Coitus Inter-Rutti

Interpellata la pancia, lei rispose con un rutto. Potremmo riassumere cosi l’incontro leghista di Pontida tenutosi stamane. Hanno parlato Bossi, Calderoli e Maroni, la sacra triade celtica che ha eccitato la folla con i soliti discorsetti da bignami del giovane padano. Federalismo? La folla applaude. Meno tasse? La folla inneggia. Ministeri al Nord? La folla si scalda. Berlusconi? La folla s’incazza.

Hanno persino distribuito un volantino con scadenze ben precise da rispettare entro dicembre prossimo. Tra i vari punti programmatici anche il dimezzamento dei parlamentari. Nella lista della spesa, ci manca solo la mela che non marcisce mai, e Luca Sardella senza coppola. E noi tutti ad aspettarci grandi discorsi, e grandi aspettative.

Maroni si e’ vantato di aver inventato lui i respingimenti. Come se ad un colloquio di lavoro mi vantassi di sputare lontano. Ma lui e’ un ministro o un menestrello? E la gente felicissima di inneggiare al razzismo e alla xenofobia. Si cagano sotto (copyright Bossi) persino della loro ombra, perche e’ nera. La vorrebbero verde padano questi simpatici vecchietti di Pontida.

Papi ora deve rispondere alle richieste dei leghisti. Altrimenti, se ne va a casa, cornuto e mazziato. Ma non potra’ far nulla: la crisi finanziaria greca, il downrating di Moody’s e il pareggio di bilancio nel 2014 ingabbierebbero pure Padre Pio. Come fara’ Silvio a smarcarsi questa volta? Nessun miracolo a disposizione, nessuna svolta credibile.

Gia’. Ironica la politica. Chi di miracoli ferisce, di rutti perisce.

Non contano

Una sensazione mi galleggia nello stomaco da un po’ di mesi, la trattengo, ma risale sempre con più forza ogni giorno. Una pasta e fagioli della sera che mi si ripropone al mattino. E’ un pensiero limpido, netto e angosciante. Non saprei come descriverlo se non come segue: i politici non contano più un emerito cazzo. Che meraviglia, che sollievo, ho fatto coming out. Io, l’amante della politica (ma non dei politici), finalmente ammetto che i recenti fatti di cronaca finanziaria hanno palesato in toto la posizione a novanta gradi della res pubblica di fronte alla res pecuniaria.

Vedo i grandi Stati correre dietro come cagnolini alle opionioni delle agenzie di rating, che altro non sono che opinionifici senza arte ne’ parte. Il caso della Lehman bros non e’ bastato per screditarli definitivamente? Continuano a blaterare di economia con la stessa credibilita’ con cui la Chiesa parla di castita’ e difesa dei bambini. Li continuano ad osannare come sacerdoti della Borsa, ma loro le borse le scippano solo agl’investitori.

Il gioco e’ stato il seguente: c’e la crisi bancaria, diamo i soldi pubblici alle banche, cosi le agenzie di rating si calmano. Le banche si sono riprese ed ora chiedono agli Stati (attraverso le agenzie di rating) di abbassare i debiti pubblici a cui loro stesse hanno attinto. Delle vergini allupate che accusano l’amante di avercelo troppo grosso, dopo averne goduto ampiamente.

Ma perche’ la politica non riprende un po’ di palle? Semplice: nella tanto decantata globalizzazione, nessuno capisce una mazza di nulla e quindi, nessuno si assume le proprie responsabilità. Quando tutti sono incompetenti, diventa “esperto” l’unico a non dichiararsi tale. E così, gli Stati si scrollano di dosso qualsiasi responsabilità sulle azioni di politica economica che varano. E in questo giochetto di specchio riflesso, chi è l’unico a rimanerci sotto? I semplici cittadini che assistono attoniti ai tagli dei loro stipendi, al congelamento delle pensioni e all’aumento delle tasse. Tutto, perchè i coglioni ormai sono rari quanto le zanne d’avorio degli elefanti.

Quando inizieremo a dar loro la caccia veramente?

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