Torna a casa Rigolie

E’ tornato a casa!

Finalmente la notizia che tutti aspettavamo da 3 anni. Francesco Rigoli è tornato dalla mamma! Se non sapete chi sia, non siete nessuno. La sua storia è affascinante. 3 anni fa fissò la data della discussione della tesi di Laurea. Era tutto pronto. Peccato che non si fosse mai iscritto all’Università. Ed il giorno della discussione scappò per la vergogna nei confronti dei genitori. Che invece così avrà reso assai contenti.

Questo personaggio, oltre a somigliare spaventosamente a Crocetta feat. un badante filippino, ha un non so che di geniale. A. Inventi una laurea. B. Porti la balla avanti per anni. C. Arrivi pure a fissare la data. Ma perché non sei arrivato fino in fondo? Perché? Potevi inscenare tutta la cerimonia, il bacio della commissione. Oscar Giannino poteva darti pure qualche dritta, e magari ti candidava!

Il caso di Torna a casa Rigolie mi ha fatto riflettere sul concetto di prestigio che impera nel morale medio-borghese italiana. Una laurea non serve tanto per trovare lavoro, ma per sbandierarla al primo aperitivo con gli amici. Se non ne hai una, sei out. Come una pelliccia di lupo per uomo a Cortina.

Ma poi mi domando: dopo una vita a pensare a ciò che vuole la gente, non avrai un gran voglia di sputarti in faccia con la forza di un idrante? Nel caso, chiamami Francesco. Che dopo la mia di laurea, avendone intuito la grandissima utilità, ho preso un master in sputologia applicata.

La gente si rovina la vita senza alcun motivo. Leviamogliela se non sa proprio cosa farsene!

Lustro

A: “Festeggerò la mia laurea”

 B: “Benvenuto nel mondo della disoccupazione”

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