Maria, sindaco d’Italia

Bella storia le prossime amministrative. A Milano, non saprei chi votare. Sala mi sembra l’ennesimo uomo-simbolo senza contenuto, un cubista della politica. Gli altri due sono burocrati-grigi, dei Casper delle amministrative. Se fossi di destra poi, mi trasferirei a Lugano pur di non votare Sallusti. A Roma, stessa situazione. Nessuno si è ufficialmente candidato. Nell’Urbe il PD si è smaterializzato, roba che Lilly Gruber a OttoeMezzo sembra meno eterea con tutte quei fari in faccia. Inoltre, l’idea di avere Marchini (Ridge de noiartri), Meloni (Sora Lella Jr) o Di Battista (Il Nulla della Storia Infinita) come sindaco mi agghiaccia almeno quanto inserire il pisello in una presa elettrica. Non so come ne usciremo, ma io ho una soluzione: mettiamo Maria De Filippi a governare tutte le città d’Italia. Meglio un genio del male, che gente mal assortita.

Polveri sottili

E’ come la psicologia. Prima certe malattie non c’erano perché nessuno le aveva inventate. Perché ce li creano certi disturbi. Alcuni anni fa hanno inventato il dramma dello SPREAD. E ora qual è l’ultimo? Ci vogliono far credere alle POLVERI SOTTILI. Si vede che non hanno mai vissuto con una mamma del sud! Le polveri sottili le mamme del sud le rilevano pure a distanza di diversi fusi orari. E nel microsecondo che effettuano lo scanning, già hanno comprato aspirapolvere agli elettroliti megatronici, detergenti ammazza scarrafoni, vaporella che fonde pure l’adamantio, e ti hanno già cazziato che sei zozzo e hai bisogno di mammina per “tutte e cose”.

In ogni caso, gli esperti ora sono contenti. Il tempo è tornato ad essere di merda. E pare che questo le mandi via tutte queste benedette polveri. Eppure, quelle grosse ci stanno ancora, Roma è una città ridotta alla fogna di Gotham City. Ma qui teniamo Tronca, mica Batman. Va bene c0sì. I turisti vengono e trovano le metro chiuse, perché non possiamo pagare gli straordinari a quelli dell’ATAC (si chiama così perché se vieni a Natale, ti ATAChi al c…o, chiaro no?). Ma almeno ora non trovanno manco un pulviscolo che Zurigo ci fa un handjob.

E bloccate pure il traffico, le pari , le dispari, le destre e le mancine. Ho il dubbio che queste centraline le comandi Barbara D’Urso, così uno è obbligato a rimanere a casa a vedere i suoi rutti sentimentali in diretta TV. E non puoi neanche sfuggirle mettendoti sulla Rai (dove o becchi una bestemmia o l’orologio più sballato di Donatella Versace) o su internet. Su Facebook è tutto un dilagare di disgrazie. Poi scopri che sono bufale di entità pachidermica, ma intanto te la sei fatta nei pantaloni e vai pure a dare torto a mamma che ti chiama zozzone.

E torniamo all’inizio. Le Polveri siamo noi. Arrendetevi.

 

 

Lavorate quando gli altri non lavorano!

Scelgo sempre i giorni in cui vanno gli altri in ferie per non andarci io. I motivi sono vari, ma cercherò di enunciarne solo i tre principali.

1. Il traffico si dirada come i capelli di Berlusconi prima del trapianto in Marocco. Circa l’80% dello stress dei romani (e circa il 95% del mio) dipende dagli ingorghi. Che poi a Roma il traffico non esiste: esistono solo i cadaveri a cui è stata accidentalmente concessa la patente. Ecco: durante le feste, questi figuri decidono di morire in pace a casa. Mi chiedo perché non restino costanti in questo cupio dissolvi anche durante gli altri 360 giorni dell’anno.

2. A lavoro si riesce DAVVERO a lavorare. Per alcuni giorni il vostro ruolo nella società assume finalmente un senso compiuto. Nessuna chiamata molesta, nessun caffè col fornitore, nessuna emergenza che dio-mio-se-non-mi-mandi-ora-il-file-ISIS-mi-apre-il-culo. Tutto procede come se il mondo fosse tornato al medioevo. Lento, rilassato, e fancazzista. E tu puoi finalmente dedicarti a quella chimera metropolitana chiamato VALORE AGGIUNTO. Che durante l’anno dimentichi amenamente per stare dietro al micro-management, come dicono quelli bravi (io dico “cacapamenti di palle”).

3. E’ una valida scusa per evitare tutti i raduni di famiglia. Nessuno ti potrà mai rinfacciare di non aver partecipato all’ennesimo mercante in fiera dove nonno inizia a ruttare la cassata. Nessuno potrà denigrarti se accampi la ragione di stato del “posto di lavoro”. E se sei proprio stronzo, e hai dei parenti proprio persistenti, basta dire la parola magica “copertura”. Sai, i miei colleghi non lavorano, non possiamo lasciare scoperto il reparto, l’anno scorso è toccata a loro (bugia colossale, ma tanto chi si ricorda!). E tutti si zittiscono. Così ti svegli l’11 gennaio con le feste alle spalle, e i parenti fuori dalle palle.

Non mi resta che augurarvi buone feste…e buon rientro alla follia!

La vita a 33 anni o di come sopravviverli

L’altro giorno mi trovavo davanti ad un caffè, parlando del più e del meno con un amico. “Ci pensi? Fra 7 anni avremo 40 anni!”. Ora, posto che io non mi metterei mai ad urlare una cosa del genere in pubblico e che occupo la mia vita con interrogativi ben più entusiasmanti (es. “perché il cuore batte così forte dopo un orgasmo?”), mi ha fatto riflettere quel bastardo. Nota mentale: cancellarlo dalla rubrica.

La verità è che non posso prendermela con lui. Ha ragione: la matematica non è un opinione, e la carta d’identità manco! Certo, se date un’occhiata alla mia, penserete che sono un siriano appena sbarcato a Lampedusa, e non uno splendido esemplare di 33enne-fra-7-anni-40enne italiano puro sangue. Ma nonostante il mio charme ed incredibile fascino, è vero.

Ricordo che da adolescente pensavo ai trentenni come i “signori”, quelli grandi. E se devo dirvela tutta: immaginavo la mia vita esattamente come è ora. Carriera, allenamento ed un abbondante disturbo antisociale di personalità. Si, volevo anche una famiglia, ma su quello ci sto lavorando con il mio psicoterapeuta. Perché avere delle persone amate se puoi avere dello Xanax?

Eppure, il tempo delle mele è finito, sono ormai alla cheesecake. E volente o nolente, devo vivere i miei anni così come vengono, senza alcuna aspettativa. Il segreto è quello. Se ordini una pizza alta pachino e bufala, con doppia bufala, e con il cornicione bruciato, e ti arriva una marinara striminzita alla romana ci rimani malissimo, no? Se invece chiami Pizza Mary e gli dici “mi faccia una sorpresa”, a parte beccarti una denuncia per stalking, qualsiasi cosa porteranno ti piacerà!

Un altro trucchetto che ho imparato alleviarmi il peso del mondo è dirmi bugie. Tutto andrà bene, tutto si sistemerà, insomma non buttarti giù, c’è chi sta peggio di te. E non importa se non ti viene in mente nessuno che non viva in una favela a Rio, l’importante è crederci. Perché prendersi per il culo è il segreto di una lunga vita. Quello, e lo Xanax di cui sopra.

Se dovessi consigliare un’età ai miei nipoti, gli consiglierei proprio questa che sto vivendo ora. Sei libero di fare rutti e peti nella tua casa da single incallito. Puoi spararti mille episodi di un telefilm e morire di torcicollo perché non sai dove diamine poggiare il mac per vederli. Puoi comprare qualsiasi cosa su Amazon, e dirti che te lo meritavi. Manco avessi vinto un Nobel per la pace per aver buttato la spazzatura prima che venisse la nettezza urbana.

E non dimentichiamoci la cosa più bella di tutte. Non devi dar conto a nessuno di quello che fai. Sei L I B E R O. A volte ti puoi sentire un pò solo, senza speranze, ma poi finisce la pubblicità e dimentichi tutto.

Good luck 33enni!

Feedback..o me facc e cazz tuoje

Chi lavora in azienda conosce bene questo male. E’ una necessità quasi irrefrenabile. La gente sente il dovere morale di darti un feedback (un riscontro) su qualsiasi cosa, pure su come vai al cesso. Perché in inglese tutto sembra figo, cool, ma a Napoli non lo chiameremmo semplicemente “me facc e cazz tuoje”.

Noi non siamo americani, siamo latini. Se io faccio una cosa, a meno che non te lo chiedo io, ma perché minchia mi devi dire cosa ne pensi? Perché? Devi per forza parlare? Hai qualche herpes che ti impedisce di tenere le fauci chiuse? Ma riempiti la bocca con altre occupazioni, che forse ti riescono meglio, no?

Io accetto consigli solo da chi stimo, e da chi voglio bene. Gli altri che parlano, mi fanno pure un po’ pena. Perché si pensano che possano minimamente influire sul mio modo di essere e di agire. E io gli faccio pure credere che è vero, che sono indispensabili i loro preziosissimi punti di vista sul mondo. Non voglio dirgli che Babbo Natale non esiste, e che loro non valgono un cazzo.

Parliamoci chiaro. Io da sempre incasso colpi per crescere, e ascolto tutti per migliorare. Mi piace non restare fermo, ed evolvere. Per cui, anche da persone assolutamente inutili accetto consigli, che magari un piccolo fondo di verità ci sta. Detto ciò, sarebbe carino se queste persone le cose me le dicessero in faccia, invece di farlo come le pettegole di paese. Alle spalle, come i peggiori vigliacchi.

Ho imparato una cosa. Se diventi un pericolo, iniziano a trovare difetti dove ci sono solo qualità. Tocca avere grandi solidità e autostima per sapere quanto vali davvero. Quello che quegli esseri piccoli piccoli non comprendono è che non ti danneggiano buttandoti giù. Ti fanno volare ancora più in alto. Non esiste motore più potente dell’orgoglio.

Poveri illusi…e pure a voi, auguro bellissime feste. Spero che abbiate famiglie molto molto pazienti…sempre se avete qualcuno con voi.

Favelas disney

Quando perdi per la testa per un uomo, ogni cosa che fa assume un significato estatico ai tuoi occhi. Poi finisce tutto e scopri:

che i suoi tenebrosi silenzi non nascondono speculazioni metafisiche sul senso della vita, ma una peperonata mal digerita; che il suo abbracciare festosamente i bimbi non nasce dal suo innato senso paterno ma dall’essere felice di non averne tra le palle a casa; che il suo ex ragazzo, dipinto come un orrendo mostro a tre teste, è un invece un missionario comboniano in Lesotho;

che i suoi amici, che al vederlo esultano, sono solo felici di vedere te, che lo tieni lontano da loro; che le mutande lasciate in giro per casa non sono sintomo di uno spirito ribelle, ma solo di un demente mammone; che le sue battute non sono mai state divertenti, ma solo rutti random di pensiero libero e sgrammatico;

che quella magnifica fossetta sul mento non è sexy, ma solo un ricettacolo di briciole; che quello sguardo così profondo nasconde un vuoto che ci senti il mare se appoggi l’orecchio sui suoi occhi.

Ma la cosa che più ti fa incazzare sei tu. Che non sei quell’essere tutto amore e dedizione, ma solo l’ennesimo coglione che ha creduto nella favola Disney, quando esistono solo favelas Disney.

Be kind..le

Dopo almeno due decadi da lettore accanito, da sniffatore di libri nuovi, da feticista dell’ordine alfabetico degli scaffali de La Feltrinelli….HO APPENA ACQUISTATO UN KINDLE. La scelta è dettata da diverse ragioni, che proverò qui ad elencare. Intanto il post è lungo, accomodatevi.

1. Salute. Ormai avevo il gomito del tennista. Ogni posizione era diventata usurante per il mio corpo. Mi vedevo già in un episodio di Grey’s anatomy. E mi sarebbe capitata una donna, non un dottore bono.

2. Spazio. L’ultimo trasloco è stato un trauma. Ho dovuto vendere una caterva di libri (di base solo il 30% di quelli letti si salvano), e quelli che mi rimangono saranno ragione di bestemmia per il prossimo trasloco.

3. Portabilità. I libri non riesco a portarmeli dietro, e durante i viaggi occupano troppo spazio. Il litigio con la stronza della WizzAir che mi ha detto di leggere meno così la valigia entrava nel misuratore mi hanno lasciato un segno indelebile.

4. Costi. La ricerca costante di lampade da notte con la luce perfetta mi è costata capitali negli anni. Credo che dopo l’accordo di Parigi, metteranno al bando il mio comodino per eccesso di emissioni di diossido di carbonio

5. Vista. Alcuni editori fanno scelte di font davvero al limite del masochismo. Cinquanta sfumature di Times New Roman

6. Continuità. Mi addormento sempre mentre leggo. Il segnalibro ha vita propria, e al risveglio lo trovo sempre in pertugi non opportuni. Così rileggo sempre almeno due volte delle pagine per ritrovare il filo. Un pò come Beautiful che dopo la pubblicità ripete gli ultimi due minuti precedenti.

7. Ecologia. Fingendo di interessarmi dello spreco di carta, avrò buon motivo per offendere chiunque legga ancora i libri unopuntozero.

E ALLORA..che ASPETTATE? Comprate anche voi un KINDLE, cazzo

Un pò di darwinismo fa bene

La ragazzina, che si è vista nella classifica delle ragazze più brutte della scuola, ha dato una risposta magistrale ai cyber bulli della sua classe. Bravissima lei, ma bravissimi anche i compagni di classe. La loro cattiveria, totalmente naturale e non studiata a quell’età, l’aiuterà a crescere, a diventare un essere umano con le palle.

Non li sto giustificando. Se fossi stato loro genitore, li avrei cazziati che manco Tina Cipollari all’ennesimo tronista analfabeta di Maria. Ma dentro di me, avrei pensato anche che non c’era nulla di male in quello che avevano fatto. E’ nell’ordine delle cose: i ragazzini sono degli animaletti a masturbazione compulsiva. E’ dovere dei genitori indirizzarli verso la strada della maturità, ma non lo è forzarli con una ruspa.

Se ripenso ai bulli della mia età scolare, li devo ringraziare tutti. A quelli che mi prendevano in giro perché odiavo il calcio, dico grazie, perché mi hanno insegnato che essere una voce fuori dal coro è faticoso, ma estremamente piacevole quando si è adulti. A quelli che mi facevano sentire inadeguato perché non mi piacevano le ragazze, dico grazie, perché mi hanno fatto comprendere la bellezza della diversità e della complessità del mondo.

Insomma, quando si diventa grandi, tutto migliora. E la più grande soddisfazione è vedere quegli stessi bulli rimanere gli stessi della scuola, mentre tu sei diventato un essere umano completo, consapevole, e così figo da farli schiattare tutti d’invidia.

What doesn’t kill, makes you stronger. Ci credo da sempre. Fa eccezione solo l’influenza intestinale, forse.

Single a vita

Niente, io rimarrò single a vita. Appena nasce qualcosa, io mi sento soffocare e scappo manco bussasse Equitalia al citofono. Vorrei tanto essere una persona romantica, che si da all’altro senza condizioni, che vive le proprie emozioni almeno tanto intensamente quanto il primo a spingere la porta di Euronics quando inizia il FuoriTutto, ma proprio non ci siamo. Ogni tanto, quando fa freddo e si bloccano i termosifoni, mi assalgono degli spiriti da principessa della Disney, e cerco un compagno. Ma quando il termostato supera i 27 gradi, chiamerei amorevolmente i NAS a disinfestare casa dalla creatura che fino a pochi istanti prima sbacciucchiavo con tenerezza. Nella mia testa continua la vocina “non hai ancora trovato quello giusto”. Potrebbe essere vero, ma parliamoci chiaro. A trentatre anni, non hai più il desiderio di litigarti su quale serie TV da vedere su Netflix, e non accetti compromessi sull’annosa questione “tavoletta del cesso abbassata si tavoletta del cesso abbassata no”. Non vuoi trascorrere neanche un secondo a dibattere su dentifrici strizzati al centro e non alla fine o su calzini sporchi che volano per caso manco Pomi d’ottone e Manici di Scopa. E no, non voglio prenotare le vacanze assieme in un villaggio della Valtur dove finiremo per litigarci perché ho guardato troppo il culo dell’animatore che insegna origami ai non vedenti, non voglio diventare un “noi”, che somiglia tanto a “non io”. Dice che Gesù si è fermato a Eboli, ma l’amore si è fermato sul Raccordo. E mica sono il carrattrezzi.

Breakfast Date, Angelina, e Maria de Filippi

Il mondo delle casalinghe frustrate (mi ci includo) è nel panico. Sarà vero che Maria de Filippi lascerà la conduzione di Uomini e Donne a Raffaella Mennoia, una sua autrice? Sarebbe sostituire Gesù con un evangelista! Esiste solo un precedente: Magalli era un autore di Raffaella, per poi diventare lui stesso conduttore (così agoniato dalla Rai da farlo sparire da youtube per diritto di autore!!).

Manco potremo andare al Billionaire per distrarci. Briatore ha perso quattro denti, e non è proprio aria. Nè potremo più recarci dal Wallmart a comprare un bel fucile per far fuori qualcuno come fanno gli americani per sport, o decapitare gente come fanno i russi per ammazzare la noia. Magari possiamo chiamare la Casta, che ultimamente sta incazzata nera, e ci pensa lei a risolvere la questiona da donna a donna.

Sicuramente, nessuno di noi farà come l’ex rugbista Trevisan, che si vuole far prete. Non esageriamo. Sopravviveremo anche senza Maria (quella originale, ma non la fake del cattolicesimo).

Ora devo lasciarvi. Ho un breakfast date. Ci vediamo nella nuova casa di Angelina e Brad!

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