La riforma Fornero non basta!

La riforma del lavoro targata Fornero è necessaria. Ma è incompleta e ingiusta fintanto che a) non si estenda al pubblico impiego b) non trovi il modo per ridurre drasticamente il cuneo fiscale, tra i più alti al mondo.

Andiamo per ordine. Veniamo al primo punto. Perché gli statali devono essere inclusi? Semplicemente perchè sono anche loro dei lavoratori (si fa per dire). Perchè è un fatto di equità sociale. Perchè troppi vantaggi hanno e vanno abbattuti. Perchè bisogna fugare ogni dubbio sulla connivenza tra politici e pubblico, ormai riserva di prebende elettorali. Full stop.

Sul secondo punto, mi spiego meglio. Il cuneo fiscale è la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore, essendo il restante importo versato al fisco e agli enti di previdenza e pensionistici. Bisogna ridurlo drasticamente! Perchè darebbe più fiato alle aziende per aumentare gli stipendi (ergo, aumentare i consumi). Come si fa?

1) riducendo l’aliquota pensionistica. Tocca liberalizzare e rendere competitivo il mercato dei fondi pensione. Io cittadino devo poter scegliere da solo dove mettere i miei soldi. Lo Stato deve essere solo uno dei competitor, non un monopolista. Questo genera automaticamente meccanismi virtuosi di risparmio.

2) riforma del fisco, o meglio, abbattimento dell’irpef, una pistola in mano a regioni che ne abusano senza criterio. Le entrate minori si recuperano con vera lotta all’evasione (e l’elusione) fiscale, legalizzazione della droga e della prostituzione. Riforme a costo zero. Miliardi facili facili.

Sono tutti sogni nel cassetto. Eppure, questo mi aspetto da un vero governo liberale, di destra, qual è quello attuale. Perché se anche loro si fossilizzano su interessi lobbistici (anche lo Stato è una lobby!), siamo davvero alla frutta.

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