fino a che punto si spingono le decodifiche aberranti? Fino a quale estensione semantica le nostre azioni sono interpretate dal prossimo? La povera creatura avra’ prodotto un sillogismo pindarico: non mi obbliga a trombare perche’ sto male, ergo ci tiene a me, ergo vuole una relazione. Conclusione: fuga. Neanche Freud con il piccolo Hans si e’ spinto più in la’ – e dire che il piccolo Hans sognava cavalli dai falli abnormi.
Lo scenario amoroso in 17 anni di pratica assidua mi ha mostrato una letteratura infinita di ambiguita’, incomprensioni e disallineamenti astrali. Ma mai come quest’episodio, i sentimenti hanno giocato un ruolo deleterio sulle capacita’ cognitivo-percettive di una persona. Le allucinazioni semiotiche sono tipiche dei drogati e dei paranoici, ma non dei diarroici. Eppure, a questo ho assistito.
Mi ritiro per riflettere, ma la paura di sentirmi rifiutata la proposta di matrimonio dalla prossima vecchietta che aiuto al supermercato mi angoscia.
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