Wanna Marchi.onne e il contratto dimagrante

A lui non serve manco il Mago Do Nacimiento: riesce a imbonire tutti da solo. Abboccano la Cisl, la Uil, e pure il PD (che ormai del partito dei lavoratori conserva solo la P). Sergio Marchionne, dopo aver preso soldi da Obama e dallo stato italiano, e’ riuscito a mettere su una NewCo spacciandosi pure da grande capitano d’industria!

Il suo nuovo contratto metalmeccanici ha lo stesso effetto delle alghe magiche della Marchi: dimagriscono, i diritti dei lavoratori. Meno tutela della salute, meno tempo per il pranzo e le pause, più straordinari obbligatori, turni massacranti. Ed infine, chi non aderisca al contratto non avra’ diritto ad alcuna rappresentanza sindacale.

Questa in sintesi la magia Marchionne. La ricetta per mandare a fare in culo decenni di lotte in nome di quella cinesizzazione del lavoro che ormai ci travolge tutti in Occidente. Ed il maggior partito di sinistra che fa? Assente, a novanta gradi, nel caso Sergio volesse distendersi dopo una dura giornata di lavoro.

In un mondo giusto, Marchionne farebbe solo il commercialista. Eppure, si ritrova a gestire il futuro delle generazioni a venire. Che mondo del cazzo.

L’insostenibile leggerezza del barista

I baristi esercitano su di me un istinto primordiale di sbatterli contro la macchina del caffè e…

Sara’ perche’ li associo all’odore dei cornetti, che a loro volta associo al cibo, che a sua volta trovo erotico. Oppure, perche’ mi mostrano sempre il culo quando gli parlo. O anche, perche’ indossano una divisa impeccabile, o perche’ ti chiedono quanta crema vuoi. Fatto sta, che da quando vivo solo, mi sono fatto una quantita’ di baristi tale da aprire un franchise di Starbucks: Starfucks.

Eppure, non ho ancora trovato il barista dei miei sogni. Tanti buoni amanti, ma nessuno che mi sapesse davvero prendere di testa. Che, nonostante la vulgata che io pensi solo al culo, e’ la parte del corpo che mi eccita di più. Vedremo se il nuovo anno portera’ qualche notizia interessante sul fronte sentimentale.

Oppure sara’ l’ennesimo Fuckbook tutto fotine, mi piacini, ti trombino, ti sfanculino? Ai posteri l’Hard-ua sentenza!

Buon inizio settimana.

Eiaculatio Precox

Bersani e’ uguale a Berlusconi.

Non condividono solo tre lettere del nome, ma anche tre neuroni – in multiproprieta’. Oggi su Repubblica dichiara di voler “ripensare alle primarie”, perche’ sa di perderle contro Vendola. Esattamente come Berlusconi che cambio’ la legge elettorale per farle perdere a Prodi.

Ma c’e’ un’altra terribile somiglianza: l’irrefrenabile moto centripeto. I due BER corteggiano in tutti i modi i due INI (Fini e Casini) con la speranza di creare la grande casa dei moderati. Che, visti gli ultimi fatti parlamentari, assomiglia sempre più ad una casa per appuntamenti.

Ma ad entrambi sta sfuggendo un dettaglio. La globalizzazione ha spinto a polarizzare i ceti, e di conseguenza, gli scontri politici. A mano a mano che l’Italia si mondializzia, a vincere sono i partiti estremi, vedi Lega, Vendola e Di Pietro, che continuano a crescere senza sosta.

La gente vuole scelte, prese di posizioni e non melassa avariata in (s)offerta speciale.

Ma c’e’ una grande differenza tra BERsani e BERlusconi. Quest’ultimo vince perche’ prima pensa a mettersi in tasca l’estremo vincente (la Lega) e poi si rivolge ad altri. Bersani schifa il suo estremo, e punta direttamente al centro.

Va di fretta, salta un passaggio fondamentale: rischia di perdere nuovamente per via della sua eiaculatio precox politica. E allora, caro Segretario, faccia un respiro profondo, pensi a sua mamma nuda (o a Franceschini in tanga), e distolga l’attenzione dal fare centro nel corpo elettorale a tutti i costi: ci sono prima i preliminari, per dio!

Perche’ e’ sempre meglio un orgasmo guadagnato che uno strappato. Se lo faccia spiegare dal suo amico Silvio.

Partito Pornocratico

Ieri sono capitato in aereo con Renzi e Civati, i “rottamatori” del PD. Mentre eravamo in volo, si votava la fiducia al governo B. Siamo partiti respirando l’euforia della fine del regime; siamo atterrati assaporando l’amarezza della sconfitta.

L’aereo andava a Milano, roccaforte berlusconiana. Tutti i businessman con cravatta a pallini, tutti in divisa d’ordine Mediaset. Eravamo gli unici tre ad essere incazzati: gli altri godevano come opossum. Al mio “porca troia!”, e’ seguito il “ben vi sta!” di uno di questi signori. Ed allora ho capito che siamo tutti coglioni, noi cittadini.

Tifiamo per un politico o l’altro, ma cosa ci cambiera’ nella vita la sua ascesa al potere? Nulla. E’ come tifare per un attore in un film porno: vai, vai che ce la fai a scopartela! Ma a) e’ scontato che ce la faccia, perche’ gia’ esiste un copione b) se pure ce la fa, noi rimaniamo a cazzo in mano, mentre lui se la spassa.

Mi giro verso Civati e gli chiedo con il mio fare sempre elegante: “Civa’, ma quando mandate a fanculo Bersani e tutta la combriccola dell’anteguerra?”. Lui sorride sconsolato e scrolla le spalle, Renzi lo segue.

Cari trafficanti, ma che speranze ci restano se neanche l’attore porno ci crede che alla fine se la scopa la protagonista?

La Cuenta

Mancano 48 ore, e sapremo se Lui e’ davvero invincibile, uno e trino, oppure se finalmente e’ venuta l’ora di disfarcene. Sara’ martedì’ la piazzale Loreto di B? Vedremo. Quello a cui abbiamo assistito e’ comunque il peggiore spettacolo della storia della Repubblica.

Fino ad una settimana fa 317 deputati avevo depositato una mozione di sfiducia contro il governo. Matematicamente era fatta. Poi qualcosa e’ successo, e sono iniziate le defezioni. La magistratura ha aperto un’inchiesta (la prima sulla compravendita di deputati), spinti dalla documentata denuncia di Di Pietro.

Ma più di ogni altra oscenità, e’ stato lo spettacolo che la politica ha offerto in TV a farci voltare lo stomaco. Mai i talk show sono stati cosi’ aggressivi, sporchi, tesi, violenti: i soliti polli si sono trasformati in pitbull da combattimento. A battersi su cosa? Sul nulla. Sul solito Berlusconi si, Berlusconi no. La solita fittizia contrapposizione, che alla Bouvette della Camera si scioglie con l’aspartame nel caffè.

Qualsiasi cosa accada domani, si andrà al voto anticipato. Se ci sara’ sfiducia, nessuno si prenderà la responsabilità di un governo tecnico che fornirebbe a B l’arma perfetta per gridare al complotto del Palazzo. Se ci dovesse essere, B avrebbe una maggioranza troppo risicata per governare nel suo stile aziendalistico-totalitario.

Domani ci sara’ la conta dei deputati, ma dai prossimi mesi ci sara’ anche il conto che il futuro presenterà’ al paese per aver passato mesi ad occuparsi delle mutande del premier. Almeno lui ce le avra’ ancora, noi ci saremo giocati anche quelle.

We Want Sex, una lezione

Il film in se’ non e’ una prova artistica eccezionale, ma la storia vera che racconta solleva gli animi. La frase che riassume “We want sex” e’: non sono privilegi, ma solo diritti, e’ cosi’ difficile capirlo? Spazziante, dirompente, disarmante. La lotta per la parita’ di salario femminile di 40 anni fa e’ una lotta ancora attuale. Ma e’ una battaglia per qualsiasi tipo di parita’.

Quello che più fa riflettere e’ come il potere cerchi sempre di dividere gli oppressi con falsi feticci, pur di non far progredire la societa’. Nel film, i sindacati maschili messi contro quelli femminili proponendo la fittizia differenza tra i sessi. Al giorno d’oggi, ci sono altri casi. Pensiamo a come i politici si sforzino di fare propaganda machista pur di non far passare leggi di parita’ per gli omosessuali e le trans.

Il popolo abbocca facilmente, serve una forte coscienza civica per resistere alle sirene dell’individualismo bieco e retrogrado. Eppure, succede che all’improvviso la gente si svegli dal torpore medievale in cui vive. E succede solo se si capisce che ogni nuovo diritto civile migliora l’intera societa’ e non solo chi ne godra’.

Nessun uomo potra’ ritenersi libero finche’ ci saranno uomini in catene, disse un saggio. Sottoscrivo a pieno. E’ ora di agire e di svegliarsi.

DePrivacy?

Non credo nella privacy. Non la ritengo un valore da difendere, ma una pretesa da debellare. Chi nasconde, pecca de facto. La mia vita e’ totalmente pubblica a tutti, perche’ amo condividerla con la societa’. Ne sono orgoglioso, e non vedo alcun motivo per cui celarla. La stessa politica andrebbe applicata agli Stati: tutto dovrebbe essere accessibile e pubblico. Anzi, nel pubblico e’ un dovere morale, più che nel privato, perche’ dipende da tutti noi. Per cui, da tutti noi deve essere giudicabile e osservabile.

Se tutto questo e’ vero, perche’ il mondo si sta accanendo contro Assange e Wikileaks? Perche’ fa paura. Tutti i potenti della Terra si riempiono la bocca con la parola “Accountability”, ma Assange sta ampiamente dimostrando la vacuita’ di tali dichiarazioni. Quindi, va eliminato subito. Si accampano ragioni di sicurezza nazionale, ma si accusa il medico di essere causa della malattia che ha appena scoperto. Se gli Stati hanno cose da nascondere, non e’ colpa di Assange, ma degli Stati che hanno cose da nascondere!

La storia finira’ come e’ facilmente prevedibile. Assange in galera, e Wikileaks continuera’ a sfornare segreti su banche e nazioni. L’informazione e’ cambiata per sempre: i potenti se ne facciano una ragione. Nessuno più e’ intoccabile. E questo rende il mondo un posto migliore.

Se vedi un manager, uccidilo

Il manager e’ colui che non sa far nulla, facendolo con grande professionalita’.

E’ un maestro del fumo, e della magniloquenza. Poco avezzo all’autocritica, non risparmia stilettate ai suoi simili. Il suo unico obiettivo e’ nutrire il proprio ego di piccole scorribande tra poveri. La sua tendenziale autocelebrazione lo rende un piccolo hitler senza popolo; la sua propensione ai consigli di vita lo avvicinano ad un budda senza nirvana.

Il manager crede che l’intero universo dipenda dall’email che sta scrivendo, o dal file che sta facendo produrre ai suoi sottoposti. L’ironia e’ eresia, e viene punita con il peggiore degli insulti: le fotocopie. Esistono il manager autoritario, l’ autorevole, l’alternativo, il sessantottino, lo svampito, l’umorale e il viscerale. Tutti sembrano diversi, ma sono la stessa cosa.

Una semplice riflessione per chi ci lavora accanto, o chi voglia diventarlo. Nessuno e’ Gesu’, esiste un solo Steve Jobs e pure lui sta morendo di cancro. Ma soprattutto, la mattina anche i manager cagano. E questo li rendera’ sempre umani, troppo umani. Loro malgrado.

Mannaggia i manager

Cosa occorre per fare il manager? Non saper far nulla, facendolo con estrema professionalità.

Vacanza

Hanno detto la cazzata del secolo e poi se ne sono andati in vacanza. Questi sono i nostri politici, che ieri hanno saputo litigare persino sulla morte di Monicelli.

Da un lato, i radicali che denunciavano l’assenza di una legge per l’eutanasia (sostenevano che il grande regista ne avrebbe fatto uso), dall’altro la Binetti che definiva il suo suicidio come “un gesto di solitudine e disperazione”. Entrambe si arrogavano il diritto di sapere cosa pensasse il defunto in questione. Se solo l’interessato fosse stato vivo, le avrebbe mandate a cagare.

Ma non e’ finita qui. Dopo questa estenuante discussione che ha cambiato sicuramente il destino dei disoccupati, dei cassaintegrati e dei lavoratori italiani, i nostri simpatici sforna-leggi dovevano essere esausti. Ben due ore di lavoro al giorno! E cosi’ hanno deciso di andare in vacanza per una settimana, chiudendo la Camera fino al voto di fiducia del 14 dicembre.

Dite che non esiste l’eutanasia? Ma allora cosa e’ la dolce morte che state imponendo al paese intero? Siete vergognosi. E non mi viene manco una battuta sagace: ci avete rotto i coglioni. Spero solo che gli studenti vi travolgano come un fiume in piena.

Adios.

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