Credo ci sia un errore di fondo nel bipolarimo italiano: le sue etichette. Cosa significano davvero “centro-sinistra”, “centro” e “centro-destra”? Hanno davvero senso?
Una prima considerazione quasi lapalissiana è che il centro è la Grande Madre alle cui tette vogliono tutti abbeverarsi. Ma il centro per definizione non dovrebbe schierarsi nè a destra nè a sinistra: se lo fa, perde il suo titolo. Tanto più che il centro in Italia rappresenta gl’interessi della Chiesa, che attraverso la bocca di Gesù dice: “Nessuno può servire due padroni”. Eppure, dai recenti fatti di cronaca, il centro si dice sempre più interessato alle invasioni di campo (o contaminazioni, se si vuole fare i colti), dichiarando alleanze un pò di quì un pò di là. Più che centro è davvero “c’entro – do cojo do cojo”.
Una seconda considerazione la dedico al centro-sinistra. La sinistra è la mano dei mancini, quindi di una minoranza; e storicamente è stato proprio il suo destino quello di difendere i più deboli contro gl’interessi dei più forti. Ma con il tempo, questa parte politica si è contraddistinta solo per il lato aggettivale del termine (non riesco a pensare a niente di più sinistro di Fassino, D’Alema, Veltroni e Bersani). Non solo. Il PD nasce come partito di centro-sinistra, quindi ontologicamente un partito già partito, diviso al suo interno; l’ulteriore aberrazione è voler cercare alleati nel centro-centro, perchè da soli non si riesce ad essere troppo centrici. Come se una trans chiedesse sempre più ormoni, perchè quelli che prende non gli sembrano abbastanza per diventare donna.
Ed infine, la terza considerazione sul centro-destra. La destra, per opposizione, è la mano della maggioranza, con la quale si agisce; non a caso, straparlano sempre del governo del “fare”. Ma con la destra si fa anche il saluto romano, e si alza il dito medio contro chi ci sta sulle palle. Entrambi gli aspetti sono anch’essi presenti nell’attuale centro-destra. Ma il dubbio vero è sul chi rappresenti il centro nell’attuale asse PDL-LEGA: entrambi sarebbero partiti neonazisti all’estero, non esattamente un think tank di moderati. Così anche loro, avrebbero bisogno di uno sfondamento al centro, che però ormai Fini gli ha strappato di mano. La loro situazione è leggermente precaria.
Da questi ragionamenti rimangono esclusi Italia dei Valori e Sinistra e Libertà. Perchè? Semplicemente perchè la prima è la vera destra europea, e la seconda la vera sinistra del new labour. L’anomalia tutta italiana della “Ricerca del centro perduto”, però, li relega al recinto dell’estrema sinistra: una miopia che non sfugge a qualsiasi osservatore politico estero.
E così, nonostante abbiamo alle spalle la Prima Repubblica, ne viviamo costantemente all’ombra. Se cerchiamo di rimpiazzare costantemente la vecchia DC, è solo perchè ci sentiamo in colpa per averla ammazzata. E finchè non elaboreremo REALMENTE il lutto, la corsa centripeta non farà che paralizzare il paese.
Non serve un Obama italiano, ma solo un sagrestano per celebrare l’estrema unzione del vecchio. E fare spazio finalmente al nuovo.
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