Saldi

A saldi ormai iniziati, temiamo forti sconti sulla civiltà delle persone. Centinaia di migliaia di loro si riverseranno negli outlet e nei centri commerciali per dare al mondo il peggio di loro stessi. I saldi sono IL sintomo malato di una società bulimica di inutilità. E in Italia, sono regolati dal codice del consumo, che prevede tre regole precise al riguardo:

1. L’obbligo di esporre il prezzo prima e dopo lo sconto e lo sconto indicato in percentuale; 2 La divisione netta delle merci a saldo da quelle non scontate; 3. La possibilità di cambio in garanzia dei capi difettosi.

Nessuna norma è prevista per il buon gusto dei cittadini che decidono parteciparvi. Pertanto, il legislatore da un nulla osta a qualsiasi atrocità estetica e morale in questo periodo. Liberi tutti. E la gente non si lascia sfuggire questa ghiotta occasione di darsi al pecoreccio.

Mi domando perché le regole di cui sopra non si applichino a qualsiasi saldo. Le persone si mettono a saldo così tante volte, scontano le loro idee ed i loro valori quotidianamente. Sarebbe utile poter distinguere quando una persona è sincera, o in quel momento è in saldo. Così da avere anche il diritto di mandarla a cagare e cambiarla subito con un’altra.

Non si tratta di mercificare gli esseri umani (cosa che peraltro facciamo tutti, per cui bando all’ipocrisia), ma di rendere più chiare le relazioni tra di noi. Perché se si ha vergogna dei piccoli sconti che concediamo ogni giorno, vuol dire che siamo capi da buttare via al macero.

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