Freud, mammà, le Big Babol e la lavatrice

Oggi ero al bar, arrivato alla cassa cercavo delle chewing gum; i miei occhi sono caduti sulle magnifiche BIG BABOL. Erano anni che non le acquistavo, forse l’ultima volta usavo ancora il SEGA MASTER SYSTEM, vedevo BIM BUM BAM e giocavo al dottore e all’infermiera con me stesso (impersonificavo egregiamente entrambi, allo stesso tempo). Non ho resistito e le ho comprate; mentre andavo per strada, lasciando quella scia inconfondibile di fragola e pneumatico, ero tutto compiaciuto di questo viaggio nel passato.

Torno a casa e vedo un post di Penelopebasta, che mi fa venire in mente quello che mia madre mi disse una volta: “Tua nipote viene da me, solo perchè le do le cose buone da mangiare!”. SOLO? Come insegna Freud, l’oralità è il secondo piacere che proviamo da piccoli – la prima è la pupù* -. Per cui, per un bimbo, vale la regola de “Chi mi sfama, mi ama”.

Che c’entrano le big babol in questo ciarpame di cazzate? Andare a comprare le Big Babol al tabaccaio ha rappresentato per me la prima vera emancipazione edonistica dai piaceri materni. Solo in quel momento, in quell’atto consapevole d’acquisto, definivo me stesso come fiero alfiere del consumismo orale (che poi si è diretto verso ben altre forme di oralità!). Ho dovuto aspettare molti anni prima di provare la stessa sensazione di liberazione – ovvero, alla mia prima lavatrice nella casa dove mi ero trasferito da solo. Momenti indimenticabili con oggetti così semplici.

Ed ora, vi lascio e mi godo la mia meravigliosa gomma**.

Salut!

* si godiamo quando ci liberiamo dalla merda, un pò come fa Berlusconi, solo che gli esce dalla bocca; il che gli dona un full di assi in termini freudiani;

** hanno appena scoperto che masticare gomme rilassa. Ne vado a comprare un altro pacchetto.

America, (d)istruzioni per l’uso

Paul Watzalawick è stato un mentore per me, ne ho letto quasi tutti i libri di linguistica. E come saggista è ancora più piacevole. Dopo il successo che ottenne nel 1984 con “Istruzioni per rendersi infelici”, ha continuato con i suoi pensieri irriverenti sulla società moderna.

Il libro che vi propongo è “America, istruzioni per l’uso” (ed.Feltrinelli, pag. 119, € 6,50 ISBN 978-88-07-81536-2); guida pratica per chi stesse per intrapendere un viaggio negli States o semplicemente per chi abbia curiosità di sapere cosa accade dall’altre parte dell’Oceano. Per chi ci avesse già vissuto (come il sottoscritto), è piacevole vagare negli episodi grotteschi in cui si è incappati sicuramente durante la permanenza nel Nuovo Mondo.

Il libro si divide in 12 capitoli, uno per ogni aspetto della vita americana (aeroporto, la guida, la città, gli alberghi, denaro, la lingua, i media, poste e telefono, ristoranti e ospedali). Spassoso il capitolo sulla lingua americana – Watzlawick, da buon linguista, stocca affondi quasi acidi nei confronti degli americani: “Nessuno gli (all’americano, ndt) ha spiegato che la lingua è un’entità venerabile, un essere vivente naturale che può rapidamente degenerare e deperire se non viene curato […] la lingua per l’americano è un articolo di consumo, proprio come i fazzoletti di carta: può farci quello che vuole“.

Un piccolo saggio acuto e con tanti consigli (e battute!).

Seghe al Carrello

I prodotti vendono solo se somigliano ad un fallo;
una persona diventa consumatore per lo stesso motivo.

(apertura del centro commerciale Euroma2, by bonou2lazio – giugno 2008)


Lavoro, guadagno, spendo, pretendo

Tempo fa ero in metro e ho riflettuto su quanti soldi portassi addosso. Letteralmente.

1. Sandali NIKE: 40euro
2. Jeans MELTIN POT: 110euro
3. Maglietta bianca (nessuna marca): 5euro
4. Catena metallica (nessuna marca): 4euro
5. Cuffie bluetooth BOSE: 130euro
6. Occhiali da sole NIKE: 100euro
7. Cellulare MOTOROLA: 200euro
8. Fotocamera PENTAX: 250euro
9. Marsupietto CASE LOGIC: 10euro
TOTALE: 849 euro
Quasi tutto comprato negli ultimi mesi.

Ed io dicevo che non badavo alle marche e al consumismo! Minchia, se continuo a non badarci così, fra 2 mesi mi trovo a prostituirmi sulla salaria per comprarmi l’iphone. Che tra l’altro non voglio: preferisco aspettare il nokia n96 8gb. Minchia, vedete? Continuo senza termine! Tra l’altro, se pure rimanessi a letto infermo, continuerei a fare acquisti on line. Perchè??? Perchè ho capito che si campa una volta sola e che è meglio spendersi tutto ma proprio tutto e che cazzo. Tante cose succedono nella mia vita in questo periodo e sinceramente la voglia di essere oculato mi somiglia sempre + ad essere inculato: DOLOROSO. Per cui, evito finchè posso di risparmiare, di essere parsimonioso. Cazzo..come dicono i nordici…lavoro, guadagno, spendo, pretendo!

E alla faccia della flessione strutturale dei consumi: io continuerò a SPENDERE fino a che non mi si sciolga la Carta di credito in mano. Tiè tiè tiè.

Amore a primo touch

Era notte quando l’ho visto per la prima volta. E’ stato un colpo di fulmine, amore a prima vista.
Dovevo averlo, farlo mio a tutti i costi. Così il giorno dopo mi sono alzato con un solo pensiero.

Mi alzo, mi lavo, mi vesto e mi dirigo all’auto. L’appuntamento è al centro commerciale.
In passato, ho flirtato con il cugino – tutta la loro famiglia bazzica quel luogo.

Quando arrivo al posto prestabilito, lo vedo subito: inconfondibile.
Non resisto più, mi avvicino e lo faccio mio.

Vorrei ringraziare solo suo padre per averlo creato.
Si chiama Steve Jobs, ed il mio amore si chiama Ipod Touch

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