Di (mal)sana Costituzione

Ieri l’ennesimo aborto in Italia, ma questo aveva dell’eccezionale: a morire e’ stata la Costituzione e non un bambino. A provocarne il decesso dopo pochi anni, e’ stato Napolitano che ha promulgato la legge per il legittimo IMPUNIMENTO a favore della premiata ditta Berlusconi&co.

Certo, un’altra Italia protesta per un altro aborto, il primo effettuato a regime con la Ru486 in Puglia. Anche loro lottano per ammazzare un altro articolo della Costituzione, sulla liberta’ di cura garantita universalmente a chi calpesti il suolo nazionale.

Ah, la magia degli aborti! “E ora avanti con le riforme condivise!” ha detto ieri il Premier, che il giorno prima affermava l’esatto contrario. Non avendo più pensieri, ci fara’ l’onore di dedicarsi anche a questo simpatico trastullo che e’ il Paese?

Anche perche’ vai a dirlo ai lavoratori della Bialetti (che ieri ha lasciato l’Italia dopo 50 anni per andare a produrre all’estero) che la priorita’ del paese sono le intercettazioni. Oppure, ai tecnici dell’Isola dei Famosi, che sono costretti a pisciare in 10 nello stesso cesso e ad avere 2 bibite al giorno lavorando al caldo tropicale del Nicaragua.

Ma non ci sorprendiamo: questa e’ l’Italia, bellezza! Il Paese che non vuole abortire bambini, ma che non vede l’ora di abortire qualsiasi altra cosa, dignita’ umana compresa. E allora, tanti auguri Presidente Napolitano, da oggi lei puo’ anche ritirarsi in pensione.

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