La terza gamba

Fatemi capire. Il partito di Fini è la terza gamba, La Lega ce l’ha duro, e Berlusconi cosa è? Gli rimane solo la parte del CAZZO. Quì davvero è bravo chi ci capisce qualcosa. Ricapitoliamo le puntate precedenti.

Nel 2008, assistiamo al secondo voto senza preferenza diretta dall’inizio della Repubblica. Un’appuntamento al buio nelle urne. L’inculata era garantita. Berlusconi esce con la maggioranza più blindata di sempre: tantissimi deputati gli garantiscono il vassallaggio più totale ad ogni sua nefandezza legislativa.

Poi vengono le regionali del 2010: confermata la grande vittoria del centrodestra. Dopo di che, si scatena il casino più totale. Tutti sparano tutti, e passo dopo passo, la maggioranza si sfalda e distrugge. Fino ad arrivare alla caccia di Fini dal PDL e alla creazione del gruppo parlamentare.

Se fossi di centrodestra, sarei molto incazzato con i miei rappresentanti. Vi faccio stravincere, e voi che fate? Vi randellate a vicenda a suon di titoloni di giornali e presunti scandalucci scavoliniani. Berlusconi come Prodi, deprimente. Sperare in un recupero della situazione è impossibile.

Entro la primavera si andrà alle elezioni. Il risultato?

PDL 26% , LEGA 12% = Totale Centrodestra 38%

PD 25%, IDV 8%, SEL 4% = Totale Centrosinistra 37%

UDC, FINI, RUTELLI = Totale Terzo Polo 16%

A quel punto, il centrosinistra si alleerà con il Terzo Polo pur di governare. La legislatura durerà pochissimi mesi, perchè Rutelli, dopo una notte di sesso sfrenato con la Binetti, deciderà di far venire meno l’appoggio al governo.

Si rivoterà e vincerà la LEGA che instaurerà la Repubblica di Salò, affidando il Sud ad Emanuele “BallandoConLeStelle” Filiberto ed il centro a Ratzinger. Berlusconi si ritirerà ad Arcore con due o tre puttane a sentire un’ “ora d’amore con Radio Subasio”.

E vissero felici e contenti. Con la terza gamba, tutta a quel servizio.

Fascista che va….

Per un fascista che va, un fascista che viene. Mentre Fini ha lasciato per sempre l’area catodico-nazista del PDL con il discorso di Mirabello, Piero FASCIno ne abbraccia a pieno i favori ed i consensi.

Siamo alla festa dell’Unita’ a Torino e FASCIno dibatte amenamente con il presidente del Senato, Schifani. Arrivano dei protestanti al suono di “Schifani mafioso”, a seguito di vicende losche in cui Renatino e’ coinvolto. FASCIno e’ visibilmente innervosito: come osano disturbare il face to face nel loft PD in trasferta con tanto di costose poltrone Frau? IGNOMINIA. E cosi’ Piero li chiama “squadristi”. L’unico a difenderli sara’ solo Di Pietro (ovviamente).

E’ l’ultimo atto per il PD, la sua morte politica. Un partito di ex comunisti ripuliti che si’ vergogna della sua memoria tanto da offenderla e rinnegarla in diretta TV. Nessun partito dell’opposizione occidentale avrebbe mai invitato un politico accusato di connivenze mafiose alla sua festa. Per giunta, difendendolo dagli attacchi legittimi della sua gente. Ironico, perche’ Fini si e’ allontanato dal PDL per lo stesso motivo, forse FASCIno dovrebbe prendere il suo posto.

E’ iniziata la campagna elettorale, e gli unici progressisti da votare sono Di Pietro e Vendola: il resto e’ solo fascio travestito da riformismo. Personaggi di alto calibro come Zingaretti cambiassero subito partito, altrimenti saranno travolti dagli elettori.

Berlusconi, il Rosso

Berlusconi ha rinunciato al processo breve, ma nella penombra sta lavorando al processo lungo. Breve, lungo, che importa? La giustizia è come il cazzo: le dimensioni non contano.

Ma perchè ha rinunciato? Semplice: nel PDL c’è una guerra fredda, dove nessuno vuole buttare la bomba atomica per scatenare la crisi di governo. I finiani continuano a ripetere pedissequamente di essere nella maggioranza e di votare la fiducia a Berlusconi sui punti del programma. Peccato che il processo breve non fosse compreso tra questi. Inoltre, Fini non è mica fesso: non formerà mai un nuovo partito, perchè  si addosserebbe tutte le colpe della crisi. E così, Berlusconi non può andare da Napolitano a chiedere lo scioglimento delle Camere. Cosa che peraltro lui stesso teme, perchè il Presidente potrebbe trovare un’altra maggioranza.

Con l’annullamento del processo breve, però, la palla ripassa ai finiani. Vedremo come si muoveranno in Parlamento.

Resta il fatto che il povero B è incazzato come un leone in gabbia. Vorrebbe andare al voto per liberarsi dei suoi nemici interni, ma non può farlo. Gli rimangono davanti due anni e mezzo di legislatura a slalom. Dovrà contrattare con i finiani su ogni singolo provvedimento.

L’autocratico capo d’azienda che si ritrova a dirigere una Coop. Non poteva fare fine peggiore.

E questa è già una grande soddisfazione, se permettete.

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