Digital detox

Il digital detox è un’opzione che non ho mai preso in considerazione. A meno che non si parli di altre stimolazioni digitali, di cui non ho mai avuto esperienza. Ma, prendendo spunto da un recente articolo del Wall Street Journal, non posso che condividere una serie di riflessioni sulle 4 tipologie di drogati di internet proposti dal quotidiano finanziario.

1) Oversharer: coloro che condividono pure se scaricano il gabinetto. Molti direbbero che io appartenga a questa categoria, ma si ingannano. Io condivido solo quello che voglio io, il che è frutto di una rigida campagna marketing di self-branding.

2) Liker: coloro che mettono like a qualsiasi contenuto. E su questa tipologia proporrei due distinzioni fondamentali: A. I like “ti prego scopami”, ovvero quelli messi a bonazze e bonazzi per farsi notare; B. I like “FOMO“, ovvero quelli messi per la paura di essere esclusi da quello che è cool al momento.

3) Refresher: coloro che aggiornano sempre email e social networks alla ricerca dell’ultima novità. Di fatti, cambiano partner e amici spesso. Si masturbano con 10 video diversi aperti. Ed altre amenità da malato di ADHD.

4) Commenter: coloro i quali commentano ogni cosa vedano sul web. Sono le tipiche persone “opinionated“, che hanno opinioni su ogni cosa. Quando non sono informati, pur di intervenire, sparano frasi del tipo: “Ormai non è più come prima”.

La classificazione del WSJ è abbastanza esaustiva. Quello che non viene però messo in evidenza in maniera chiara è che queste persone sono malate anche offline. Il web è solo un mezzo per dare spazio alle proprie nevrosi.

Più che digital detox, parlerei di digital defrost, ovvero scongelamento. Il web ti congela i sentimenti veri, le emozioni della vita reale. Servirebbe un sano distacco per poterne fruire a pieno i vantaggi.

Ma siamo nel campo dell’utopia.

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