Coming out

Ieri Ricky Martin ha finalmente fatto coming out, ovvero, ha dichiarato apertamente la sua omosessualità. C’è da dire che SOLO in Italia era ancora gay, perchè per la stampa di tutto il mondo lo era da secula seculorum. No wonders: noi siamo anche l’unico paese al mondo dove Luis Miguel è ancora etero e dove Renato Zero dice di non essere più gay senza beccarsi una sonora pernacchia.

La stampa all’estero fa il “cane da guardia” ai VIP e ai politici – da noi sono solo “cagne da compagnia” (chi sa l’inglese, saprà la traduzione poco lusinghiera di CAGNE). Le dichiarazioni dei politici post-elezioni ne sono un folgorante esempio.

Bersani: “Non canto vittoria, ma non è una sconfitta per il PD”. TOC? TOC? Qualcuno dica a Casper di accendere la TV o leggere qualche giornale: forse sta seguendo le elezioni dello Zambia. Bersà, avete perso tutte le regioni più importanti d’Italia – senza offesa, ma la Basilicata ha meno seggi del mio bar sottocasa.

Berlusconi: “La Lega è una robusta forza di cambiamento, insieme cambieremo fisco e giustizia”.  a) vi trovate: perchè non cambiare anche sesso? b) Sul cambiamento avrei un’obiezione: la Lega è attualmente il partito più “antico” al parlamento; se loro sono il cambiamento, mia nonna è un leader carismatico.

Polverini: “Mai sfidare la gente”. Ciccia, ma nessuno vi ha sfidato – contro di voi, c’era solo il PANINO. E’ vero che a Roma gira la cocaina nell’aria – ed è pur vero che hai un cognome che con la polvere ci sta tutto – però non è che sei giustificata a dire quello che ti pare.

Qualche giornalista che abbia osato rispondere a questi leader quando hanno fatto queste dichiarazioni? Non mi risulta. Vorrei tanto credere che lo scandalo escort di Berlusconi sia scoppiato per indignazione, ma forse i giornalisti l’hanno denunciato solo per ammazzare la concorrenza.

Buona giornata a tutti!

In Breve

Anche sul caso Polverini, Berlusconi da la colpa alla “sinistra sovietica”. Un dubbio: ma se comanda tutto la sinistra, che cazzo lo paghiamo a fare da 20 anni?

T.A.R. = Te Arrangi Renata!

Forza-Panino

Forza-Panino

La prima Repubblica era quella del magna magna; la seconda Repubblica ha solo aggiunto il complemento oggetto: Er Panino. E se prima il PCI era totalmente opposto alla DC per l’ideologia, ora la Bonino si oppone alla Polverini perche’ la prima vuole morire di fame, mentre la seconda cade per mangiare sempre lui, Er Panino.

Nella prima Repubblica, il Presidente della Repubblica era un organo superpartes; nella seconda Repubblica, è diventato solo un organo di partito: un giorno con uno, un giorno con l’altro – con la disinvoltura di un ape che salta di fiore in fiore. “Gl’Italiani credono nella Carta” – i rotoloni Regina, intende.

Ma nonostante tutti gli sforzi, ieri anche il TAR ha respinto la riammissione della lista PDL nel Lazio. “Il fatto che i delegati si trovassero nel perimetro dell’ufficio non dimostra che avessero con sè in documenti necessari”. Però che secchioni quelli del TAR: ma un panino non era sufficiente a mostrare il programma elettorale del centrodestra?

Ora si vogliono rivolgere al Consiglio di Stato;  e se anche quello rifiuterà il loro ricorso, rimarrà l’ultima spiaggia: essere ripescati dal televoto. E vuoi vedere che alla fine la vincono loro questa Sagra della Mortazza?

Tempi d’oro quando Marrazzo cadeva per uno SCANDALO SESSUALE, questi cadono per un etto di prosciutto.

Psicodramma alla matriciana

Cara Renata, Cara Emma – ma siete proprio sicure di voler governare il Lazio? No, perchè mi sembra che entrambe manifestiate seri istinti suicidi.

Emma hai cercato di toglierti la vita con ‘sto cavolo di digiuno della fame per la legalità. Ma se mi muori, come spacchio pensi di difenderla? Mandando messaggi Morse via fuoco fatuo dalla tomba? E meno male che ti sei ravveduta – altrimenti, c’avevamo n’altro radicale sulla coscienza dopo Welby e Coscioni.

Renata, Renata, Renata. Hai passato l’ultimo mese a tappezzare Roma di manifesti con uno slogan semplice “CON TE”. Ecco, forse con noi ci sei rimasta troppo e ti sei dimenticata di far presentare ai tuoi amici del PDL la lista entro la scadenza. E mo ti appelli a Napolitano per farla reintegrare, invitandolo di fatto a infrangere la legge. Renata mia, non confondere il Presidente della Repubblica con il Presidente del consiglio, please.

A me ormai non meraviglia più nulla. Del resto, il Lazio soffre del debito pubblico sanitario più grande d’Italia: sarà che per risparmiare ormai i malati di testa li mandano alla Regione e non all’ospedale?

CoAlizione da Tiffany

coalizione da Tiffany

coalizione da Tiffany

Renata, Renata: tira una brutta aria nel tuo partito dopo le tue dichiarazioni a favore delle coppie di fatto e contro il binomio immigrazione-deliquenza. C’e’ chi si chiede se hai capito di essere la candidata di destra. C’e’ chi si appella al programma elettorale. C’e’ chi gia’ si fa il segno della croce mentre si tocca la croce celtica che porta al collo (Alemanno). E hai dovuto subito fare marcia indietro.

Proprio nel giorno in cui Emma, la tua concorrente, lancia il suo quartier generale per le regionali. Sorride nel suo manifesto, “Ti puoi fidare” e’ il suo slogan, “Per un Lazio dinamico, attivo, moderno, vivace” e’ il suo grido di battaglia, “per difendere i deboli” e’ la sua missione.

Una nota positiva in entrambi i casi: si parla finalmente di politica, di cittadini, di bisogni da attendere e di sostegno ai disoccupati. Si parla dell’interesse pubblico, e non pubico – come e’ stato fino ad ora.

Non voglio ancora esprimermi, perche’ la mia paura non sono queste due donne forti e le loro idee per la nostra regione, ma le coalizioni che le sostengono. Puoi anche lavarti, ma se i vestiti sono sporchi, conta poco. E temo grandi retrofront al momento di fare le scelte quando si e’ al potere. Per ora, resto impassibile e spero che vinca la candidata che tenga più a bada i notabili di partito.

Serve una presidente carismatica, che sia stimata dalla gente, che non si lasci minacciare da nessuna oligarchia di partito, e che non vada mai a fare colazioni particolari con i notabili di partito. Di magna magna ne abbiamo piene le teiere.

Il futuro Presidente del Lazio deve saper giocare in trasferta, ma deve avere nel sacco anche il pubblico in casa, altrimenti a furia di sfondare l’area dell’avversario finira’ per essere sguarnita nella propria.

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