Faccio sport da quando ero nell’utero; il dottore rimase sbalordito quando alla prima ecografia mi vide con una tuta puma a fare le flessioni sulle ovaie di mia madre. Nello sport, di persone e situazioni strane ne ho viste a bizzeffe – ma avevano in comune in un solo luogo: lo spogliatoio. E’ il luogo del delitto, dove tutti i nodi vengono al pettine e tutte le debolezze sono svelate. Ho visto ragazzi mettersi imbottiture sul pacco o rialzi nelle scarpe per sembrare più alti, gente tagliarsi le unghie dei piedi e conservarsele oppure uomini entrare con capelli farsi la doccia calvi ed uscire capelluti nuovamente. Insomma, di tutto un pò. Però quello che mi è successo ieri mattina ha superato ogni mia fantasia.
Scenario: domenica mattina, ore 9.30, centro polisportivo. Dopo un’ora e mezza di allenamento, entro stremato nello spogliatoio semi-deserto. Sento solo sotto le doccie lo squittio di alcuni bambini. Mi spoglio e vado verso le doccie. Lì ci trovo quattro grasse madri tutte intente a parlare dell’ultimo tronista di “Uomini e donne”. Non mi avevano notato e così tossisco per palesare la mia ignuda presenza.
“Signore, scusate ma lo sapete che questo è uno spogliatoio per soli uomini?” – le quattro lipidiche si girano attonite e m’inizio a fissare LI’. Una di loro, senza mai staccare gli occhi, mi risponde: “Ah, ma quindi non possono entrare le mamme?”. La guardo e le dico: “Se le mamme sono trans brasiliani, si – altrimenti no”. Le quattro si guardano basite, senza capire. Così continuo: “No, signore, come vedete BENE sono nudo e voi non potete restare quì”.
A questo punto, la situazione era già fuori dalle righe, ma il meglio doveva ancora venire.
“Eppure, non mi sembra giusto – e allora se un bimbo non ha il padre ad accompagnarlo, non si può fare la doccia? E’ maschilista e pure ingiusto nei confronti degli orfani” dice la più grassa e vecchia; “E’ vero” fanno coro le altre tre, ormai ringalluzzite dalla lotta di classe.
Non sono mai stato uno pudico, non ho mai risparmiato occasione di mostrare il cazzo sin da quando sono piccolo, eppure, discutere di politica e diritti civili con il pisello ciondolante mi faceva sentire leggermente a disagio. Così dissi: “Signore, sarebbe magnifico discutere di queste cose, ma possiamo farlo fuori? Ora devo farmi la doccia” – ero quasi supplichevole.
“No, però questa è una questione imporante – sono lesi i diritti dei bambini qui” – continua la grassona.
A quel punto, non ci ho visto più. “Signora, ascolti bene: e i miei diritti non sono lesi? Non ho il sacrosanto diritto di farmi una doccia senza essere fissato da quattro svacca-figli grasse e infoiate?”
Arriva uno dei bimbi sotto la doccia: “Mamma, cosa significa infoiata? Tu sei infoiata?”. E di lì a poco, gli altri 5 bimbi ripetevano come automi: “Infoiata, infoiata, infoiata”. Le quattro donne erano rosse – o per la vergogna o per la rabbia o per entrambe. Così uscirono ed una di loro tuonò: “Non finisce qui”.
Riesco a finire la doccia in santa pace, ma quando esco mi trovo quattro uomini – fotocopia maschile delle 4 grasse di cui sopra: i loro mariti.
“Mia moglie mi ha detto che ti sei fatto vedere con il pisello da fuori” – dice il più grosso.
“E’ sua moglie che è RIMASTA A FISSARMI. Io sono in uno spogliatoio maschile – SPOGLIA-TOIO..ci si SPOGLIA”.
“Allora è vero? Eri col cazzo da fuori”
Ero sull’orlo di una crisi di nervi – era la seconda discussione da affrontare a pisello ciondolo ed ero davvero stremato. Fu allora che entra in mio aiuto il padrone della palestra.
“Signori, vi prego di uscire e lasciare il nostro socio in pace, chiariamo la questione fuori”.
Una volta usciti, però, il padrone della palestra mi fa: “Però a pisello all’aria davanti ai bambini..insomma, poteva anche evitare”.
Maschilista, esibizionista e pedarasta – il tutto in soli 20 minuti di spogliatoio. Un un-plein di cui manco Haider si sarà potuto vantare da vivo.
Sono tornato a casa ed ho subito cambiato palestra – finora avevo preferito quel luogo ameno un pò rustico, ma d’ora in poi, viva forever le palestra fighette, costose e SENZA FOTTUTE FAMIGLIE davanti al cazzo. Letteralmente.
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