Morte Assicurata, Demenza Garantita

Già sono pronti il plastico e la puntata. Titolo: “Morte Assicurata”. Svolgimento: “Donna calabrese incinta inscena incidente, lasciando morire bimbo, per incassare assicurazione”. Alunno: Bruno Vespa. Share: 40%.

L’ennesima mamma disgraziata. Le adepte del delitto di Cogne, le Cognettine, si sprecano nelle cronache. Ormai ci sono più bambini nella spazzatura che rifiuti. E se dovessimo valutare una società da questi episodi, l’Italia dovrebbe chiudere bottega.

Riguardo questa notizia, sulla Rete i commenti anti-meridionali si sprecano (“cosa aspettarsi da una calabrese?”). Se una parte del paese ammazza bambini, l’altra guarda il dito e non la luna. E con quel dito saprei io cosa consigliargli di fare.

La disperazione fa brutti scherzi. La povertà rende l’uomo schiavo. Di se stesso, di truffanti e di approfittatori. Non voglio giustificare nulla, un atto del genere è paragonabile all’ISIS che sgozza giornalisti. Va punito senza esitazione.

Eppure, di fronte a questi gesti estremi, invito tutti a non reagire con una competizione di rutti liberi. Riflettiamo. Ragioniamo. E valutiamo. Altrimenti, si rischia di uccidere quel bambino due volte.

Hipsterìa Collettiva

Si stanno estinguendo in tutto il mondo. Eppure da noi ce ne sono più dei malati di Ebola in Liberia; Bologna è stata pure nominata la loro capitale. Parliamo degli Hipster, una strana creatura metropolitana che ci ha definitivamente sfilacciato lo scroto.

Come sono nati? Come qualsiasi isteria o pandemia collettiva, hanno un’origine ben precisa. Anni quaranta, USA, erano denominati così i “vorrei ma non posso” del Jazz. Ragazzi bianchi della classe media che volevano imitare i jazzisti neri. Il loro inno in Italia poteva essere la famosa hit di Ninno Ferrer.

Negli anni 60, fu poi Mailer a definire gli Hipsters: “Coloro che, circondati dalla morte, intraprendono un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell’io“. Tutto questo casino per farsi crescere la barba, insomma. Non bastava dire che il barbiere era chiuso?

Solo negli ultimi anni, l’Hipsterìa collettiva ha assunto dimensioni pandemiche. Hip in inglese significa cool. E siccome tutti ignorano l’origine della parola (da Hep, soprannome dei ragazzi bianchi di cui sopra), è nata l’equazione: barba + tatuaggio + bicicletta + camicia a quadroni + Mac = sono un figo. Direi imperativi eversivi dell’ignoranza.

Badate bene. Non ho nulla contro queste bestie. Assieme ai radical chic ci aiutano a popolare le città. Pagano le tasse. Mangiando vegano, cagano e sporcano poco. Andando in bici, inquinano meno. Ascoltando musica a loro stessi incomprensibile sono troppo concentrati per rompere il cazzo. Spesso non votano, quindi non fanno danni alla Democrazia.

Poteva capitarci di peggio. Eppure, finché non vedrò caderne l’ultimo pelo di barba, non mi riterrò completo come essere umano.

Aspetto con ansia.

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