Costo della libertà

L’Europa è a rischio deflazione. Le cose costano di meno, perchè c’è meno domanda. Eppure esistono cose senza prezzo per cui vale la pena pagare il più alto prezzo; tra queste, la libertà. E dopo le stragi di Parigi, il rischio è che cali anche la sua domanda.

Dopo l’11 settembre, in America scelsero di spiare pure i tubi dei cessi. La loro libertà di azione è stata limitata dal Patriot Act. La patria della democrazia decise di mettersi a dieta di diritti. E tutti contenti così. Vi basta guardare American Sniper di Eastwood, per farvi un’idea della propaganda fascista che vige negli USA.

Succederà la stessa cosa in Europa?

Noi europei siamo diversi dagli americani. Ci siamo scandalizzati per il datagate della NSA. Siamo il continente con più diritti, più stato sociale, più libertà del pianeta. Vogliamo davvero rinunciarvi per evitare che ogni tanto qualche ostaggio muoia?

Non è una provocazione. E’ la mera e cruda verità dei numeri.

Perché mettere in ostaggio intere popolazioni per salvare la vita di una loro piccolissima percentuale? Che senso ha? Nessuno, a meno che non si aspettasse un attentato per avere una scusa per toglierci la libertà.

Mi dispiace per le vittime. Ma ogni guerra ha i suoi caduti. E quì la guerra non è contro i fondamentalisti, ma è contro noi stessi, contro i nostri impulsi medievali a chiuderci in feudi sicuri e liberticidi.

Riusciremo a resistere?

La marcia di ieri pare dire proprio di si. Speriamo si mantengano le promesse.

Berlusconi è un tumore

Berlusconi ieri ha avuto uno delle sue solite vampate da menopausa. Una conferenza stampa delirante, resa particolarmente interessante da un giornalista de El Pais che gli ha chiesto se non pensasse che il barigate non avesse incrinato l’immagine dell’Italia all’estero.

Apriti cielo: UNA DOMANDA VERA, ma come cazzo si e’ permesso ‘sto spagnolo? Non ci bastava La Repubblica e alcune centinaia di giornali mondiali a rompere: ora ci si mette pure El Pais. Il povero Zapatero, al fianco del nostro Premier-donna, non sapeva che dire, si vedeva imbalsamato, rigido.

Frattini parla di una “rete internazionale” contro il suo datore di lavoro e quindi, contro l’Italia. Alcuni questa rete la chiamerebbero DEMOCRAZIA, ed ha ragione Frattini: le democrazie di tutto il mondo vanno contro l’americalatinizzazione a cui sta andando incontro il nostro paese. Stanno cercando di debellare il tumore con il vaccino più potente: la liberta’ di stampa.

Ma come ogni tumore, Berlusconi e’ furbo, e’ difficile da colpire, e non esiste cura indolore per il resto del corpo. L’Italia dovra’ soffrire, e la chemioterapia sara’ lunga. Ma ce la faremo se avremo anche un po’ di culo*. Quello del Veline stavolta non bastera’. Potremmo chiedere aiuto alla Levi’s, che ha annunciato la guerra al “difetto” dei suoi jeans per donna, creando un database di 60 mila culi da tutto il mondo. Obiettivo: creare il jeans femminile perfetto. I Berluscones sono avvertiti: se non basta il nostro, lo compreremo dall’estero il culo che ci serve per cacciarli!

God Save Saviano&Co.

Non ho mai nascosto la mia feroce antipatia verso Saviano (e verso qualsiasi altro essere umano, a dire il vero). Ma oggi credo di aver raggiunto l’apice del disprezzo.

Leggo di una sua intervista rilasciata al Times, dove dichiara di “odiare Gomorra, non da scrittore, ma da uomo che ha perso la propria libertà”. Povera stellina, vero? 2.000.000 di libri venduti, milioni di euro incassati, un altro in uscita sempre sullo stesso tema (un’attrice porno a più varietà di argomenti) e dice di odiare Gomorra? Mi sbaglio o assistiamo al tipico italiano sputa-piatto-in-cui-mangia? Se prima lo assimilavo a un finto martire nonchè grande PR della Camorra, ora lo rimpicciolisco ad impiegato delle poste insignificante e lagnoso, votato a spararsi pippette guardando Carmen Di Pietro-monotetta la sera dopo cena.

Cosa pensavi che sarebbe successo andando in giro per il mondo facendo la vittima sacrificale del “Sistema”? Che ti affidassero Pomeriggio Cinque per intervistare l’ultima Papi-girl o un Grande fratellino? Che Piersilvio sposasse te invece che la Toffanin? Che diventassi una letterina di Passaparola (magari, con te l’avrebbero chiamato Nonpassarlamaisennòtammazzano)? Eh no mio caro, a me non fai pena per niente. E spero tu possa vivere tanti e tanti anni senza vendere più un solo libro, ma sempre e comunque vivendo come una donna iraniana con un burqa mediatico addosso.

Altro poveretto di questa grande ceppa: Schumacher. Tre anni fa aveva annunciato il ritiro dalle piste (solo quelle di formula uno, ovviamente) – ed ora voleva tornare al posto di Massa a guidare la Ferrari. Tutti erano pazzi di gioia, ma dopo poco smentisce: è ancora malato, e con profondo dolore dovrà rinunciare al ritorno. Non vorrei essere sgradevole, e lo dirò con il mio solito savoir-faire: MA STI GRAN C***I! Senti, bello, hai guadagnato più di quanto io possa mai guadagnare anche se mi dedicassi giorno e notte a fare pompini sulla salaria con orari non stop da cinese – e dovrei ANCHE COMPIATIRTI? NO WAY! Personalmente, potevi anche risparmiarti questa boutade estiva, che ci bastano quelli della Lega a riempire i giornali di dichiarazioni frutto di testicoli pieni che non sfogano come si deve.

In tutto questo vittimismo imperante di uomini prime-donnicciole, si staglia invece una vera donna, minutissima quasi invisibile, che di palle piene ne ha da vendere, e che eppure lotta da anni per la libertà del suo paese con una dignità e umanità da cui TUTTI dovremmo imparare. Parlo di San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana, condannata per l’ennesima volta ai lavori forzati per estrometterla de facto dalle imminenti elezioni. Solito coro di protesta dalla comunità internazionale, ma sono meno credibili di quello dell’Antoniano. Basti pensare che la UE ha eletto come inviato speciale per la questione PIERO FASSINO. Ripeto: PIERO FASSINO. FA-SSI-NO. La sua utilità? Pari allo zero assoluto – a meno che non abbiano in piano di mettergli una parrucca per sostituirlo in cella alla Suu Kyi: nessuno si accorgerebbe della differenza.

Piccoli uomini, grandi donne. E mentre in Italia le veline imperversano (Saviano o Schumacher compresi), nel mondo si fanno le grandi lotte di libertà. L’Oriente è l’avvenire, noi siamo piccoli borghesi che si nutrono di prime time e rotocalchi sportivi. Ben ci sta.

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