Tutti sono sconvolti per l’assassinio della ragazza pugliese Sara Scazzi. Io non potrei fregarmene di meno. La cronaca e’ fumo negli occhi, e se un pazzo vuole scoparsi la nipote per poi ucciderla non mi sembra statisticamente rilevante per parlare di una societa’ malata.
Quello che davvero mi sconvolge, invece, e’ il caso Marcegaglia-Il Giornale. In breve, la Presidente di Confindustria e’ stata minacciata dal giornalista Porro con presunti dossier pronti a screditarla. Gia’ abbiamo visto il “metodo” applicato a Boffo, il pm Messineo ed infine Fini. Ma stavolta possiamo leggerne anche le intercettazioni.
Ecco cosa dice Porro all’assistente della Marcegaglia.
“Adesso ci divertiamo, romperemo i coglioni a M perche’ non sembra manco berlusconiana“. E come prove il giornalista porta: 1) “Insomma, avete scelto Riotta al Sole24ore…” – inaudita la replica dell’assistente:”l’abbiamo scelto in accordo con Letta e Berlusconi”; 2) “e poi Emma non ha mai avuto relazioni con noi del Giornale”.
Quanto emerge da queste parole e’ semplice. Una sorta di neo-tribalismo tra Giornalisti, Berlusconi e Confindustria, tutti elementi dello stesso triangolo uniti dal ricatto reciproco. Non e’ una scoperta: si sa che non si diventa potenti se non si e’ ricattabili. Pero’ vederlo in prima pagina con tanto di registrazioni trascritte fa un altro effetto.
E allora, parliamo quanto ci pare dello stupro di Sara, ma a me pare che in atto ci sia uno stupro collettivo ben più grave. Consiglierei ai miei pochissimi lettori di focalizzarsi sul secondo non foss’altro per istinto di sopravvivenza.
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