Liste (Ri)pulite

Io sono nato zappatore. Ho l’eleganza di un cinghiale zoppo. Cammino come un guappo napoletano. Dico parolacce a raffica. Rutto senza soluzione di continuitá. Quando indosso un vestito elegante, sembro una presa per il culo deambulante, un tamarro ripulito. Ed ecco cosa sono le liste presentate dai partiti alle prossime elezioni.

Il caso Cosentino è paradossale, ma anche emblematico della vicenda. Berlusconi lo ha cacciato, non perché fosse impresentabile, ma solo perché cosi gli dicevano i sondaggi. Niente di nuovo, il Cav ci ha sempre basato ogni sua mossa – anche gastroeterinale. Il paradosso risiede nel fatto di averlo persino dichiarato pubblicamente, senza alcuna vergogna. Il personaggio è coerente: se avesse davvero seguito una logica di opportunità politica, anche lui non si sarebbe dovuto ripresentare, ed invece è capolista in tutte le Regioni.

(Ndr. E’ stato il PD ad iniziare questa gara, escludendo due candidati siciliani in odor di mafia. Ma il fine è lo stesso identico di Berlusconi: a loro va dato atto di esser stati i primi e di aver mantenuto la forma, con la storiella della Commissione Nazionale di Garanzia).

Il problema della pulizia di facciata non riguarda solo il PDL ed il PD. Esistono anche le cosidette liste nuove, che sono un enorme riclico di antichi sarcofagi parlamentari. Scopriamo che nel RIVOLUZIONARIO condominio-Ingroia si sono ri-piazziati vetero-comunisti estinti, e Di Pietro, che dopo la famosa puntata di Report era diventato un paria. Insomma, la Rivoluzione Civica è solo un poverissimo Trasferimento di Civico dei trombati.

Che dire degli altri partiti.

Il Movimento 5 Stelle ha fatto le parlamentarie online, a cui potevamo partecipare solo gl’iscritti al partito da anni. Per evitare incursioni last minute – dice Grillo. Ma un partito la cui mission dichiarata è quella di far salire i cittadini al potere non può permettersi certi scivoloni salva-apparato da PCI. Evidentemente manco lo stesso Grillo si fida tanto della sbandierata Rete. Ed infine, Scelta Civica di Monti che mette come capolista dappertutto Casini: neanche commento, è come sparare sullo scudo crociato.

Che simpatici questi partiti. Vogliono far passare delle puttane consumate per verginelle caste e pure.

Il nuovo che avanza puzza solo di avanzato.

Frottole, Fritti e Froci

In campagna elettorale, i politici promettono sempre il culo a noi elettori; eppure quando vincono, ce lo chiedono indietro con gl’interessi. Ironie delle democrazie moderne. Grazie alla recente candidatura di Monti, assistiamo anche al processo inverso: lui prima ci ha tar-tassato, e adesso promette di rivedere tutti balzelli che ci ha imposto.  Ma badate bene, non è il solo a raccontare frottole pre-elettorali.

Parlando di ex berlusconiano di ferro, Tremonti, lui ha addirittura creato il movimento 3L* la cui mission precisa è quella di far abolire l’IMU, perchè ritenuta incostituzionale. Qui siamo alla schizopatia: lui l’ha creata, e lui la vuole abolire. Ma in fondo, cari amici, perchè sorprenderci? Dalle stesse fila proviene Calderoli, che prima fece la legge elettorale, e poi la definì una porcata. Tafazzi che si dava le martellate sui coglioni era uno stagista a confronto di questi consumati masochisti.

Sempre della serie “Per un pugno di voti in più”, l’evergreen – fritto e strafritto – rimane Silvietto “bell ‘e mamma soia”, che è recentemente arrivato a dire SI alle coppie gay. Lontani sembrano gli anni della sua crociata familista, dall’alto delle cosce delle sue Olgettine. Peraltro, io credo che lui abbia sempre finto contrarietà per convenienza politica (l’apparentamento con il clero frutta sempre qualche voto). Se fosse per lui, più orgasmi per tutti e non rompete i coglioni.

La sinistra per ora si tiene lontana dalla bolgia, per pura strategia politica – come spiegavo in un post precedente. Ma siamo certi che il mix congiunto Ingroia, Di Pietro, Vendola produrrà ben presto qualche chiccha social-populista interessante. Su, compagni, impegnatevi a dire qualche cazzata pure voi, che avete una lunga tradizione alla spalle da rispettare!

Arrivederci a tutti. Passo e chiudo.

*”3L”, non sta per “LeccameLo Lì”, ma Lista Libertà Lavoro, porcelli!

Time Machine

Riassunto delle puntate precedenti.

Berlusconi ari-scende in campo. Che fosse il camposanto stavolta. Bossi ari-parla di secessione. Di se stesso con il resto del pianeta. Il PD si ari-litiga sui PACS, ari-scrive un programma chilometrico, e si ari-allea con l’estrema sinistra.

Stavolta si chiamerà “Polo della Speranza”. Io speriamo che me la cavo. L’UDC ari-dice che le coppie gay sono incivili. Invece sposarsi dieci volte è cool, Perfi. Di Pietro ari-sbraita contro il Governo ed il Presidente Napolitano. Davvero, qualcuno gli dia un tavor a quest’uomo.

La nostra politica è come una puntata di Beautiful: sono passati 30 anni, ma Brooke si tromba sempre Ridge alle spalle di Taylor, che si consola con Erik, che si scopa una 20enne a caso, facendo incazzare Stefanie, che se la prende con Brooke. Sempre a lei torna il cetriolo.

Le stesse identiche scene(ggiate) del 1994, del 1996, del 2011, del 2006 e del 2008. Che, peraltro, si sa pure come andrà a finire. L’alleanza PD-SEL-UDC vincerà le elezioni. Dopo 2 giorni, al primo rutto del Vaticano, Casini si pecorizzerà, facendo cadere il governo.

A quel punto, arriverà il Salvatore, l’Unto del Signore. Stavolta non sarà Berlusconi, ma un altro pagliaccio, Beppe Grillo. L’Italia uscirà dall’Euro, andremo in default, i medicinali ce li pagheremo prostituendoci, e Grillo ci guarderà beatamente dal suo yacht a largo delle Cayman.

Eh già, noi italiani siamo proprio come Brooke. Quanto ce piace il centriolo!

The time is NOW!

Signore e signori, oggi e’ un giorno storico. Finalmente, dopo 17 anni di potere incontrastato, Silvio Rubacuori ha dichiarato a La Repubblica di non volersi candidare per il 2013. Ed aggiunge: “me ne andrei anche ora…”. Ma che aspetti, simpatico vecchietto dalla prostata arzilla? Noi non ci offendiamo mica!

Fa impressione sentirgli dire: “Che i giovani avanzino, Angelino sara’ il premier”. Primo, perche’ Angelino sta ad un giovane come Cicciolina sta ad una vergine. Secondo, perche’ pensarlo premier mi fa sorridere. Dopo il puttaniere, l’usciere di Palazzo Grazioli.

Se la sinistra (SI-NI-STRA, basta co’ sto Centro Trattino!) riuscira’ a perdere pure contro di lui, il Tapiro d’Oro lo inseriamo nel sederino di D’Alema, che noi ci siamo stufati di prenderlo al suo posto. Si assumessero le responsabilita’, ed anche il cetriolo, per una volta.

Scherzi a parte, la sinistra deve stare attenta. Il Terzo Pol(l)o, non appena sara’ smammato il vecchio, tornera’ ad allearsi con la Destra (loro il Centro Trattino l’hanno abbandonato da quando Pisapia ruba le auto). E stando ai sondaggi attuali, significherebbe una sconfitta certa.

Adesso capiamo cosa abbia detto Silvio a Di Pietro pochi giorni fa. E per questo, Sant’Antonio dal Sacro Trattore ha fatto la svolta moderata da un giorno all’altro. Io pensavo fosse solo indigestione da latte di capra, ma Totonno si sta preparando al Post-Berluscazz. Furbo lui.

Ora mancano all’appello le due commari, Bersani e Vendola. Sembrano Sandra e Raimondo. Appena uno dichiara A, l’altro s’incazza come una iena checchina isterica, e l’altro deve ritrattare subito. Basta! Se non fate più sesso, non riversate i problemi della coppia sul lavoro, e sugli italiani!

Tempo di compattarsi, di trovare un programma serio (ah ah ah) di governo, ed un leader credibile e forte eletto con le Primarie. Ormai ho le mandibole stanche come una pornostar a furia di dirlo. Quindi, PROCEDETE subito all’immissione di palle nella vostra politica.

Perche’ Berlusconi non e’ più una scusa per non fare un emerito cazzo. SVEGLIATEVI, oppure, FATEVI DA PARTE!

L’Italia s’e’ desta!

Bimbi, oggi facciamo un po’ di matematica. Quanto fa il 95% di 57%? 54,15%! E quanto fa 3 sconfitte schiaccianti su 3? Disfatta, catastrofe, Waterloo. Il Governo si ritiri all’isola d’Elba e non faccia più ritorno. I referendum su acqua e nucleare non avevano colore politico. Ma il quesito sul legittimo impedimento non ha che un destinatario, Berlusconi, non ha che un messaggio, via subito dalla poltrona. SI TORNI alle URNE, subito.

Parliamo di utopia. Il Governo non lascera’ mai il potere prima della sua naturale scadenza, nel 2013. Silvio comprera’ altri Responsabili a prezzi rialzati. Neanche alla Lega, l’unica a poter dare la spallata, conviene il voto anticipato; abbaiera’, ma tornera’ nei ranghi. Annunceranno riforma fiscale e nuovo piano di rilancio dell’economia. Ma gl’italiani non ci cascheranno più: più rimarra’ al governo Berlusconi, più si cuocera’ con la sua stessa acqua.

La Sinistra adesso stia attenta. Non ha vinto, ha solo perso la destra. Deve ancora dimostrare di saper governare: le citta’ appena conquistate devono essere il volano di credibilita’ a livello nazionale. S’indicano subito tavolo di discussione per alleanza, e data delle primarie di coalizione. Che si sfidino Vendola e Bersani. Apertamente, senza chiudersi nel Loft del Circo Massimo.

E che prendano spunto proprio dal Popolo del Circo Massimo. Un milione di persone che sabato scorso ha acclamato una cantante americana che ha parlato di Diversita’ come ricchezza, e di Uguaglianza dei diritti come obbligo morale per un Paese civile. Quella immensa folla anticipava la richiesta dei 23 milioni di votanti ai referendum.

Perche’ tutti vogliamo un Paese Civile, Libero, Giusto, Coraggioso. Un Paese di cui andare orgogliosi.

L’Italia s’e’ desta. E sara’ impossibile tornare indietro.

Eiaculatio Precox

Bersani e’ uguale a Berlusconi.

Non condividono solo tre lettere del nome, ma anche tre neuroni – in multiproprieta’. Oggi su Repubblica dichiara di voler “ripensare alle primarie”, perche’ sa di perderle contro Vendola. Esattamente come Berlusconi che cambio’ la legge elettorale per farle perdere a Prodi.

Ma c’e’ un’altra terribile somiglianza: l’irrefrenabile moto centripeto. I due BER corteggiano in tutti i modi i due INI (Fini e Casini) con la speranza di creare la grande casa dei moderati. Che, visti gli ultimi fatti parlamentari, assomiglia sempre più ad una casa per appuntamenti.

Ma ad entrambi sta sfuggendo un dettaglio. La globalizzazione ha spinto a polarizzare i ceti, e di conseguenza, gli scontri politici. A mano a mano che l’Italia si mondializzia, a vincere sono i partiti estremi, vedi Lega, Vendola e Di Pietro, che continuano a crescere senza sosta.

La gente vuole scelte, prese di posizioni e non melassa avariata in (s)offerta speciale.

Ma c’e’ una grande differenza tra BERsani e BERlusconi. Quest’ultimo vince perche’ prima pensa a mettersi in tasca l’estremo vincente (la Lega) e poi si rivolge ad altri. Bersani schifa il suo estremo, e punta direttamente al centro.

Va di fretta, salta un passaggio fondamentale: rischia di perdere nuovamente per via della sua eiaculatio precox politica. E allora, caro Segretario, faccia un respiro profondo, pensi a sua mamma nuda (o a Franceschini in tanga), e distolga l’attenzione dal fare centro nel corpo elettorale a tutti i costi: ci sono prima i preliminari, per dio!

Perche’ e’ sempre meglio un orgasmo guadagnato che uno strappato. Se lo faccia spiegare dal suo amico Silvio.

La Cuenta

Mancano 48 ore, e sapremo se Lui e’ davvero invincibile, uno e trino, oppure se finalmente e’ venuta l’ora di disfarcene. Sara’ martedì’ la piazzale Loreto di B? Vedremo. Quello a cui abbiamo assistito e’ comunque il peggiore spettacolo della storia della Repubblica.

Fino ad una settimana fa 317 deputati avevo depositato una mozione di sfiducia contro il governo. Matematicamente era fatta. Poi qualcosa e’ successo, e sono iniziate le defezioni. La magistratura ha aperto un’inchiesta (la prima sulla compravendita di deputati), spinti dalla documentata denuncia di Di Pietro.

Ma più di ogni altra oscenità, e’ stato lo spettacolo che la politica ha offerto in TV a farci voltare lo stomaco. Mai i talk show sono stati cosi’ aggressivi, sporchi, tesi, violenti: i soliti polli si sono trasformati in pitbull da combattimento. A battersi su cosa? Sul nulla. Sul solito Berlusconi si, Berlusconi no. La solita fittizia contrapposizione, che alla Bouvette della Camera si scioglie con l’aspartame nel caffè.

Qualsiasi cosa accada domani, si andrà al voto anticipato. Se ci sara’ sfiducia, nessuno si prenderà la responsabilità di un governo tecnico che fornirebbe a B l’arma perfetta per gridare al complotto del Palazzo. Se ci dovesse essere, B avrebbe una maggioranza troppo risicata per governare nel suo stile aziendalistico-totalitario.

Domani ci sara’ la conta dei deputati, ma dai prossimi mesi ci sara’ anche il conto che il futuro presenterà’ al paese per aver passato mesi ad occuparsi delle mutande del premier. Almeno lui ce le avra’ ancora, noi ci saremo giocati anche quelle.

Repubblica Popolare Italiana

Per via dello stallo politico italiano, gli scenari futuribili sono infiniti. Per fare chiarezza, noi de IlSarcotrafficante abbiamo raccolto le testimonianze di fonti interne al Parlamento (che vogliono rimanere anonime); ve le riportiamo di seguito con nomi fittizzi.

Julio ThreeMountains: “Diamoci un taglio:  governissimo Bossi-Tremonti, con eliminazione del parlamento e dell’esecutivo. Bossi si occuperà delle banche del Nord, io di tagliare il Sud dalle cartine geografiche”.

Ferdinand Mess: “Se Dio vuole,  un Governo teocratico con a capo Bagnasco. A sostenerlo UDC e tutti quelli che dimostreranno di portare il cilicio da almeno sei mesi continuativi. La Binetti ci ingannò: era solo rosmarino”.

Italy Blowjob: “Via la Lega e Governo sostenuto da Fini, Casini e PDL. A capo, Elisabetta Tulliani. Creeremo il nuovo polo, La Casa delle Licenze Immobiliari”.

Humphrey Bossart: “Tagli al welfare: spariamo negri, ebrei, froci, badanti e vecchi. Tremonti a capo del Governo della Serenissima, con sede nel garage di mio figlio. Accanto ai poster di Sabrina Salerno e Frodo Baggins“.

Nick Selling: Proposta non pervenuta. Si è limitato a dire: “La Costituzione è poesia, la Politica è metafora, Il Parlamento è un fiore appena sbocciato, D’Alema è il Tavernello, Io sono un intenso Chianti”.

Tony Rock: Ha prima tentato di farci arrestare, poi ha dichiarato: “Tutti i politici in carcere in maniera preventiva. A votare i parlamentari, saranno le guardie giudiziare per un Governo di Sicurezza Nazionale”.

PierLouis BerHealthy: “Dobbiamo abbattere il regime neocolonialista imperialista democristiano. Abbasso Andreotti, abbasso il CAF“. Poi, si è suicidato, credendosi Raul Gardini.

Come vedete, le nostri fonti non riescono a trovarla una visione comune, ma vi consigliamo un acquisto ingente di vasellina per quest’inverno. Ne servirà molta.

Balconing

La nuova moda delle Baleari si chiama “Balconing“, ovvero gettarsi dal balcone degli hotel stile Parkour. Istinto suicidia nella capitale del divertimento estivo europeo? O semplice, effetti di brutte, bruttissime insolazioni? Di sicuro, sintomo di estrema noia di questi poveri deficienti. Non gli basta più stonarsi con la musica house, l’alcol e le droghe. Vogliono pure provocarsi traumi fisici irreversibili. Mia madre era all’avanguardia: mi riempiva di calci in culo al ritmo di Samba. Altro che Balconing.

L’aspetto preoccupante è che la moda fa proseliti anche tra i nostri politici in versione balneare. Come spieghereste la recente voglia di fare un governo di transizione contro Berlusconi? Ora ha aderito anche Di Pietro, ahinoi. Il brillante piano consiste in un governo “do cojo, cojo” che vada da Vendola a Fini per liberarsi da Berlusconi, riformando legge elettorale e conflitto d’interessi. Nel bel mezzo dell’orgietta, la manovra economica più importante di sempre e l’attuazione del Federalismo, che cambierà drasticamente l’assetto politico del Paese.

L’unica spiegazione di questo cupio dissolvi è un istinto irrefrenabile di farsi buttare giù dal balcone dagli elettori. Balconing, appunto. Che avrebbe un corollario inevitabile: il Venice Balconing. Ovvero, il Cavaliere che dal balcone di Palazzo Venezia (per l’occasione, riaperto) annuncerà la sua ennesima vittoria contro il complotto dei partiti oligarchici e borghesi. Contestualmente, dichiarerà guerra a Francia ed Inghilterra. Per poi smentirsi, dicendo che era solo uno scherzo per far incazzare Letta.

Signori dell’oppozione, complimenti per la strategia. Consiglio: sulla spiaggia munitevi di una qualsiasi biografia di Napoleone. Il capitolo “Waterloo” potrebbe tornarvi utile in autunno.

Scelta di campo

In vista delle imminenti elezioni, ho preso ufficialmente una posizione: sono per un’alleanza IDV e SeL, con Premier Vendola e Vice-Premier Di Pietro. Esclusi da quest’alleanza, i massoni del Grande Centro e gli hobbit senzapalle del Partito Defunti. Che andassero tutti a Villa Certosa, a farsi infilare il dito medio in culo da Bossi.

Cosa mi ha spinto a questa scelta netta? Una serie di fattori.

Le ragioni per cui escludo PD e Grande centro sono:

1) Le dichiarazioni del PD e di Grillo sul governo di transizione (per rifare legge elettorale e risolvere conflitto d’interessi) mi sembrano totalmente irreali con questa gente in Parlamento. In entrambi i casi, il loro appello è solo una malcelata paura del giudizio degli elettori;

2) Non mi fido del Terzo Polo, perchè mi sentirei un Pollo ad affidarmi ad ex fascisti, ex democristiani ed ex margheritini. Non amo i trasformisti, non amo che abbiano tra di loro gentaglia come Cuffaro, indagato per associazione mafiosa, per poi innalzarsi a difensori della legalità.

Le ragioni per cui appoggo IDV e SeL sono:

1) Di Pietro e Vendola sono personaggi ultra puliti. Quando tra le loro fila è apparsa qualche mela marcia, subito è stata cacciata dal partito. Esempio eclatante: Di Pietro si rimise totalmente ai giudici quando suo stesso figlio fu indagato;

2) Di Pietro ha un programma politico preciso e netto che condivido a pieno; Vendola ha il carisma, la passione e l’oratoria di un vero politico di altri tempi, all’Almirante (paradossalmente) o alla Berlinguer; la sua esperienza di vita gli permette di parlare a tutto l’elettorato;

3) Un plus per Vendola sono i continui attacchi che gli vengono rivolti dall’establishment del Partito Defunti e dalla Chiesa Cattolica. Solo le persone scomode ma giuste vengono sempre affossate dai potenti. Come si chiamava l’altro? Ah si, Gesù!

Voteremo a novembre o marzo, non importa. La mia scelta l’ho fatta: spero che i miei referenti politici non si calino mai le braghe e vadano dritti per la loro strada senza se e senza ma. Incrociamo le dita.

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