Mari e Conti

Fa impressione che, mentre da noi un governo pare in bilico per affermazioni su imprenditori suicidi, in America ci sia un Presidente che si prenda la briga di schierarsi a favore dei matrimoni gay. Noi discutiamo della gente che si uccide per la crisi, loro discutono di come creare famiglie ed uguaglianza.

Ma l’America non era il continente dei diritti negati, dell’assenza dell’articolo 18, dell’assistenza sanitaria per ricchi, della pena di morte? E che sta succedendo all’Europa, da sempre baluardo delle grandi conquiste civili? I ruoli si sono invertiti, e la storia pare farsi grasse risate.

Cosi come la ricchezza globale non cresce, ma semplicemente si sta muovendo dai paesi ex ricchi a quelli ex poveri, cosi anche la fame di diritti civili ha definitivamente traslocato dal Vecchio Continente. È emigrata negli States, in Australia o in Canada (persino in Uruguay!).

Mi si dice: facile per gli americani parlare di matrimoni gay, loro crescono, hanno la disoccupazione in calo, etc etc. Che grande balla! Chiunque pensi che la crescita economica avvenga a prescindere dall’uguaglianza nega gli ultimi 60 anni.

Non dimentichiamo che durante il fascismo ed il nazismo le nazioni da loro governate crebbero a ritmi oggi definiti cinesi. E la stessa Cina cresce per questo meccanismo. Una crescita indotta da cittadini criceti che girano nella ruota senza scelta è una miopia storica pachidermica, perchè ha dimostrato di essere di breve durata.

Perché? Perchè è una cosa brutta e cattiva? Sicuramente, ma non voglio soffermarmi su quest’aspetto. L’unico vero motivo è di tipo utilitarista. Se ai cittadini non viene accordata una crescita d’ugualianza proporzionale a quella economica non ci saranno abbastanza consumatori per smaltire i suoi prodotti. Keynes, puro e duro, signori miei.

Cosa voglio dire con questo enorme pippone? Monti deve spingere l’accelleratore sull’equità. Vera lotta all’evasione (quella vera, nascosta in Svizzera, e non quella da scontrino del bar), diritti civili, abbattimento dei costi della politica, sono solo alcuni dei pilastri ai quali il nostro Premier dovrá appellarsi nei prossimi mesi.

Di un governo che ci allarga solo il culo di tasse senza allargarci anche i diritti ce ne facciamo poco. Altrimenti, la prossima volta chiamiamo il Presidente della Corte dei Conti a governarci. Famo prima.

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