Al parco giochi

Ogni sabato mattina vado al parco sotto casa, giornale sotto braccio e mi godo l’atmosfera campestre nel bel mezzo della citta’. Ho sempre pensato fosse questo il motivo del mio rito settimanale, ma mi sbagliavo.

Ogni 7 giorni mi trovo qui ad osservare i padri con i loro bambini. Giocano a calcio, vanno sulle giostre, leggono favole sotto gli alberi. In quegli istanti tanto semplici si consuma la magia eterna della vita. I sentimenti che provo sono tanti, ma il prevalente e’ l’invidia.

Chi mi conosce sa bene che non la provo per nessuno al mondo. Sei ricco, bello, intelligente e ironico? Whatever: non sarai mai me. E questo ti rende uno sfigato senza pari. Eppure, questa smisurata autostima crolla miseramente se quella stessa persona ha un figlio. Peggio, se si tratta di un mio coetaneo.

La paternita’ mi e’ stata negata due volte dalla vita. Non ho mai avuto un padre vicino, ne’ io potro’ mai esserlo a mia volta (se resto in Italia). La sensazione di essere un fiore senza radici e senza polline mi frustra ogni giorno di più. E non so per quanto tempo riusciro’ a sopportarla.

Mi si dice in continuazione che sono giovane, che ho ancora tanto tempo davanti. Non e’ il tempo a mancarmi, ma uno Stato che garantisca parita’ di diritti a tutti. Soprattutto a tutti i bambini.

Questo e’ il punto. Dare l’adozione agli omosessuali non e’ assecondare l’egoismo di una minoranza (se proprio vogliamo etichettare cosi’ la sacrosanta estensione di un diritto), ma e’ solo un atto di altruismo per i bambini che ora vivono senza genitori.

Ci sono per caso bambini di serie A e di serie B? Uno Stato che gia’ discrimina un adulto per gli orientamenti sessuali, vuole commettere un ulteriore sopruso, designando chi abbia diritto all’amore e chi no?

Lo Stato liberale nasce per garantire i “diritti naturali” degli uomini, tra cui: la tua liberta’ finisce dove inizia la mia. Ma lo Stato attuale trasforma la liberta’ di alcuni nella tortura di altri. E’ quindi uno Stato miope, uno Stato-Talpa. Ma questo gli permette di lasciare la societa’ divisa in minoranze, alimentando cosi’ il suo stesso potere (divide et impera).

Potrei restare qui al parco ancora un po’ ad assaggiare da lontano qualcosa che probabilmente mai avro’. Ma una colomba mi ha cagato in testa: forse e’ il caso di battere in ritirata e non pensarci più.

Buon week end, trafficanti.

Divani&Divani

Lungi da me pretendere politici onesti: sarebbe troppa grazia. Pero’ dei politici coerenti ne vorrei proprio vedere ogni tanto. Ieri e’ finito il PDL: Berlusconi ha cacciato Fini ed i suoi dal partito. La maggioranza non e’ più garantita: tutto porterebbe immediatamente a tornare alle urne. Eppure no: nessuno ne parla.

Fini, colui che ha creato la crisi, dichiara di voler “rimanere nella maggioranza, per non tradire la fiducia degli elettori”. Quali elettori? Ormai ha pure le allucinazioni, signor Presidente? Ed Il leader dell’opposizione Bersani, il primo a dover gridare di gioia, mostra le palle più rattrappite della storia parlamentare: “Non andiamo al voto, si al governo di transizione”. Al PD la democrazia fa proprio schifo: meglio decidere la “vision” e la “mission” nel “loft” al Circo Massimo. Magari degustando un buon vino bianco e un fottutissimo sigaro cubano.

Nessuna logica, dicevamo. Eppure da questa squallida vicenda di opportunismi politici, cricche e crocche ne emerge una: la logica Divani&Divani, ovvero quella del restare attaccati alle poltrone come cozze allo scoglio. O come puttane al cazzo di un cliente da spolpare.

Perchè Sanremo è sanSCEMO?

Caro Sindaco di Sanremo,

dopo le dichiarazioni di Belen Rodriguez, lei ha detto: “Non accetto di associare alla mia città qualcuno che non abbia una moralità certa; a questo punto non mi fa piacere vedere Belen sul palco dell’Ariston”. Dopo poche ore, ha però rettificato: “Spetta alla Rai decidere; penso che Belen sia davvero una grande professionista e che la sua immagine sia adeguata al Festival”.

Ebbene, Sindaco, le domande che le rivolgo sono tre:

– Ma siamo proprio sicuri che non sia lei a drogarsi? Lo sa che sniffare fiori della sua città le ha devastato il cervello?

– Da quando Sanremo ha un’immagine da curare? A stento c’avrà un’edicola. E semmai l’avesse, la vittoria di Marco Carta e Valerio Scanu non l’ha già neutralizzata?

– Moralità certa? Infatti, Myke Tyson ne aveva da vendere. Quando non masticava orecchie. Per non parlare della sua campagna “Le Pupe ed il Secchiello“. Un vero esempio di moralità, come uno stupro.

Ma la domanda delle domande: come mai ha cambiato idea così drasticamente? Da drogata a grande professonista il passo è lungo. Forse ha capito che con Belen la sua città aveva una chance di non morire nell’oblio più totale?

Se fossi Belen Rodriguez, ora declinerei l’invito con un bel dito medio, al passo di Tango. Se fossi il Sindaco di Sanremo, mi ficcherei un bel crisantemo nella cavità orale: così da portare omaggio alla morte della mia voce in capitolo nella vita pubblica italiana.

Qualcosa di sinistra

Si parla molto dell’essere di sinistra. Ma cosa vuol dire per me esserlo? L’obiettivo e’ unico: tornare ad esser orgogliosi di essere italiani. Per farlo, i valori fondanti devono essere: Crescita sostenibile, Dignita’ dei lavoratori, Laicita’, Sostegno alle Famiglie, Redistribuzione della Ricchezza, Diritto all’Istruzione; Integrazione, Tagli agli sprechi e ai privilegi.

Crescita sostenibile e competivita’.
Defiscalizzare la ricerca nelle imprese private e aumentare i fondi per la ricerca pubblica; spingere i consumi con forte decremento delle tasse (aliquota fino al 30%); sburocratizzazione della PA; forte valorizzazione del turismo nel meridione con regimi fiscali speciali; sviluppo reale della rete WiMax.

Dignita’ dei lavoratori.
Salario minimo garantito; abolizione della giungla di contratti capestri ed istituzione di un unico contratto a tempo determinato; CIG a due anni; istituzione del garante per il Lavoro.

Laicita’ e sostegno alle famiglie.
Matrimonio civile esteso anche a coppie dello stesso sesso; istituzione dei Pacs; divorzio in tre mesi; bonus bebe’ annuale di 1500€ per i primi tre anni del bimbo; introduzione della banca ore a lavoro; legalizzazione di droga e prostituzione.

Redistribuzione della Ricchezza.
Lotta all’evasione fiscale con l’unione delle banche dati fiscali; tassazione delle rendite finanziarie al 30%; introduzione del quoziente familiare; tassazione di droga e prostituzione.

Diritto all’Istruzione.
Aumento del 50% dei fondi all’Istruzione pubblica; introduzione del principio del 15%: ogni ateneo avra’ il 15% di studenti con borse di studio a copertura totale della retta; meritocrazia: accedra’ a cattedre solo chi abbia almeno 30 pubblicazioni su riviste internazionali; accesso Internet gratuito per tutti gli studenti.

Integrazione.
Cittadinanza per ius soli; cittadinanza e diritto al voto per chi lavora da 3 anni in Italia; assistenza sanitaria gratuita universale.

Tagli agli sprechi e ai privilegi
Cancellazione di TUTTE le province; riduzione del 70% di auto blu; taglio dello stipendio ai parlamentari del 25%; massimo 3 legislature per ogni deputato; eliminazione della pensione parlamentare; rendere illegale la candidatura di processati o indagati; reintroduzione voto nominale alle elezioni politiche; istituzione del maggioritario secco.

Mi si dira’: non si possono fare tutte queste cose, costano troppo. E vi do parzialmente ragione. E’ vero: servono almeno due legislature per far tornare a crescere il nostro Paese in termini economici e di dignita’. Pero’ molte delle riforme elencate sono a costo zero, molte sono costose ma possono essere finanziate da lotta all’evasione fiscale, legalizzazione e tassazione di droga (qualsiasi) e prostituzione, tagli ai costi della politica e alla maggiore tassazione delle rendite finanziarie.

Non solo: levare l’ossigeno alle mafie legalizzando i loro business, le fara’ automaticamente morire per asfissia. Il meridione potra’ tornare a respirare, ad investire su se stesso. Aumenteranno le imprese turistiche e ci saranno ulteriori introiti sul lungo termine.

Non e’ facile, servono due palle enormi. Si deve andare contro mille lobby e associazioni a delinquere. Ma e’ l’unica maniera che la sinistra ha per sconfiggere il vigente neonazismo catodico. Ora o mai più. Si decidessero: le palle le raccontano solo o ce l’hanno davvero?

Love Party

In passato, sono stato accusato di freddezza emotiva (anche di dipendenza sessuale e aerofagia compulsiva, ma sono altre storie). Il casus belli e’ sempre lo stesso: con estrema attenzione e parsimonia mi riempio la bocca delle due parolina magiche “Ti Amo”. Di fatto, l’ho pronunciate solo due volte nella vita. La ragione e’ semplice: l’amore non va verbalizzato, altrimenti puzza di falso marcio.

Tempo fa, un amico che lavorava nel marketing di un noto marchio di spray multiuso, mi disse del fallimento dello slogan “Pulisce a fondo”. Troppo facile fu appuntargli che dichiarare di avere un benefit di base per quel tipo di prodotto (se uno spray non pulisce a fondo, cosa dovrebbe fare?) significa ammettere di non averlo – o quantomeno, far nascere il sospetto. La stessa identica cosa vale per l’amore.

Per quello diffido da qualsiasi manifestazione umana che si associ ad essa. Le Canzoni d’amore sono quanto di meno amorevole ci sia al mondo: se qualcuno me ne dedicasse una, gli vomiterei addosso. Il Partito dell’Amore di Berlusconi e’ un ammasso di vipere e suocere invidiose dedite allo stillicidio reciproco. La Love Parade tedesca e’ un grumo di umanita’ senza parte ne’ arte, unite si’ dall’amore ma per le droghe e lo sballo (mi spiace: non ho ALCUNA pena per i morti di ieri). E di esempi se ne potrebbero fare a tonnellate.

L’amore e’ uno dei sentimenti per cui vale la pena vivere. Sputtanarlo con le parole e’ mettero allo stesso livello di un discorso di Bossi o di una televendita di pasticche allunga-pene. Regolatevi, non diventate artefici di un’incontineza verbale non richiesta, perche’ vi renderete passibili di una pisciata in faccia (metaforica, perche’ ad alcuni quella vera potrebbe pure piacere).

Buon inizio settim-anal.

Da Tri(e)ste in giu’!

Questo blog sembra diventato il bollettino dell’emergenze gay ultimamente. E’ di ieri una notizia alquanto…singolare: il sindaco di Spresiano, il leghista Missiato, ha vietato l’omosessualita’ sulle rive del Piave.

SINDACO, ho un pò di domandine facili facili per lei.

1) Perche’ ha paura dei gay? Il massimo del dolore che ho visto infliggere da un omosessuale e’ dire a qualcuno che porta un capo griffato falso;

2) Come fara’ ad identificare i gay? Munira’ la polizia di stereo e cd di Madonna per vedere chi si mette a ballare? E se poi si mette a ballare anche un poliziotto?

3) Come si fa a “vietare l’omosessualità”, nel concreto? Distribuirà tappi per il culo? Spruzzerà nell’aria succo di palle di toro? Ricorrerà al solito prete pedofilo per minacciare i passanti?

4) Come puo’ accettare l’onta di avere “ANO” come finale del nome del suo comune? Per coerenza, dovrebbe ribattezzarlo in SpresiFiga o SpresiMona;

4) Non le interessa la carriera da maniaco sessuale? Perche’ le riesce bene guardare nelle mutande degli altri; in alternativa, sono certo che Don Verzè ha una cattedra pronta anche per lei.

5) Ed ultima domanda: a chi s’ispira per la sua attività di governo? Bossi beve l’acqua del PO, lei invece urina di pipistrello. Le ha causato neurolesioni definitive.

La Carra’, grande icona gay, cantava: “Com’e’ bello far l’amore da Trieste in giu'”. Dite a Raffaella di non bazzicare il Piave: l’arresterebbero per apologia di reato.

Pure ‘e pullece tenen ‘a tosse

Ogni giorno mi sveglio, mi guardo allo specchio e ho il batticuore per quanto mi piaccio. Sono un gran figo, e non ho vergogna ad esserne orgoglioso, perche’ me lo sono guadagnato a caro prezzo.

A volte, penso alle persone brutte, quelle che le guardi e pensi che siano fottuti scherzi della natura. Quando poi parlano hai l’impressione di conversare con un barboncino. Provo pena per queste persone, e le tratto come se avessero un handicap. La natura sa essere davvero generosa con alcuni (me) e nefasta con altri: perche’ mettere il dito nella piaga?

Il mio atteggiamento, pero’, cambia radicalmente quando queste persone si approfittano del loro status speciale e vogliono mettertelo nel culo (credendo persino di farcela con me che sono frocio, e d’inculate me ne intendo). A quel punto, perdono la loro immunita’ e diventano umani come gli altri; quindi, passibili di ogni tipo di risposta alle loro offese.

Il fatto e’ che succede spesso che i brutti diventino anche stronzi. Per invidia, per complessi d’inferiorita’ non risolti, per un costante processo di rodimento del culo che farebbe impazzire anche un santo. Ne abbiamo un caso evidente in politica (Berlusconi, se non fosse chiaro), ma tutti noi ne conosciamo nella vita di tutti i giorni. Io ne conosco un paio, ma non sono amici. Io con i freak evito di frequentarmici.

Ultimamente, stanno inanellando una serie di bastardate che meriterebbero di sentirsi dire la verita’, ovvero: brutto cesso, sei cosi’ sfigato che c’hai amici solo perche’ sei ridicolo e fai ridere; puoi avere una donna solo se c’ha problemi di permesso di soggiorno; sentire la tua voce stridula mi genera emorroidi lancinanti…etc, etc, etc.

Potrei dirgliene tante da farlo/farla andare in depressione profonda e renderlo/la per sempre dipendente da Prozac e programmi di Maria Di Filippi. Ma poi mi fermo, respiro e penso a quello che diceva sempre nonna: “Pure ‘e pullece tenen ‘a tosse” (anche le pulci tossiscono, ovvero si permettono di parlare). E allora mi ricordo cosa sono: delle semplici pulci. Voglio davvero mettermi al loro stesso livello pidocchioso?

Cosi’ mi calmo e torna la profonda pena per la loro condizione (dis)umana. E non posso che ringraziare la natura per avermi dato una buona salute, un aspetto fisico gradevole e un cervello degno di nota.

Che le pulci tossiscano pure: io porto la mascherina antibatterica.

Boccata d’aria

Non voglio illudermi, ma la domanda resta: cosa sta succedendo in Italia tutto all’improvviso? Quattro eventi, quattro presagi positivi. Un milione e mezzo di firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Retromarcia del Governo sul ddl intercettazioni. L’Italia dei Valori propone la contromanovra che non colpisce le classi medie. La prima coppia lesbica riconosciuta nel comune di Torino.

E in un solo giorno, ho intravisto l’Italia dei diritti contrapposta a quella dei “dritti”, dei furbetti e delle cricche. Un Italia che non sposa la logica del profitto a tutti i costi, che comprende il bene necessario della liberta’ di stampa, che non colpisce solo i poveri e che dice no alle discriminazioni sessuali. Un’Italia laica, corretta, umana. E’ l’Italia che vorremmo ogni giorno della nostra vita, perche’ ce la meritiamo tutta.

Non dimentico la triste realta’, che e’ ancora greve e passatista. Ma lasciatemi gustare questo momento di modernita’ inaspettata.

Ps riguardo il post precedente, oggi Metro ha pubblicato lettere riparatorie allo scempio discriminatorio pubblicato ieri. Anche questa e’ un’ottima notizia.

Sbavaglio

Oggi tra le lettere alla redazione della free press METRO sono incappato nella simpatica epistola di EP (Entita’ Pirla) che si esprimeva contro le unioni gay. Cosi’ anche io ho scritto un’altrettanto simpatica lettera al giornale, ve la riporto.

“Caro Metro, rispondo a EP, contro le unioni gay. Per punti.

1) “Cosa impedisce loro di andare a vivere insieme?”. Niente, ci mancherebbe altro; ma col matrimonio si da l’accesso a ben altri diritti;

2) “Perche’ riconoscerli per legge?”. Perche’ in una democrazia (sa che l’Italia lo e’ da 60 anni?) e’ cosi’ che si allargano i diritti.

3) “Gia’ esistono delle leggi per i cittadini”. Esistono anche quelle per la tosatura dei barboncini, ma le assicuro che non ne esistono per le unioni gay, altrimenti di che parliamo?

4) “Dobbiamo creare altre categorie protette?”. Le da tanto fastidio che si proteggano le minoranze e i più deboli? Le posso consigliare la Cina come luogo di residenza?

5) “Non sara’ per creare nuovi business?”. Verissimo: e’ la potente lobby gay dei wedding planner dietro questo complotto internazionale;

6) “La nostra societa’ sta degenerando sempre di più”. Sono d’accordo: lei ne e’ una prova evidente.

Spero pubblichiate questa lettera, perche’ e’ indecente che si debbano leggere queste lettere discriminatorie senza un GIUSTO contradditorio a latere. Nel nostro Paese, ci sono già i politici che seguono la pancia della gente, speravo che i giornali fossero alieni da certe spinte gastrointestinali“.

Vi tengo aggiornati sull’esito. Mentre in Argentina si approvano le nozze gay, da noi sembra ancora di vivere nelle Pampas dei diritti civili.

Chi teme Vendola?

Sgombriamo il campo da equivoci: non credo che Vendola sia pronto per vincere il centro-destra, non ancora. Ma davanti a se’ ha ben tre anni per provare a convincerci del contrario, e noi tifiamo per lui. I motivi sono formali e sostanziali allo stesso tempo.

1) Linguaggio. Nichi ha capito che senza un nuovo codice della sinistra non si arriva da nessuna parte. “La poesia e’ nei fatti” recitava la sua campagna elettorale; e lo ha dimostrato facendo nascere più di 300 “Fabbriche di nichi” in giro per l’Italia. A meta’ strada tra un think tank e una scuola di partito, sono il vero motore del carisma di Vendola. La parola d’ordine: cooperazione, e non competizione.

2) Lavoro. Vendola insiste e persiste sull’equazione lavoro=liberta’ che con il racconto berlusconiano si e’ andato perdendo. Bisogna recuperare il valore del lavoro come superiore manifestazione dell’opera umana, e non come infima comparsa del teatro umano.

3) Bellezza. Riconoscere il valore economico che il territorio italiano esprime e’ un passaggio fondamentale della discorso vendoliano. Non bisogna rifugiarsi nel mito industriale, ma concentrarsi sull’estetica del cibo, del buon vivere, dell’arte, dell’enogastronomia per rilanciare lo sviluppo del Bel Paese.

Nichi e’ scomodo alla nomenclatura asfittica della sinistra. Perche’ rompe tutti gli schemi fighetti in cui il PD sguazza. Non ha vergogna di essere “un po’ comunista”; sfrutta il sistema mediatico tradizionale con disinvoltura e quello di internet con destrezza obamiana; e’ meridionale senza complessi di inferiorita’; batte il PD alle primarie; omosessuale dichiarato, ma non sputtanato; viene apprezzato sia da Confindustria che dagli operai; parla ai moderati, senza esserne lo zerbino.

Per tutti questi motivi, Nichi Vendola fa paura a tutti. La sua sfida sara’ concretizzare la sua “poesia” in “fatti”, come ha gia’ saputo fare nella sua Puglia. Ci riuscira’ su scala nazionale? Per ora, un in bocca a lupo. E speriamo tu non faccia la fine di Veltroni – che con le sue “vision”, “mission” e “loft” ci ha portati nel baratro della rivisitazione moderna dello champagne socialism.

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