I dibattiti politici italiani hanno quel sapore amarcord della Tabaccaia tettona di Fellini. Familiari, vagamente pigri, e materni. Ti rassicurano, ti coccolano, ti fanno pure digerire. I sindacati da un lato, il governo dall’altro. La novità è che al governo c’è la sinistra, e non si era mai visto il segretario del PD attaccare così the dark side of the moon dei lavoratori.
Un’idea sul chi abbia torto ce l’ho: tutti e due. Il sindacato è troppo arroccato su posizioni che fanno ridere i polli (difendere a spada tratta l’articolo 18 nell’epoca dei precari ha senso quanto cercare il tappo di una vasca che straborda di merda); Renzi sta usando troppo il giochetto dei “io sono Virgo, il cavaliere delle zodiaco, e loro sono i cattivoni”, che un pò va bene, ma dopo un pò scassa la minchia (e io voglio bene a Matteo).
Un suggerimento di metodo: che smettano di sfidarsi via video, che sembrano due rapper minchioni di MTV. Si guardino faccia a faccia, dal vivo. Sarà meno figo, ma almeno si chiariscano. E a fare in culo hashtag e top trend.
Siamo tutti sulla stessa barca. Capitelo, cortesemente.
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