Finanziaria o Proscrizione?

Più che una finanziaria, sembra una lista di proscrizione.

Gli statali sono fannulloni? Niente aumenti di stipendio! I dipendenti anziani non producono? Slittano le loro pensioni! Il parlamento non serve a nulla? Riduciamo gli stipendi pure ai parlamentari! E cosa rimane invariato? Il budget della Presidenza del Consiglio, e della Protezione civile. Tanto valeva chiedere agl’italiani di pagare le troie a Berlusconi e Bertolaso con una Escort Tax!

Non è possibile che metà del peso di questa manovra da 24 miliardi gravi su quella classe di cittadini che paga per intero le tasse da sempre. Non è ammissibile che non si faccia una VERA lotta all’evasione fiscale che porti a far emergere capitali nascosti. Le armi ci sono: basterebbe avere la volontà politica per farlo.

Ma questo governo non solo non ha volontà, è che non ha proprio le palle. Berlusconi prima racconta per due anni che tutto va bene (anche io sarei ottimista se scopassi un escort al giorno GRATIS), poi ci ripensa e urla “A lupo, a lupo! E’ colpa delle Grecia, dobbiamo risanare il debito pubblico!”.

Perchè darsi il tormento sulle soluzioni se possiamo dare la colpa agli altri? I governi di sinistra, la CINA, i subprime USA ed ora la Grecia. La prossima causa della crisi sarà mia nonna: le vado a somministrare della stricnica, così le risparmio la tortura. E noi risparmiamo pure un pò di soldi per la sua pensione!

Due piccioni con una vecchia. Una grande finanziaria!

Citazioni

Meeting Ocse, Berlusconi cita Mussolini: “Il potere ce l’hanno i gerarchi. Io posso solo scegliere se dirigere il mio cavallo a destra o a sinistra”. Solitamente pero’ preferisce il centro, delle donne.

Quest’uomo e’ sempre pieno di risorse. E’ la versione postmoderna della moltiplicazione dei pani e delle cazzate: una ne fa (male), e MILLE ne dice. Poteva citare Gesu’ – ma “venite che i pargoli vengano a me” gli sembrava a rischio, vista l’aria che tira sotto il saio dei preti ultimamente.

Ad ogni modo, lo apprezzo: sa sempre come stupire il mondo intero. Lo ammiro cosi’ tanto che citero’ anche io un grande dittatore, Mao: punisci uno per insegnare a cento. E quanto vorrei che fosse proprio lui quell’Uno! Se ama tanto le citazioni, adorera’ pure le citazioni a giudizio, no?

Buona vita, camerata Italiana! Ci vediamo domani in camicia nera!

Quattro

Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia e’ al 25%: il quadruplo di quella complessiva.

Tutto ha un senso: i giovani – o meglio, i non-vecchi – li inculiamo quattro volte in questo Paese: ostruzionismo di politici e dirigenti vecchi; tagli continui all’istruzione e alla ricerca; burocrazia e tassazione soffocanti per le neo-aziende; mancanza di infrastrutture telematiche broadband e wifi.

I giovani sono come le puttane: tutti ne parlano, ma nessuno li vuole. Anzi, peggio: li chiamano “bamboccioni” per coprire un senso di colpa evidente. Alcuni addirittura si appellano alla selezione naturale: se non arrivano al vertice, ci sara’ un motivo, no? Sono sicuro meno bravi di noi cerebrosauri.

Ma sapete che hanno proprio ragione? Per questo esorto i miei coetanei ad un atto rivoluzionario: ammazzate qualsiasi ultra 60enne vi passi davanti. Una mazza di baseball, una pistola o una copia di famiglia cristiana (con in allegato la Bibbia) saranno più che sufficienti: tanto sono vecchi e decrepiti.

In fondo, e’ la selezione naturale, bellezza!

Cazzi mia, mors tua

I parlamentari si lamentano del taglio alle indennita’ per via della manovra economica. Nessun politico pero’ si e’ mosso contro il blocco degli stipendi degli statali per ben quattro anni. Singolare: ma non erano anche loro dei dipendenti pubblici? Loro non saranno interessati?

Santoro rimane in RAI dopo la minaccia di dimissioni; in diretta TV, si lamenta della pubblicita’ sul suo stipendio da dipendente pubblico, e non accetta critiche in merito dagli altri giornalisti. E che dovrebbero dire gli altri dipendenti statali che si vedono spiattellati i loro 1.200 euro al mese ogni giorno sui giornali?

Mentre tutti parlano della crisi della quarta settimana, i dipendenti pubblici VIP passano la loro prima settimana di crisi (nervosa). Si meritano tutti un profondo e sentito: MASTICAZZI.

Mattone

Dopo una settimana a Londra, volevo dedicare il post del ritorno a quella magnifica citta’. Poi ho comprato il giornale stamattina: TREMENDO ERRORE. Ci ritrovo le stesse identiche cose di 7 giorni fa: DDL anti-intercettazioni, manovra anti-crisi e  ministri che parlano a cazzo (“Scuola ad ottobre per aiutare il turismo”? Cosa verra’ dopo? Il prime time TV fino alle 2 di notte per combattere la prostituzione?).

Volevo parlare di Londra, ma parlero’ del Mattone. E’ l’unica sensazione che si prova quando si torna quì: un grosso enorme mattone sulla testa e soprattutto, sui coglioni.

Mentre in Inghilterra si respira elettricita’, un’atmosfera frizzante, una classe politica giovane e rinnovata, noi viviamo in una “Beautiful” da 20 anni: Berlusconi-Ridge e’ sempre combattuto tra l’amore per Fini-Taylor e Bossi-Brooke; ad opporsi a quest’ultima, c’è sempre la perfida mamma, D’Alema-Stephanie Forrester. A combattere contro il monopolio della casa di moda PDL-Forrester, c’è sempre l’inesistente PD-Spectra design – il cui capo (Prodi-Sally) è però morto da tempo.

Volevo parlare male di Londra, del fatto che bevano tanto, che mangino di merda, che abbiano il senso dello stile di un barbone cieco, e che sono obiettivamente brutti come la fame nera. Ma la verità è un’altra: era solo pura invidia per tutto quello che hanno e che io non ho in Italia.

E’ ufficiale: è giunta l’ora di cambiare aria.

Non basta più spruzzare l’Oust per eliminare il puzzo di merda che mi circonda.

Non contano

Una sensazione mi galleggia nello stomaco da un po’ di mesi, la trattengo, ma risale sempre con più forza ogni giorno. Una pasta e fagioli della sera che mi si ripropone al mattino. E’ un pensiero limpido, netto e angosciante. Non saprei come descriverlo se non come segue: i politici non contano più un emerito cazzo. Che meraviglia, che sollievo, ho fatto coming out. Io, l’amante della politica (ma non dei politici), finalmente ammetto che i recenti fatti di cronaca finanziaria hanno palesato in toto la posizione a novanta gradi della res pubblica di fronte alla res pecuniaria.

Vedo i grandi Stati correre dietro come cagnolini alle opionioni delle agenzie di rating, che altro non sono che opinionifici senza arte ne’ parte. Il caso della Lehman bros non e’ bastato per screditarli definitivamente? Continuano a blaterare di economia con la stessa credibilita’ con cui la Chiesa parla di castita’ e difesa dei bambini. Li continuano ad osannare come sacerdoti della Borsa, ma loro le borse le scippano solo agl’investitori.

Il gioco e’ stato il seguente: c’e la crisi bancaria, diamo i soldi pubblici alle banche, cosi le agenzie di rating si calmano. Le banche si sono riprese ed ora chiedono agli Stati (attraverso le agenzie di rating) di abbassare i debiti pubblici a cui loro stesse hanno attinto. Delle vergini allupate che accusano l’amante di avercelo troppo grosso, dopo averne goduto ampiamente.

Ma perche’ la politica non riprende un po’ di palle? Semplice: nella tanto decantata globalizzazione, nessuno capisce una mazza di nulla e quindi, nessuno si assume le proprie responsabilità. Quando tutti sono incompetenti, diventa “esperto” l’unico a non dichiararsi tale. E così, gli Stati si scrollano di dosso qualsiasi responsabilità sulle azioni di politica economica che varano. E in questo giochetto di specchio riflesso, chi è l’unico a rimanerci sotto? I semplici cittadini che assistono attoniti ai tagli dei loro stipendi, al congelamento delle pensioni e all’aumento delle tasse. Tutto, perchè i coglioni ormai sono rari quanto le zanne d’avorio degli elefanti.

Quando inizieremo a dar loro la caccia veramente?

Ieri sono stato davvero GAY

Gay significa GAIO, FELICE in inglese. Mi sono sempre chiesto: a me rode il culo ogni giorno, sarò mica etero?

Un giorno, si leggeva con il mio capo una serie di caratteristiche personali per avere successo a lavoro. Tra queste c’era “Non evitare gli scontri necessari” – ed io: “Obiettivamente, sono troppo conciliatore a volte”. Il mio capo mi guarda e ride a crepapelle: “STAI SCHERZANDO? Non mi sembra che tu te ne faccia passare manco una!”. Tradotto: sono uno stronzo di prima categoria. Di GAIO, FELICE c’ho solo il viso quando dormo o sono ubbriaco. Spesso le due cose coincidono.

Ma ieri sera, miei cari lettori, ieri sera è stata DAVVERO la serata più GAIA della mia vita. Roma, quartiere EUR, megaevento da Ibiza: LA LECHE! Già il titolo è un programma, perchè ha tre significati in spagnolo: LATTE, SPERMA, FIGATA. In altre parole, la sacra triade gay, il segno della croce omo: nel nome delle PROTEINE, del SESSO e del DIVERTIMENTO. E devo dire che ieri è stata all’insegna di tutte le leche possibili ed immaginabili.

PROETINE: ormai se un cibo non è proteico manco mi degno di chiamarlo cibo; ieri sera avevo mangiato 1kg di Fiorentina in onore dell’evento religioso. SESSO: prima di uscire mi sono fatto una sana e ricchissima scopata con un simpatico 30enne sposato che chiamo ogni qualvolta urge tachicardia post-orgasmica; ma anche perchè in discoteca ho raccolto tanti numeri che il mio blackberry ormai fa concorrenza alle pagine gialle. DIVERTIMENTO: immaginate un capannone industriale, almeno 1000 maschi a torso nudo (il 70% dei quali decisamente meritevoli di levarsi anche il resto dei vestiti), musica DA PAURA e tanti tanti stranieri che il giorno dopo partiranno (un elemento decisivo se ci si vuole davvero divertire!).

Ieri per la prima volta in vita mia, ho provato l’ebbrezza di essere al 100% gay stereotipato discotecaro, lampadato e posaiolo. E devo dire, che mi è piaciuto da morire. Ogni tanto fa bene seguire la massa: perchè essere pecora è meglio di essere leoni a volte. In tutti i sensi.

Bonne dimanche a tous!

Draquila – Dittatura in corso (la recensione)

Se già Videocracy mi aveva angosciato profondamente, questo documentario di Sabina Guzzanti mi ha fatto incazzare come non mai. Scoprire del regime dittatoriale militare instaurato a L’Aquila dal Governo Berlusconi attraverso il braccio armato della Protezione Civile di Guido Bertolaso mi provoca un attacco collerico non indifferente.

Nessun giornale ne ha mai parlato (triste che sia una comica a farne le veci).

Nei campi, non si può nè entrare nè uscire senza incappare in un posto di blocco che fa domande, non si possono indire assemblee spontanee non autorizzate, non si possono bere cocacola e caffè (“per non eccitare i terremotati”), non si possono affiggere cartelloni di protesta. Mentre chi ha avuto le case si deve impegnare a riconsegnare TUTTO ciò che gli è stato fornito se dovesse andar via (DOVE???).

Gli aquilani sono PRIGIONIERI dello Stato Italiano. La Protezione Civile è la forza Carceraria.

Ma intanto, quello che conta è costruire, costruire, costruire nuove case, new towns, new centri commerciali. E la città vecchia è lasciata al declino più totale. Chi se ne frega, ci penserà qualche Governo di sinistra a ricostruire per i prossimi 20 anni: intanto, io m’incasso i consensi ora – chi vivrà, vedrà.

Da domani sarà difficile negarlo: l’Aquila è il laboratorio del regime che sarà (o che già c’è).

Grazie Sabrina.

Man(a)ger

Oggi ero in aereo per un viaggio di lavoro. Mi hanno chiesto di compilare un form di customer satisfaction, ed ho accettato di buon grado – nonostante odi che si usi questa parola: mi sento soddisfatto per una ricca lasagna o una sana scopata, ma mica per un volo!

Mi fa riflettere la prima domanda: Che lavoro fai? Barro la casella “IMPIEGATO/INSEGNANTE”, ma subito penso ad un episodio di ieri. Una collega mi dice con tono sprezzante: “Tu sei MANAGER, devi sacrificare la tua vita privata se vuoi fare carriera”. Era una risposta piccata al mio: “Cerco sempre di andare via nell’orario giusto per godermi la vita privata”.

Il mito sadomasochista del lavoro come dolore cilicico lo devono aver inculcato quelli dell’Opus Dei in Italia. Siamo l’unico paese dove i cosidetti “manager” sentono che e’ parte della loro job description il martellarsi i coglioni con veemenza, ma sempre e rigorosamente con il sorriso botulinico in faccia.

Perche’ succede questo solo da noi? Citavo l’Opus Dei non a caso. Il sillogismo e’ il seguente:

Premessa 1: le cose belle della vita le devi scontare con il sangue (morale cattolica).
Premessa 2: essere manager, e non semplice impiegato delle poste, e’ bello, cool.
Conclusione: Per essere manager, devi mori’ de lavoro, brutto coglione.

Non smontero’ la prima premessa, perche’ ci hanno gia’ pensato Nietzsche e Freud. Mi occupo della seconda assunzione, e soprattutto, della presunta diseguaglianza tra un “manager” ed un “impiegato”. Presunta, perche’, miei cari carrieristi, e’ totalmente inesistente, e’ solo vostro fucking dream mentale. Siete assunti e stipendiati da un’azienda entrambi; e non siete geniali imprenditori alla Steve Jobs, ma portatori sani (con Master) di badge aziendali. Punto!

Ed ora respirate, prendete il vostro Prozac quotidiano e ripetete: SONO UN FOTTUTO e SEMPLICE IMPIEGATO! Ecco cosi’, bravi. Ripetetelo più volte al giorno, quando avete la sensazione che ogni vostro minimo gesto stia per salvare il mondo. Con la pratica, imparerete nell’ordine: che esiste ancora il sole fuori l’ufficio, che la gente riesce ad essere felice anche senza un grafico davanti, che vostra moglie o marito vi tradisce con qualsiasi cosa occupi volume nell’universo e poi, alla fine, che non vale mai la pena distruggersi la vita per una busta paga.

Un lavoro serve per mangiare, e non per farsene mangiare. Ricordatevelo.

S-illogismi

Mi piacciono i sillogismi della Moratti. Ieri ha detto: “un clandestino se e’ un clandestino normalmente delinque, dato che non ha un lavoro”. Sindaco, vorrei che ci spiegasse bene la sua teoria, perche’ anche Lombroso si stia interrogando dall’al di la’. Non si capisce quale sia per lei la causa della “naturale tendenza” a delinquere di un immigrato irregolare. Il fatto che sia clandestino o che non lavori. Analizziamole.

Se credesse al primo caso, non dipenderebbe da loro, ma da voi di destra. La causa si chiama legge Bossi-Fini che sancisce un principio: nessun permesso di soggiorno a chi non ha un contratto di lavoro; ergo, chi non ha un lavoro commette ipso facto reato di clandestinita’. Ma, caro Sindaco, questa e’ una tautologia da inserto di Vanity Fair: non è che le poesie di Bondi le danno alla testa?

Passiamo al secondo caso. Se chiunque non abbia un lavoro delinque (chiaramente, escludiamo l’ipotesi fascista che solo un disoccupato immigrato lo faccia, mentre uno italiano no, VERO?) vorrei farle presente una questione. Anche lei non ha un lavoro vero da quando e’ nata: cosa ne dovremmo dedurre? Che anche lei delinque? Non mi permetterei mai di pensarlo, perche’ sono un garantista come lei. O mi sbaglio?

La prego di rispondermi, così alle prossime elezioni mi candido anche io. Perchè, se per fare il Sindaco basta ragionare con il culo e sparare merdate, allora ogni mattina sono già il più grande Sindaco d’Italia.

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