State Boni(ni)

La Bonino sbuca ad ogni elezione presidenziale.

Ogni 7 anni, la scongelano dal freezer di Pannella, per poi votare il solito 90enne con “alto senso delle istituzioni”. Lei è come una puttana: tutti la vogliono, nessuno se la sposa.

D’altro canto, parliamoci chiaro: la Bonino non è adatta a fare il Presidente della Repubblica. Perché rappresenta troppo una parte politica (peraltro ultraminoritaria: 0,3% alle ultimi elezioni), perché è stata già cassata ampiamente dagli elettori (che hanno preferito votare la Polverini, ed ho detto tutto), perché sarebbe una scelta troppo da “sindrome delle quota rosa”. Insomma, anche no, grazie.

Eppure, sarebbe un segno VERO di cambiamento se si votasse con ampia maggioranza una persona al di fuori di ogni sospetto. Una persona come Laura Boldrini sarebbe l’ideale, ma è troppo giovane. Si trovasse un cervello fuggito all’estero, che porti una ventata fresca nei palazzi del potere capitolino. I nomi a disposizione sono tantissimi, le nostre eccellenze abbondano.

E speriamo che chiunque venga eletto, abbia le palle per rimandarci alle urne, costringendo prima i partiti ad una nuova leggere elettorale. Senza saggi e paggetti. E vinca il migliore.

Videontologia

C’è qualcosa di profondamente diverso tra i video alle urne di Berlusconi e quello della Bonino.

Una prima evidente differenza è la disinvoltura al mezzo. Berlusconi agisce a rilento, per farsi fotografare in ogni espressione e (ultimo) rantolo vitale. E’ tranquillo, “sciolto”, non vede l’ora di farsi ritrarre dall’alto dei suoi 2 secoli di vecchiaia under the stucco and over the tacco. La Bonino appare invece sorpresa, quasi infastidita: “E’ la mia 30sima campagna elettorale, non vi ho mai visti quà, ragazzi” rivolgendosi ai giornalisti. Mancava poco che gli tirasse dietro la dentiera.

Altra grande differenza. Berlusconi non è neanche candidato, ma agisce davanti alle telecamere come se dovesse diventare il governatore di tutte e 13 le regioni**. La Bonino è in lizza per goverarne una, ma si è ritrovata a diventare la candidata nazionale del centrosinistra. Il primo si sforza di apparire più importante di quanto non sia, la seconda lotta per esserlo il giusto. Inutile dire chi risulti il più patetico e sordidamente triste.

Ultima grande differenza. Ad attendere Berlusconi ci sono così tanti flash da sembrare un plotone di esecuzione, l’aria è tesa come quando si fotografa l’ultimo elefante morente allo zoo di Berlino, un misto di tristezza ed ironia da tendone da circo; ad attendere la Bonino ci sono molti giornalisti, ma decisamente discreti, l’atmosfera è rilassata e quasi scherzosa

Solo stasera sapremo chi ha vinto, ma se fosse la Bonino sarebbe il colmo:  l’uomo che combatte i segni dell’invecchiamento battuto proprio da una “radicale libera”. Rosicherebbe quanto un cane in calore chiuso nello sgabuzzino.

**(where are you, my dear Polverini? Ci sei andata alle urne oppure anche tu stai mangiando un gustoso panino?)

Psicodramma alla matriciana

Cara Renata, Cara Emma – ma siete proprio sicure di voler governare il Lazio? No, perchè mi sembra che entrambe manifestiate seri istinti suicidi.

Emma hai cercato di toglierti la vita con ‘sto cavolo di digiuno della fame per la legalità. Ma se mi muori, come spacchio pensi di difenderla? Mandando messaggi Morse via fuoco fatuo dalla tomba? E meno male che ti sei ravveduta – altrimenti, c’avevamo n’altro radicale sulla coscienza dopo Welby e Coscioni.

Renata, Renata, Renata. Hai passato l’ultimo mese a tappezzare Roma di manifesti con uno slogan semplice “CON TE”. Ecco, forse con noi ci sei rimasta troppo e ti sei dimenticata di far presentare ai tuoi amici del PDL la lista entro la scadenza. E mo ti appelli a Napolitano per farla reintegrare, invitandolo di fatto a infrangere la legge. Renata mia, non confondere il Presidente della Repubblica con il Presidente del consiglio, please.

A me ormai non meraviglia più nulla. Del resto, il Lazio soffre del debito pubblico sanitario più grande d’Italia: sarà che per risparmiare ormai i malati di testa li mandano alla Regione e non all’ospedale?

Dalla PDella alla Brace

L'ex volto sexy del PD

L'ex volto sexy del PD

L’altro giorno pensavo: il PD ha un segretario ex comunista, un presidente cattolico ed un vicepresidente gay dichiarato. Dall’esterno, questo partito sembra fichissimo, praticamente un film di Ozpetek;

La verità è che si tratta di un film di Dario Argento ed il caso Bonino (il fatto stesso che diventi un “caso”) ne è l’ennesima prova.

Grazie alla candidatura di Emma, per la prima volta dalla sua nascita il PD assume una forma non liquida (o di merda sciolta); per la prima volta, attorno al PD si sono stretti i giovani, le donne, i riformatori veri, la società civile e la gente comune. Per la prima volta, il PD diventa un simbolo con un senso per i cittadini e non una semplice bevanda al gusto di partito politico. Di quelle che trovi al LIDL in offerta regalo con un trinciapollo. Ma soprattutto, per la prima volta il PD si libera dalla Binetti che finalmente va a tubare con l’amore di sempre, il Ridge de noiantri, Casini.

E nonostante tutti questi magnifici regali, loro cosa fanno? POLEMICHE, POLEMICHE, POLEMICHE (leggete quella di Franceschini). A questo punto faccio un appello al nostro Signore Dio, non mi resta che Lui.

“Caro Dio,

io non ho mai creduto in te, a prescindere dalla scatola e dall’offerta con cui cercano di venderti al mercato del pesce religioso. Però sono pronto a ricredermi SE e SOLO SE: a) fai vincere la Bonino; b) amputi la lingua a Franceschini; c) svegli Bersani dal torpore simil-Prodi in cui giace e gli fai cambiare gli orrendi cartelli elettorali dove sembra Casper, il fantasma; d) fai fecondare la Binetti da un angelo molto dotato, così la zittiamo un pò.

Dicono che sei in grado di fare miracoli. Per ora, la mia crema antirughe si è dimostrata più capace in questo campo. Vediamo cosa sai fare.

Grazie”.

CoAlizione da Tiffany

coalizione da Tiffany

coalizione da Tiffany

Renata, Renata: tira una brutta aria nel tuo partito dopo le tue dichiarazioni a favore delle coppie di fatto e contro il binomio immigrazione-deliquenza. C’e’ chi si chiede se hai capito di essere la candidata di destra. C’e’ chi si appella al programma elettorale. C’e’ chi gia’ si fa il segno della croce mentre si tocca la croce celtica che porta al collo (Alemanno). E hai dovuto subito fare marcia indietro.

Proprio nel giorno in cui Emma, la tua concorrente, lancia il suo quartier generale per le regionali. Sorride nel suo manifesto, “Ti puoi fidare” e’ il suo slogan, “Per un Lazio dinamico, attivo, moderno, vivace” e’ il suo grido di battaglia, “per difendere i deboli” e’ la sua missione.

Una nota positiva in entrambi i casi: si parla finalmente di politica, di cittadini, di bisogni da attendere e di sostegno ai disoccupati. Si parla dell’interesse pubblico, e non pubico – come e’ stato fino ad ora.

Non voglio ancora esprimermi, perche’ la mia paura non sono queste due donne forti e le loro idee per la nostra regione, ma le coalizioni che le sostengono. Puoi anche lavarti, ma se i vestiti sono sporchi, conta poco. E temo grandi retrofront al momento di fare le scelte quando si e’ al potere. Per ora, resto impassibile e spero che vinca la candidata che tenga più a bada i notabili di partito.

Serve una presidente carismatica, che sia stimata dalla gente, che non si lasci minacciare da nessuna oligarchia di partito, e che non vada mai a fare colazioni particolari con i notabili di partito. Di magna magna ne abbiamo piene le teiere.

Il futuro Presidente del Lazio deve saper giocare in trasferta, ma deve avere nel sacco anche il pubblico in casa, altrimenti a furia di sfondare l’area dell’avversario finira’ per essere sguarnita nella propria.

Rotture

Tempi di grandi rotture.

Brad e Angelina si sono ufficialmente lasciati dopo 5 anni di convivenza felicemente paparazzata. Mai nessuna coppia e’ stata più al centro dell’attenzione globale: forse la prima vera coppia-marchio con filiali acquista-figli in mezzo mondo. Solo Madonna li rivaleggiava in materia: ora agira’ in regime monopolistico. Bimbi del terzo mondo attenzione: potreste trovarvi ad Hollywood improvvisamente, e adieu alle vostre amate palafitte. Io sono in lutto.

Altra rottura ufficiale: il PD con i suoi elettori. In Lazio scelgono la radicale Bonino e in Puglia stravince l’esterno Vendola (nonostante le bordate neo centriste del Lider Maximo). Bersani ha commentato: “serata amara”; ma forse ha dimenticato che le primarie servono ad eleggere il miglior candidato per vincere le elezioni e non quello che più usa il goniometro a 90 gradi con l’UDC.

Rottura, infine, tra le due prime nane del governo: Brunetta e Tremonti. Il primo annuncia un aiuto di 500euro ai bamboccioni per lasciare casa, Tremonti smentisce dopo poche ore: ” Basta alle invasioni di campo”. Chi vincera’ il derby? Ma soprattutto: sti gran ca**i, no?

Intanto, mentre scrivevo, si e’ prodotta un’altra rottura: dei miei testicoli dallo scroto. Ora camminano bellamente per Roma senza una meta certa – almeno loro non dovranno più preoccuparsi di queste faccende: beata gioventu’.

Bonino, Polverini e il Polverone

E’ ufficiale: sfida tra donne per la guida della regione Lazio, Bonino (PD) vs Polverini (PDL). E non nascondo un certo piacere nel constatare che sia la prima sfida elettorale tutta al femminile: sara’ di buon auspicio? Vedremo.

I primi fatti sulle candidate.

Bonino: vuole istituire un registro per le coppie di fatto e ha creato un comitato per le pari opportunita’.

Polverini: ha dichiarato guerra alla Pillola abortiva e ha arruolato Fazzone, discusso ras di Fondi, nel suo comitato elettorale. Primo scandalo: tessere gonfiate nel suo sindacato UGL, che dichiara 2 milioni di iscritti quando ne avrebbe solo un decimo di tale cifra.

Avvertimento ad entrambe.

Mica cara Emma, per ora ti do fiducia e trasferisco la mia residenza in Lazio pur di poterti votare. Ma non ho apprezzato il non volerti presentare ad Annozero solo perche’ prima non ti aveva mai ospitato. Pensa radicale, ma agisci da leader.

Mia cara Polverini, dopo lo scandalo trans, in Lazio non vorremmo passare dai seni gonfiati alle tessere gonfiate. Altrimenti, ancora non sei al potere e gia’ a noi fai gonfiare le palle. Se il buon giorno si vede dal mattino…

Buona vita!

Disfatti!

Disfarsi significa sia sbarazzarsi ma anche scomporsi, perdere una propria parte. E’ l’Italia di oggi a disfarsi di se stessa, liberandosi delle categorie che non gli servono più.

Succede a Rosarno, dove gl’immigrati dapprima sfruttati sono stati espulsi; succede in Alitalia, che si e’ disfatta della “bad company” per tornare a far cassa; succede a Mediaset, dove vorrebbero licenziare truccatori e parrucchieri che hanno contribuito all’immagine delle sue star tv; succede nel PD, dove si vorrebbero liberare della leader radicale Bonino dopo averne sfruttato la reputazione. Si potrebbe continuare all’infinito.

Che sia lecito o meno, me ne importa poco. Mi preoccupa piuttosto la sua utilita’: negare il proprio passato, negarsi la possibilita’ di viverlo e’ un’amputazione morale di non poco conto. Perche’ a furia di levare, si rimane soli e aridi in un mare di conformismo nauseabondo. E questo fa comodo solo a chi comanda, che ci vuole soli, divisi, incazzati come bufali, gli uni contro gli altri.

Possiamo ancora scegliere di non disfarci del Buon Senso. Facciamolo, per cortesia.

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