Monti 2.0 – ormai il Prof twitta, blogga, prossimo passo: spogliarsi su Cam4.
Sul sito agenda-monti.it ha già pubblicato due post, e adesso ha usato anche il sito di palazzo Chigi per pubblicare il bilancio di un anno di governo. Dieci punti che a noi sembrano pura propaganda fallocratica: ce l’ho più grande di Bersani e Berlusconi messi assieme, votate me. Di quale credibilità può godere un bilancio redatto da chi è in campagna elettorale? Zero.
Inoltre, sfugge all’Esecutivo che mancano ancora all’appello ben 370 decreti attuativi, indispensabili perchè i loro provvedimenti prendano vita. Già, perchè casualmente le uniche leggi che sono passate subito sono quelle di aumento delle tasse, per le altre si è lasciato ampio spazio al Parlamento. Tradotto: ce ne laviamo le mani, ma se votate per Monti, porteremo a termine tutto. Stile istituzionale? Zero.
Entrando nel merito dei punti, ce ne sono solo due su cui mi trovo in piena sintonia: a. Godiamo di maggiore credibilità internazionale b. Lo spread si è quasi dimezzato. Non sono affatto un dettaglio: un anno fa, rischiavamo di esser commissiariati come la Grecia e di dover chiedere aiuti internazionali. E’ bene ricordarselo: senza il Governo Monti, avremmo avuto il Governo Merkel a quest’ora.
Detto ciò, sulla maggioranza degli altri punti sono TOTALMENTE in disaccordo, specialmente sulle politiche per i giovani – nello specifico: riforma del lavoro, riforma delle pensioni e semplificazione burocratica – e sulla riduzione del carico fiscale.
Riforma del lavoro. E’ una riforma a metà. Da un lato, si costringe le aziende ad assumere a tempo determinato, per eliminare contrattri co.co.pro e simili. Dall’altra, non si riduce il costo di tali contratti (mediamente superiori del 26% rispetto ai precedenti). Per cui, a parità di budget disponibili (nella migliore delle ipotesi), le aziende sono costrette a tagliare personale in via proporzionale a tale aumento di costo. Insomma, più giovani disoccupati.
Riforma delle pensioni. Qui non servono ragionamenti raffinati (che peraltro non sono il mio forte, si sa). Come si fa a dire che serve ai giovani, quando costringe i più anziani a rimenere alla scrivania fino a quando non ci rimettono le penne? Come aumentare il turnover aziendale se – non creandosi nuovi posti di lavoro per via di un’economia in declino – non si liberano posti occupati dalle vecchie generazioni?
Semplificazione burocratica. In particolare, la creazione del nuovo soggetto giuridico, la cosiddetta “Srl semplificata”: si apre con un solo click, al costo di 1€. Peccato che per aprire un’impresa servono prestiti che le banche si guardano bene dal concedere ai giovani – senza contare che, se ci riesci, ti trovi a pagare l’IVA dal primo mese che fatturi (che mai coincide con il mese che incassi).
Un’ultimo punto del decalogo – che riguarda tutti – mi fa andare in bestia: “L’obiettivo è di ridurre di un punto la pressione fiscale“. Da quest’anno accadrà esattamente il contrario: la pressione fiscale aumenterà di mezzo punto (previsioni del governo stesso: dal 44,7% al 45,3%) grazie alla Tares e all’ulteriore aumento dell’Iva dal 21% al 22%. Di cosa stiamo parlando, Professore?
Ma sarò onesto con voi. Da un governo di vecchi burocrati non potevamo aspettarci niente di diverso. Ora tocca alla politica, quella vera. Ed in questo momento l’unico partito credibile, senza padroni nè sudditi, è il PD guidato da Bersani. Con le primarie per il candidato premier a Novembre, e quelle dei candidati a fine anno, il partito ha dimostrato di avere i coglioni per stare tra la gente e mettersi in gioco.
Non sarà la panacea a tutti i mali, ma se gli verrà garantita governabilità sia in Camera che al Senato, potrà davvero (e paradossalmente) portare a termine il programma inziale di Monti: equità, crescita e rigore. I professori si mettano da parte adesso.
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