Finchè tua madre è viva, puoi eludere la morte. Puoi crogiolarti nell’illusione infantile di non esserne mai toccato. Persino puoi snocciolare pillole di saggezza sul “cosi va la vita”, consigliare di farsene una ragione. Con piena ragione, aggiungo.
Poi tua madre muore (e dio voglia che lo faccia nel sonno, senza dolore), e tutto cambia. Quell’illusione svanisce, e senza saperlo, sei diventato solo uno che aspetta il suo turno. Punto.
Non credere a chi dice che il dolore passerà. Non succederà mai. Cambierà modalità, intensità, ma non la sua forza lacerante. A volte, t’illuderai che sia lontano, ma ci navighi dentro a pieno.
L’unico consiglio valido è di viverti tutto, fino in fondo. Non trattenere il lutto, anzi: assaporalo, respiralo, urlalo se necessario. La vita è ingiusta, tremenda, inesorabile: perchè non insultarla a pieni polmoni? Ne hai pieno diritto.
E alla fine rimarrai sorpreso. Il tuo amore per la vita ne uscirà più forte che mai. Non si odia quello che non si ama. Non si rimane disgustati di un cibo che disprezziamo.
Auguro a tutti voi di non aver mai provato tutto questo. E di provarlo il più tardi possibile. Ma quando succederà, ripensate a questo post. Non siete mai soli nel dolore.
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L’ho provato. Da un anno e 4 mesi. Il dolore non passa. Cambia intensità. Può tornare violento ogni tanto ma hai trovato i mezzi per renderlo mansueto. Il lutto di una madre ti cambia. Dicono che faccia crescere di botto, volenti o nolenti. Dicono che faccia responsabilizzare. Io ho imparato di nuovo a camminare senza nessuno che mi tenesse le braccia. Ogni tanto sbando è vero. Ma si continua a camminare, insultando e imprecando ogni volta che si inciampa e ci si rialza da soli.