Chi è il ministro che sta più sul cazzo? Risultati del sondaggio

Dopo una settimana dall’inizio del sondaggio “Vota il ministro che ti sta sul cazzo”, ecco la classifica dei votanti passati in questo balordo blog:

Carfagna
33%
La Russa 13%
Brunetta 9%
Calderoli 9%
Tremonti 9%
Alfano 9%
Gelmini 6%
Maroni 2%
Zaia 2%
Bondi 2%
Bossi 2%
Rotondi 2%
Vito 2%

Vedendo la Carfagna al primo posto, posso pensare a quattro tipi di lettori del mio blog.

1. Sono puttane incazzate per il suo ddl anti-prostituzione;

2. Sono gay che non hanno sopportato il mancato patrocinio del gay pride;

3. Sono showgirls invidiose perchè loro hanno rimediato solo una televendita andando coi potenti;

4. Maniaci sessuali che la vorrebbero DAVVERO sul cazzo;

Minchia, Puttane, Gay, Showgirls…ci mancano solo i nani, e il mio blog somiglia al vecchio PSI.

Omo-logazione

Tra gli omosessuali è crescente il lamento per l’eccessiva omologazione dei loro pari. C’è grossa crisi, e pure ai ricchioni non dice culo per niente; in qualche modo, devono pur farsi accettare ed ecco la strada più ovvia e naturale: sembrare delle persone normali.

La legge è quell’insieme di regole che una comunità si da per regolare gli aspetti di cui sente il bisogno di regolare. Un esempio per tutti: in Spagna non esistono leggi in materia di prostituzione. Lo chiamano “hueco legislativo”, ovvero vuoto legislativo, che nasce dal non percepire il bisogno di legiferare al riguardo. E perchè mai dovrebbero farlo allora?

Uguale è la questione omosessuale.
In Italia, la comunictà GLBT è una lobby ancora troppo piccola, particolaristica e di nicchia per essere “riconosciuta” dalla società. Quando dico “riconosciuta” mi riferisco a due modalità:

1. Si è riconosciuti dalla comunità, quando questa prende atto delle differenze e ne accetta i confini nei suoi ranghi;
2. Si è ri-conosciuti dalla comunità, quando la stessa vede buona parte di se stessa nel nuovo gruppo.

Non si può chiedere al corpo di non rigettare un rene di un maiale. La probabilità di espulsione del corpo estraneo è altissima. E’ una questione di antropologia. La parziale omologazione è L’UNICO vero passo per essere accettati dalla comunità ed, in seguito, compresi nella legislazione.

Cerchiamo di evitare gli errori della Spagna che – a causa di una legge imposta dall’alto – sta vedendo aumentare gli episodi di razzismo e violenze sugli omosessuali.

Un saluto,
IlSarcoTrafficante

ps questo è un trackback ad un post di Penelopebasta

Mani-festa

“Scenderanno in piazza tutti gli invisibili: precari, operai, rom, immigrati, studenti, gay”.
E’ questa la descrizione più ricorrente della manifestazione che avrà luogo oggi a Roma contro alcuni provvidementi del governo in merito al Welfare. A guidare la protesta i segretari di PRC e PDCI, con altre 120 associazioni e centri sociali.

Singolare la classificazione delle categorie menzionate: INVISIBILI.
Sarebbe opportuno porci alcune domande su questo portentoso potere.

– Una persona è invisibile, perchè non la si vuole vedere o perchè è essa stessa a non mostarsi?
– Una persona invisibile – priva di occhi da comune mortale – può vedere il resto del mondo?
– In tal caso, può passare attraverso la gente oppure deve comunque schivarla?

Sembrano domande da fumetto o da scienziati swiftiani, ma sono questioni men che meno chiuse alla discussione. Andiamo per ordine.

Nel caso delle categorie in protesta, va detto che fanno di tutto per essere viste dagli altri; ce la mettono davvero tutta, bisogna darne loro atto. Pertanto, è molto più plausibile la prima opzione, ovvero, che la gente non voglia vederli. Per quanto riguarda la seconda domanda, la questione si complica lievemente. E’ evidente che chi non è visto è dotato di un poter immenso nel caso possa vedere gli altri. Può continuare a fare la propria vita senza il disturbo degli altri, senza il costante occhio esanimatore del prossimo.

Sono scevri di condizionamenti sociali e questo li rende di fatto invincibili. Il problema nasce quando c’è bisogno del riconoscimento sociale – che altro sono i diritti se non attestati di esistenza di una categoria umana? E così, improvvisamente, queste umanità “altre” vogliono fondersi agli “altri”. Vogliono perdere la loro invisibilità, il loro potere pur di acquisirne uno ancora più portentoso: l’uguaglianza. E la società deve necessariamente accordar loro questi diritti? Se si, perchè?

Ci si lamenta tanto del pluralismo della politica italiana, dei troppi partiti; perchè ci si meraviglia allora se la Gente esprima la stessa insofferenza verso il pluralismo dei diritti? E’ un tratto comune delle società occidentali quello di semplificare, sburocratizzare, uniformare e strutturare. Attacchi laterali allo status quo non sono un’offesa semplice – sono un affronto all’ontologia del vivere comune. Ridefinire i confini del recinto sociale destabilizza e crea confusione nella maggior parte delle persone. In fondo, “si è sempre vissuto bene così – perchè cambiare?”.

Con questo non voglio giustificare l’immobilità sociale, ma protestare in piazza è come un monologo all’ennesima potenza, è facile, rumoroso, caciarone e totalmente inutile. Gl’inglesi dicono “A storm in a tea-cup” – una tempesta in una tazza di tè. Tanto casino per nulla. Forse sarebbe meglio – oltre che pretendere diritti – dare il diritto a chi già ce li ha di essere realmente ascoltato.

Ogni tanto ci si ricordi che non è il dialogo a nuocere gravemente alla salute.

ps questo non toglie che apprezzi ogni tanto gesti di sana pazzia monologica. Chi ha gettato colorante nella fontana di trevi è davvero avanti. E con un gran gusto estetico, cazzo. E’ fichissima così.

E tutti vissero..

Gli etero parlano sempre dei froci.
I froci parlano sempre degli etero.
E vissero tutti parlando dei cazzi degli altri. Letteralmente.

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