Non vi DAVOS un centesimo

Gli economisti non ne indovinano una. Fanno le previsioni del Pil con lo stesso rigore di Branko e le stelle. Con tutto il rispetto per le stelle. Hanno giá rivisto al ribasso le stime di crescita del 2015 e del 2016. Agile, iniziamo l’anno con sano ottimismo!

Questi blasonati burocrati sono gli stessi geni che non avevano previsto la crisi del 2008. Sono gli stessi che neanche per sogno avevano immaginato lo scoppio della bolla della new economy a cavallo dello scorso secolo. E probabilmente, se fossero vissuti negli anni 20, la crisi del ’29 l’avrebbero definita con una simpatica brezza sull’economia mondiale. L’ultima barzelletta è il quantitative easing della BCE. Già ridono tutti. Loro, non noi.

Eppure siamo sempre li ad ascoltare cosa ci dicono. Dispensano piú ricette della Clerici, ma quando fanno la frittata si tirano indietro paventando variabili impazzite dell’economia. Ed é paradossale quanto ancora godano di credito presso governi e potenti. Ma un medico che sbaglia diagnosi e cura non lo radiano dall’albo?

†Questa settimana sono tutti riuniti a Davos. E tutti assieme non fanno un neurone della signora comune, che si accorge della crisi andando a comprare il pane ogni giorno al mercato. Loro per capire che costa di piú devono commissionare venti statistiche e istituire una commissione di esperti sul grano. E sbagliano pure la previsione.

E mentre loro prevedono a cazzo, i ricchi diventano piú ricchi. Sono pifferai magici, che con l’illusione di una crescita che non viene mai, ci distraggono da una ricchezza che altri si accaparrano senza tante manfrine sugli indicatori macroeconomici. Il fantasma di Gekko aleggia su tutti noi.

La verità é semplice: non esiste alternativa a questi guru moderni. Nessuno ne sa una cippalippa di flussi monetari e ci affidiamo a loro come una volta ci mettevamo nella mani del clero. Ma all’orizzonte non si intravedono né aristocrati né guerrieri.

Solo un mucchio di pedoni su una scacchiera uscita fuori controllo.

Amen.

Il Premier Sticazzi

Ddl sviluppo si, ddl sviluppo no. Silvio: “non ho fretta, non ci sono i soldi, m’inventero’ qualcosa”. Dalle indiscrezioni sui giornali, pare pensi a liberalizzare le estetiste. Dopo il laser depilatorio regalato a Ruby, il premier e’ molto sensibile alle esigenze della categoria.

Peccato non abbia fretta, perche’ gli speculatori si, eccome. Abbiamo lo spread bpt-bund sempre più in rialzo, una produzione industriale che ristagna, la disoccupazione giovanile (al netto dell’estetiste) attorno al 30%, la povertà sale al 14%, e mezzo Paese in assetto di guerra civile. Manco io avrei fretta a pensarci bene.

Il nostro Premier pare applicare il rinomato “Metodo Sticazzi“. Una filosofia newage molto in voga ad Hollywood ed in Brianza. Funziona cosi’: davanti ad un problema, gira i tacchi (letteralmente nel caso di Silvio), e ripeti STICAZZI. Il problema sparira’ magicamente. Puff!

Anche io ho seguito il suo esempio. Ho provato a dire STICAZZI al mio datore di lavoro, al mio padrone di casa, al benzinaio e al supermercato. Ma mi hanno sonoramente mandato A FARE IN CULO. Che strano: io dico cazzo, loro rispondono culo. Questo paese e’ davvero confuso.

Meno male che Silvio c’e’…e STICAZZI!

Palle orfanelle

“La manovra non è mai cambiata” affermava Tremonti ieri al meeting di Cernobbio. No, Giulio, era un casino all’inizio, e continua ad esserlo anche dopo la quarta versione in un mese e mezzo. Hai proprio ragione. Corsi e ricorsi storici. Quando l’ex ministro dell’economia Visco propose in manovra la lotta all’evasione fu lo stesso Tremonti a deriderlo perchè misura effimera e non quantificabile. Interviene Quagliariello: “è diversa la filosofia. La sinistra lottava per punire i ricchi, noi per salvaguardare i giusti”. Un pò come se io mi scopassi la moglie di Quagliariello e, a chi mi accusasse di essere un rovina famiglie, rispondessi: “lo lo faccio per farla rilassare, e star meglio col marito. Mica lo faccio per me!”.

Questo governo naviga in alto mare. Beati loro, perchè noi italiani navighiamo nella merda già da tempo. Non si vede la via d’uscita, le famiglie sono al collasso, i giovani non riescono a lavorare, i vecchi hanno pensioni ridicole, siamo l’unico paese in europa ad aver perso potere d’acquisto, il nostro debito cresce a dismisura…Vorremmo una svolta, anzi una sterzata, una cazzo di inversione a U. Ma per farlo, servono politici con le palle. Ma da noi esistono solo palle che girano. E che non trovano manco un politico a cui attaccarsi.

Tristezza.

Luigino, Marco ed il pareggio di bilancio

Inserire il pareggio di bilancio in Costituzione e’ l’ennesimo specchietto per le allodole. Anzi, per i polli, dove i polli saremmo noi cittadini. L’esperienza della legge elettorale ce lo insegna.

Per anni, anni, anni, si e’ parlato della riforma della legge elettorale in senso maggioritario come panacea a tutti i mali dell’Italia. Abbiamo governi instabili, troppi voci a parlare, bla, bla. Anni fa si arrivo’ all’estremo: il cosiddetto ‘Porcellum’, ovvero il maggioritario più maggioritario che esista al mondo. Basta una maggioranza relativa ed al partito o coalizione viene assegnato un premio di maggioranza alla Camera. Il primo governo che ha vinto con questa legge e’ stato il Prodi bis, caduto dopo 18 mesi per mancanza di coesione nel governo. Il secondo governo e’ stato il Berlusconi IV, che si regge con la sputazza per via di defezioni alla Camera. Cosa c’insegna questa rovinosa esperienza? Se cambiamo leggi, senza cambiare la classe politica, non cambiera’ nulla.

Pensateci. In una famiglia, ci sono due bambini, Luigino e Marco. Luigino e’ discolo ed irrequieto. Non rispetta le regole dei genitori, e va male a scuola. Marco, invece, e’ l’esatto contrario. Studente modello, obbediente, e sempre ligio al dovere. I genitori non ce la fanno più a gestire la casa, e decidono una misura drastica. D’ora in poi, solo chi si adegua al Modello Marco sara’ considerato figlio legittimo. Luigino e’ spaesato, per lo spavento cerca di mettersi in riga, cosi da continuare a usufruire dei vantaggi di cui aveva goduto finora. Per alcuni mesi si adegua, pare realmente cambiato, rispetta i genitori e va meglio a scuola. Dopo un anno, i genitori sono soddisfatti del figliol prodigo, e smettono di controllarne il comportamento. Luigino, seguendo la sua indole, torna ad essere quello di prima. La colpa e’ di Luigino? No, i genitori non possono che biasimare se stessi per questo fallimento.

Il senso e’ facile, i genitori siamo noi elettori. Noi ‘partoriamo’ i politici che vogliamo. Se non saremo NOI a cambiare subito le carte in tavola, se ci lasceremo sempre guidare dai soliti sospetti, la luce la vedremo solo dopo la morte. O fuggendo da Casa Italia.

La scelta e’ nostra. Non lasciamoci scippare anche questo diritto.

Mercato si, Mercato no

Ieri Berlusconi ha parlato alle Camere, ma non ha detto un emerito cazzo. Un passo avanti: almeno non ha cercato di metterlo da nessuna parte. Da lui ci si aspettava che anticipasse la manovra del 2013, che annunciasse misure per la crescita e che si dimettesse. Non ha fatto nulla di tutto questo.

Il premier ha pero’ ricordato a tutti gli italiani di “essere in trincea”, perche’ e’ “imprenditore di tre aziende capitalizzate in borsa”. Ma come? Non aveva risolto il conflitto d’interessi affidando ad altri il suo impero? Non era un falso problema dei comunisti disfattisti ed anti-italiani?

Caro Alfano, lei ha perfettamente ragione quando dice che “i governi non li decidono i mercati”. Ci mancherebbe altro. Ma le faccio notare che lei e’ leader di un partito nato da un imprenditore (appunto!), organizzato come un’azienda, e che si fa vanto di essere liberale. Di che credibilita’ gode una maggioranza pro-mercati sfiduciata dai mercati?

Non solo. Segretario, i mercati prendono il sopravvento quando un governo non c’e’. Altrimenti, se ne stanno zitti e tranquilli in un angolo, come hanno fatto da qui a vent’anni. Nel PDL sarete onesti quanto le pare. Ma svegli non vi state proprio dimostrando di essere ai loro occhi.

Incrociamo le dita per stamattina. Quei cattivoni dei mercati potrebbero non credervi. E a quel punto, sono curioso di sapere cosa v’inventerete.

Ps degl’interventi delle opposizioni manco voglio parlare. Se Berlusconi poteva stare anche zitto, loro potevano evitare proprio di presentarsi in aula.

Non contano

Una sensazione mi galleggia nello stomaco da un po’ di mesi, la trattengo, ma risale sempre con più forza ogni giorno. Una pasta e fagioli della sera che mi si ripropone al mattino. E’ un pensiero limpido, netto e angosciante. Non saprei come descriverlo se non come segue: i politici non contano più un emerito cazzo. Che meraviglia, che sollievo, ho fatto coming out. Io, l’amante della politica (ma non dei politici), finalmente ammetto che i recenti fatti di cronaca finanziaria hanno palesato in toto la posizione a novanta gradi della res pubblica di fronte alla res pecuniaria.

Vedo i grandi Stati correre dietro come cagnolini alle opionioni delle agenzie di rating, che altro non sono che opinionifici senza arte ne’ parte. Il caso della Lehman bros non e’ bastato per screditarli definitivamente? Continuano a blaterare di economia con la stessa credibilita’ con cui la Chiesa parla di castita’ e difesa dei bambini. Li continuano ad osannare come sacerdoti della Borsa, ma loro le borse le scippano solo agl’investitori.

Il gioco e’ stato il seguente: c’e la crisi bancaria, diamo i soldi pubblici alle banche, cosi le agenzie di rating si calmano. Le banche si sono riprese ed ora chiedono agli Stati (attraverso le agenzie di rating) di abbassare i debiti pubblici a cui loro stesse hanno attinto. Delle vergini allupate che accusano l’amante di avercelo troppo grosso, dopo averne goduto ampiamente.

Ma perche’ la politica non riprende un po’ di palle? Semplice: nella tanto decantata globalizzazione, nessuno capisce una mazza di nulla e quindi, nessuno si assume le proprie responsabilità. Quando tutti sono incompetenti, diventa “esperto” l’unico a non dichiararsi tale. E così, gli Stati si scrollano di dosso qualsiasi responsabilità sulle azioni di politica economica che varano. E in questo giochetto di specchio riflesso, chi è l’unico a rimanerci sotto? I semplici cittadini che assistono attoniti ai tagli dei loro stipendi, al congelamento delle pensioni e all’aumento delle tasse. Tutto, perchè i coglioni ormai sono rari quanto le zanne d’avorio degli elefanti.

Quando inizieremo a dar loro la caccia veramente?

Rassegna(ta) stampa – 21 nov 08

Scuola, Berlusconi: “Le classi ponte non sono discriminatorie”

Classi-ponte, prestiti-ponte: ma fateglielo fare ‘sto ponte sullo Stretto, così la smette di girarci attorno!

Economia, Epifani: “Sta arrivando una valanga”.

Dì qualcosa di sinistra…non di sinistro! Fammi grattare, va.

Riforma Gelmini, studentesse la sostengono con calendario hard

“Chi la dura, la vince” e figurati se lo fai indurire.

Gossip, il divorzio tra Madonna e Guy Ritchie è stato formalizzato.

Finalmente Madonna si è liberata della moglie.

Spettacolo, dopo “Don Matteo”, Terence Hill torna al Western.

Da sparare sentenze morali a sparare pallottole il passo è breve.

Confiusciòn

Meno male che c’è Ratzy! Senza le sue lezioni di vita io sarei perso.

Oggi si è svegliato, ha dato un bacino al suo segretario, si è messo il suo completino più fashion ed ha dichiarato: “Le nazioni cristiane stanno perdendo la loro identità”. Identità sessuali, ovviamente.

E c’ha ragione: se penso che all’orgia a quattro appena fatta dai G4 rimango sconcertato per cotanto libertinaggio sessuale. Ma poi “G4”, che sboroni: già trovarne uno di punto G è un pugno in culo, ma trovarne quattro è un’impresa faraonica.

L’orgia aveva l’obiettivo di fronteggiare l’attuale crisi finanziaria. Dal mondo del business sono stati tante le richieste di aiuto. Prendiamo la presidenta di Confindustria, Emma Marcegaglia: “Intervenga lo Stato, ma dopo  si ritorni al mercato libero”. Papà, papà, si è rotto il giocattolino, riparalo – però poi vattene pure a fare in culo! E così anche le imprese stanno perdendo la loro identità: un giorno libero mercato, un giorno liberi tutti ma mai che ci liberassimo noi di loro.

Persino l’amministrazione pubblica ha perso la sua identità. “A ottobre in calo del 50% le malattie” – ha affermato Brunetta. Ora quando un dipendente statale scopre di avere un cancro, va a lavoro – e quando tossisce sangue, prende un cilicio e si fa del male per scusarsi con Brunetta per aver sporcato la carta intestata.

Ha proprio ragione il Papa: stiamo perdendo tutti l’identità. Tranne lui: gaio* era, e gaio è rimasto. Certi capisaldi non devono mai venir meno.

*Gaio nel senso di felice, ovviamente.

Free trade

Luigino: “Babbo, cosa è il Libero Mercato?”

Padre: “Un mercato di cui non ci si può liberare

Alitanasia

Berlusconi vuole che Alitalia sopravviva a tutti i costi.
Al riguardo, La Chiesa esprime il suo deciso consenso: “Non staccate la spina!”

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