Dove c’è Barilla, c’è Ipocrisia

Parlare di argomenti GLBT mi annoia profondamente. Ha più senso se ne parli un eterosessuale, così come la lotta per la parità della donna ha più effetto se sostenuta da uomini. Eppure mi vedo costretto ad affrontarlo per la seconda volta in pochi giorni. Il caso del giorno: la Barilla è stata nominata azienda tra le più gay friendly al mondo. Questa cosa mi fa torcere le budella almeno quanto vedere certe makeup guru struccate.

Il casus belli. Nel 2013, Guido Barilla dice quello che pensa davvero: per lui la famiglia tradizionale è quello tra uomo e donna. Si scatena il finimondo, ed il furbacchione, subodorando crolli di fatturato soprattutto in US, chiede scusa pubblicamente a tutta la comunità GLBT. Dopo di che, iniziano una serie di iniziative super fake dell’azienda a favore della causa gay lesbica bisex e trans.

Cosa non amo di questa vicenda. L’ipocrisia. La falsità. Il buonismo stucchevole. Preferisco quei dementi di Dolce e Gabbana, che restano coerenti con la loro idiozia rischiando gli affari, piuttosto che queste marce indietro glitterate e opportuniste. Mi diranno: almeno ora i dipendenti gay della Barilla sono più tutelati, poco importa come ci si sia arrivati.

Il metodo è il messaggio, miei cari. Questa vicenda aiuta l’omofobia in così tanti modi che quasi svengo. La “redenzione” del pasticifio da solo adito alla teoria omofobico-complottista-massonica della lobby gay che piega i potenti alla sua causa. Da loro l’occasione di fare propaganda contro la libertà di pensiero. Da modo alle noiosissime sentinelle in piedi di fare altri sit-up a leggere Bambi nelle piazze delle nostre città.

L’unico soggetto che deve obbligare al rispetto delle persone GLBT è lo Stato. Lo Stato è l’unico ente oggettivo di tutela dei cittadini. Quando si cercano altre vie di fuga, come patetici boicottaggi commerciali buoni solo a postare tweet fighi*, si denuncia l’incapacità di cambiare le regole del gioco, prendendosela con i giocatori anzichè con chi quelle regole le fa.

Miriamo all’obiettivo giusto. Non sprechiamo energie.

Ed evitate di abbuffarvi di pasta. Che sennò pure grassi diventate.

*Li ho fatti anche io, mea culpa.

Paradosso a cinque stelle

Spero che il M5S esista per sempre. Perché è il miglior alleato del PD. Perché sono funzionali al sistema che dicono di contrastare. Perché portano pepe all’agone politico.

1) Miglior alleato del PD.
Fanno paura, sono disorganizzati, sono inesperti. La loro stessa presenza al Parlamento, ogni cosa che dicono porta voti al PD. Matteo ringrazia.

2) Funzionali al sistema.
Imbrigliano la protesta in una storia civile e non violenta. E non facendo alleanze, non governeranno mai. Sono cani che abbaiano e che non mordono. La gente si illude di protestare votandoli, ma in realtà è solo una gabbia di consenso. La casta ringrazia.

3) Sono una novità sullo scenario politico. Sono più divertenti dei soliti noti. Fanno più spettacolo e ci fanno annoiare di meno. Riempiono i tg. Lo show business ringrazia.

Per queste tre ragioni, spero tanto rimangano per sempre vivi e vegeti. Grazie di cuore.

I dieci tipi di gay romani

Ora sono abbastanza lucido per descrivere oggettivamente la situazione maschile gay romana. In termini tecnici sociologici, esiste una parola che la riassume: una cloaca. Cosa fanno le fogne? Raccolgono tutta la merda e la convogliano verso un posto di sfogo. Ebbene, questa magnifica città abbellita dai maestri rinascimentali funge da raccoglitore di tutta la merda italiana. Soprattutto del sud italia.

I gay qui si dividono in categorie totalmente autoctone, tipiche di Roma e di Roma soltanto.

1) I fori imperiali
Cosi traforati e larghi, che ci balli la macarena dentro.

2) Gli amatriciani
Si ingozzano fino al vomito, poi passano al prossimo piatto.

3) Le colossee
Enormi, muscolose, totalmente e inesorabilmente donne.

4) I vaticanal
Cercano una relazione. Con tutti i cazzi di Roma.

5) I domus aurea
Ce l’hanno solo loro, ed è dorato.

6) I lupacchiotti.
Pelosi, tatuati, totalmente e inesorabilmente donne.

7) I fontana di Trevi
Piangono sempre miserie e disgrazie. Ma fottono e quanto fottono.

8) I piazza del Popolo
Lo danno a tutti

9) I villa Borghese
Annoiati, ricchi e sempre in gite fuori porta.

10) I normali
Non esistono.

Benvenuti nella Città Eterna. E degli Internati!

Psicopatologia a la carte

Ormai ci siamo abituati alla psicopatologia del prossimo (e nostra). 

Non si spiega altrimenti l’indulgenza nei confronti di certi personaggi – pubblici e privati – che infestano la nostra esistenza. Ormai è all’ordine del giorno vedere:

– Gente parlare da sola per strada;

– Gente guidare come se fosse incastrata nel traffico (ma la strada è vuota);

– Gente che sparisce dalla tua vita per uno status di facebook che non ha gradito;

– Gente che dice cose razziste/omofobe/sessiste e dichiara di farlo per difendere la libertà di espressione;

– Gente che chiede l’indipendenza dal proprio Paese, solo per evadere le tasse;

– Gente che evade le tasse per milioni di euro, e viene condannata a fare da badante ai suoi coetanei;

– Gente che ama follemente la propria moglie ed i figli, e si fa scopare da magnifiche trans brasiliane superdotate;

– Gente che non vuole complicazioni sentimentali, ma a letto devi portarti righello e goniometro tanto sono complicati;

– Gente che per un minuto di gloria si fa un selfie in tutti i cessi del mondo;

– Gente che fa l’escort, ma cerca l’amore della vita;

– Gente che cerca l’amore della vita, ma va ad escort;

– Gente che ti entra in ufficio ridendo, e inizia a piangere appena gli cade una penna…

– etc etc…

Potrei continuare ad libitum, davvero. La tassonomia di patologie è così estesa, che Freud ne avrebbe da scrivere una collana De Agostini. Io non posso esimermi dall’esserne parte a pieno, ma almeno me ne rendo conto e cerco di scherzarci su. Molti pensano di essere davvero sani, e di non aver bisogno di tanto aiuto (soprattutto, chimico).

Ed è questo il vero dramma: in un mondo di pazzi, tutti finiscono per sentirsi sani.

Io sto con Letta

Io sto con Letta. Perché lui non ha chiesto di fare il Presidente del Consiglio. Perché ha avuto i nervi saldi a stare al governo con i pretoriani del Nano. Perché ha sempre avuto in mente il bene dell’Italia (e non la poltrona). Perché è competente, giovane, e rimane l’unico a poter governare il Paese.

Non voglio addentrarmi nello scenario del PD, congressi vari e primarie (Renzi, stai calmino che non è il momento di fare la primadonna). Ora come ora, bisogna solo andare avanti con questo Governo, portare a casa l’abbassamento del cuneo fiscale, la legge di stabilità, una nuova legge elettorale, e magari una riforma istituzionale serie che abolisca il bicameralismo perfetto. Questo Paese ne ha bisogno come l’aria. Non ci sono storie.

Stasera Letta andrà da Fazio. E Martedì chiederà la fiducia al Parlamento. E io sarò a tifare per lui. Per il Paese.

A fanculo fascisti grillini e berlusconiani.

Dove c’è Barilla, c’è casa(Pound)

Vorrei tanto prenderla ironicamente, ma non ce la faccio. La questione di Guido Barilla mi fa proprio incazzare. Molti lo difendono (“ha detto solo quello che pensano tutti”), altri invocano la libertà di espressione (seguendo il lungo filone letterario della cappellata alla italiana), altri ancora sostengono abbia solo esplicitato una regola semplice di marketing (le famiglie eterosessuali sono la maggioranza del mercato…e Kotler sta vomitando nella tomba). Dire che non sono d’accordo è un eufemismo. Solo in Italia si cercano i cavilli e i sofismi per difendere un OMOFOBO patentato. 

Barilla non è un politico, ma è padrone di una delle pochissime multinazionali italiane, ergo rappresenta l’Italia nel mondo. La nostra classe dirigente (economica e politica) deve essere la nostra migliore selezione di cavalli di razza. Non buttiamola sulla filosofia. Questa si chiama IGNORANZA e PROVINCIALISMO di un figlio di papà che non ha mai messo piede in un supermercato. Dove probabilmente avrebbe visto due ragazzi, davanti allo scaffale della pasta, a discutere su quale sugo preparare questa sera.

Mi spiace per il signor Barilla, si perde buona parte dell’amore che c’è nel mondo.

Ma mi spiace ancor più per l’Italia, che non perde occasione di fare figure di merda in giro per il mondo.

Non ci bastava Borghezio, dico io.

Comu-anali 2013

Riepologo dei risultati del primo turno delle comunali. Vince l’astensione. PD in vantaggio dappertutto. PDL segue a ruota. Movimento 5 Stelle disintegrato. Poche, ma chiare lezioni.

1) Il PD vince quando vanno solo quelli del PD a votare. Sostanzialmente, sono state delle primarie data l’affluenza bassissima; 2) Il M5S lo si vota solo alle nazionali, perché poi alle comunali ci si caga sotto di mettere degli incompetenti (il che rivela molto di quanto pensiamo siano utili i Parlamenti);

3) Il PDL tutta questa rimonta non ce l’ha avuta, ma neanche un crollo (come uno penserebbe dato il suo leader accusato di frode fiscale); 4) I sondaggi ormai sono accurati quanto una rondine che fa la primavera; 5) Alemanno si fa di crack (si può mai dire che i romani non sono andati a votare per via del derby?)

Con queste elezioni, la situazione è esattamente uguale a quella di febbraio. Non si capisce proprio un cazzo. Anzi, quello si capisce, ed è diretto verso il nostro deretano.

La prova del Nove

Sarà la mia indole irrimediabilmente ottimista a farmelo dire, ma il risultato di queste elezioni rappresenta una straordinaria occasione per cambiare il Paese, per sempre. E’ in tempi di crisi che si prendono le decisioni più drastiche, rivoluzionarie. Questa è la prova del Nove della nostra democrazia.

Grillo vuole cambiare l’Italia. Bersani vuole fare altrettanto. Ci sono molti punti in comune (altri assolutamente no). Non vedo alcun motivo per cui non si debbano alleare sui singoli provvedimenti per poi andare al voto a stretto giro (18 mesi massimo).

Mercoledì prossimo, il PD proporrà 8 punti di governo: che ci siano anche punti vicini a quelli espressi dagli elettori del M5S (un quarto degli italiani). Se non saranno inclusi, sarà l’ennesimo fallimento, l’ennesima chiusura all’esterno e all’esigenze della gente.

D’altra parte, il M5S dimostri quello che ha sempre detto di essere: un movimento. Ed in quanto tale, deve dimostrare di sapersi “muovere” ed evolvere in un partito in grado di prendere decisioni non puramente legate agl’interessi di bottega.

Ci sono interessi fortissimi in ballo. Ma c’è una lobby che già si lecca i baffi all’idea di un’Italia allo sbando: gli speculatori finanziari. Chiunque ci farà cadere in questo tranello (PD o M5S), dovrà fare i conti con la Storia. E con la propria coscienza.

Nota finale: Bersani sia Presidente del Consiglio in questo governo pro-tempore. Ma appena eletto, deve dimettersi dalla Segreteria del PD. Faccia spazio a Renzi, che avrà tutto il tempo per organizzare le fila per la prossima battaglia elettorale. Bersani dimostri di essere il segretario serio e credibile che io credo sia.

Tutti a pecora!

Tutto logico. In una campagna dominata da polli, tacchini e giaguari, a trionfare é stata la pecora. La posizione che preferiscono gl’italiani di fronte alle grandi crisi che li colpiscono. L’unica risposta che sanno dare è quella della sottomissione al capo, del disprezzo della democrazia, dell’avvelenamento della vita politica. Che sia cosi, la Democrazia è grande anche perchè permette ai cittadini di annientarla deliberatamente.

Il dato è tratto: il 46% degli italiani sceglie dei comici miliardari per esser governati. Sommando a questi, il 25% degli astenuti, direi che il Paese si merita quello che ha votato: il caos piu totale. Il PD ha perso, è il grande sconfitto. Le ragioni sono molteplici, ma non mi ci voglio dilungare perchè è facile fare i saggi con il senno di poi. L’unica amarezza: non abbiamo dato voce ai disperati accecati dal pagliaccio sbraitante.

Io rimarró sempre democratico. Il nostro partito è l’unico PLURALE, senza PADRONI. Con una storia di libertá e di eroi morti per conquistarla. Ma bisogna guardare al futuro con speranza e gioia. Il Paese sta cambiando ed abbiamo una grande occasione per rigenerarlo davvero. In tempi di forte crisi, si trovano soluzioni straordinarie.

Adesso ai grillini lascio il beneficio del dubbio (non ho altra scelta). Se al parlamento dimostreranno di essere DAVVERO liberi dal loro padrone, mi ricrederó su tutto quello che ho detto su di loro. Se saranno COSTRUTTIVI e non solo distruttivi, dimostreranno il loro vero passaggio da sfascisti a padri fondatori della terza repubblica.

Le prime prove: legge elettorale, elezione del presidente della repubblica, legge conflitto di interessi.

Ci vediamo in Parlamento. Iniziate ad assumere una posizione eretta da oggi, che piegati viene la sciataglia.

Se hai fame, mangia!

Odio gli aperitivi. Sono un’usanza milanese per radical chic frustrati. Ne faccio solo se costretto con la forza o se devo fare qualche date romantico (o pseudo tale). Sono contrario, per una ragione semplice: se hai fame, mangia cazzo! Inutile perdere tempo con stuzzichini vari, merdatine frozen finger fucking food o assaggini bioagrodegradabili.

Sul voto, penso esattamente la stessa cosa. Se vuoi un governo vero, VOTA un partito grande, e non i cazzettini della Ing(r)oia,&Grillo&Partners. Lo chiamano voto utile, io preferisco chiamarlo voto fallico.

La nostra Carta è vecchia quanto Sandra Milo – se non di più. La legge elettorale non è mai stati cristalizzata in un articolo – ma lasciata alle disposizioni delle Camere – solo perchè non si riuscì a trovare un accordo tra i costituenti (manco all’epoca!). Si decise così di lasciare flessibilità sull’argomento (peraltro, era questione di poco conto: la Democrazia Cristiana avrebbe imperversato con larga maggioranza, qualsiasi legge fosse stata ratificata).

Purtroppo, i Padri Costituenti non avevano previsto la creatività italiana. 

La quale si concretizza anche in fase di presentazione dei simboli al Viminale. Sono sempre stati numerosi, ma quest’anno si è registrato il record di sempre: la maggior parte sono liste-civetta (innocue, fanno quasi tenerezza), e poi ci sono le liste-rompicazzo (Rivoluzione Civile, M5S, Fare, etc etc). Si chiamano così – in termini prettamente tecnici – perchè nascono con il preciso intento di creare instabilità nel Paese generando parlamenti “monchi” di quella maggioranza che serve a governarlo.

Voglio essere categorico: chi vota i partiti piccoli vota contro l’Italia. Non mi venite a raccontare che nessun partito vi rappresenta, e che, guarda un pò, quello minuscolo è fatto apposta per voi. Ancora credete alla storia del “non importa quanto sia lungo, basta saperlo usare”? Sappiate che di solito lo dice chi ce l’ha piccolo per darsi un tono: un partito piccolo non potrà MAI realizzare quello che vi promette di fare, le dimensioni SONO TUTTO…non solo a letto!

Consiglio – non richiesto: nella cabina elettorale con la vostra bella matita in mano, ponderate bene quello che fate. Potete scegliere tra un Paese dove si prendono decisioni forti (senza compromessi) o uno dove non si decide una mazza per venire incontro a tutti.

Io preferisco grandi cazzate prese con fermezza, a decisioni annacquate prese con il righello.

E voi?

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