La dura verità è che in Italia non abbiamo le palle per fare una commedia così politically scorrect, e così romantica allo stesso tempo come “La dura verità“. Siamo morti artisticamente, la commedia è considerata un genere minore: noi siamo il fottuto paese della prosopopea, della Scala, dei drammi interiori e delle cazzate introspettive.
La dura verità è che le uniche commedie le lasciamo fare alla nostra politica, e questo ha un rischio: noi diventiamo le comparse di un film trash, e non i suoi spettatori, subiamo il copione e non abbiamo voce in capitolo con gli sceneggiatori. Semplici comparse.
La dura verità è che l’Italia non ha la forza di creare prodotti (si, miei cari radical-chic, di PRO-DO-TTO trattasi) cinematografici degni di qualche nota. Regnano la totale sciattezza di sagacia e la mancanza di mordacia condita con una membrana grigiastra topo. Così descriverei la cinematografia italiana.
Andate a vedere LA DURA VERITA’, una commedia per comuni mortali, per gente che vuole ridere, con malizia e anche con tenerezza. Ideale se volete dimenticarvi per 90 minuti di vivere in un paese totalmente TRISTE.
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