Se nutrivamo ancora dubbi, ora si sono dissipati: in primavera andremo alle urne.
Il primo indizio si è avuto la settimana scorsa con il voto di fiducia alla Camera. Lì i fliniani sono risultati determinanti per la tenuta della maggioranza, tanto da annunciare la nascita del nuovo partito. Secondo indizio. Nel discorso al Senato, Berlusconi ha riconosciuto ufficialmente il ruolo di “terza gamba” ai ribelli del PDL. E sappiamo bene quanta importanza il premier dia alla terza gamba. Soprattutto, se non è sua. Terzo indizio. Nel comizio di ieri alla festa milanese del PDL, B era davvero energico. E lui da il meglio solo in campagna elettorale, altrimenti si addormenta sugli scranni del parlamento.
Quarto indizio. I fliniani si sono smarcati dalla proposta di una commissione d’inchiesta per i PM, e sarebbero con l’opposizione per una riforma della legge elettorale. Quinto ed ultimo indizio. Ieri B ha proposto un suo uomo al ministero dello sviluppo economico. Una poltrona tenuta in caldo da 5 mesi per ricucire con l’UDC. Ma siccome Casini l’ha rifiutata, non gli serviva più come moneta di scambio.
Insomma, possiamo dormire notti tranquille. La legge elettorale non cambierà, Fini avrà tempo per farsi il suo bel partito da 8% e si alleerà con l’UDC al 5%, la Lega prenderà il suo buon 14%, il PDL crollerà insieme al PD (la sua copia sbiadita), avanzeranno al 10% i movimenti di Vendola, Di Pietro e Grillo. Avremo un Senato in stallo, ed una Camera in ostaggio dei vagiti della Binetti e di Rutelli. Va proprio tutto bene.
Ci avevo promesso la Seconda Repubblica. Siamo ancora al Primo Bordello, o al Bordello Primordiale.
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