Democrazia (in) diretta

La più grande BALLA della storia umana è la democrazia diretta. Un’idea che poteva andare bene per le polis greche (e non era democrazia plebiscitaria), ma non per gli Stati moderni. Non dico che “tecnicamente” non si possa fare; ormai con Internet puoi anche gestire una compagnia di miliardi di dollari con il cellulare, mentre bevi un cocktail sulla spiaggia di Ipanema. La questione è più politica che altro.

Da sempre, il modello della democrazia rappresentativa è la meno peggio che esista. La ragione è semplice. Ogni decisione non si può basare sulla semplice preferenza di un’opzione piuttosto che un’altra. Ogni legge è frutto di compromesso e discussione. Non si può assolutamente derogare questo punto, altrimenti è DITTATURA dei Fatti Nostri. Scelga la busta 1 , 2 o 3.

La democrazia diretta presuppone che ci siano persone dedite 100% a questo mestiere. E se tutto un Paese fosse di politici, il PIL chi lo produrrebbe? Gesù è già occupato in questioni ben più gravi. Nonostante questo semplicissimo assunto di base, che mia nipote di 7 anni capirebbe all’istante, tantissimi movimenti politici fanno della democrazia diretta la loro bandiera. Di fatto, è una bandiera dell’ISIS, che mozza la testa alla democrazia stessa.

Le ragioni per cui si indice un referendum sono varie. Alcune sono legittime, altre sono pretestuose. Ma in tutti i casi rappresenta un FALLIMENTO del sistema democratico. Se io ti delego il potere di decidere, perché torni da me? Se chiamo un idraulico per riparare il lavandino, non è che l’idraulico mi chiede di ripararlo io. Suvvia, mi sembra una logica così stringente che quasi mi sento di offendere chi legge.

Ed è per questo che trovo DEPLOREVOLE il referendum indetto da Tsipras per Domenica prossima. E’ l’ennesimo stratagemma di una politica senza coglioni, che demanda al popolo una responsabilità che il popolo stesso gli ha delegato. E’ un modo per chiamarsi fuori da ogni responsabilità, dal pagare qualsiasi conseguenza delle proprie azioni. E si finisce schiavi della pressione della diretta TV che spinge per azioni eclatanti, che riempiano i telegiornali.

Non amo che il Paese che ha inventato la parola “Europa” vada fuori dall’Unione Europea. E’ una sconfitta totale dell’idea stessa per cui questo progetto nacque. E mi fa male vedere come sia l’ennesimo comunista fuori tempo massimo a generare questo dramma culturale, politico ed economico.

Se la gente greca vorrà questo, si metterà nelle mani del fascista Putin, con il quale il comunista Alexis Tsipras sembra vada molto d’accordo. La storia si ripete. Gli “ismi” sono tutti uguali, e non finiranno mai di distruggere la vita delle persone comuni.

Gossip Pirl?

Chi segue la politica in Italia non puo’ che porsi un quesito: m’interesso di Politica o di politici? Qui, i gossip di partito si mescolano a manovre finanziarie e riforme istituzionali. Si passa dal litigio tra Bossi e Maroni, all’eventualita’ che il governo imponga una censura alla liberta’ di stampa. Come se le due faccende rivestissero la stessa importanza per la nazione.

Perche’? Sarei tentato nel dare la risposta più semplice: siamo un popolo che non si fa i cazzi suoi. Il gossip e’ il sale della nostra vita dai tempi di Petronio. Eppure, c’e’ di più. L’attaccamento morboso alla tettonica a zolle dei partiti vive su una speranza di fondo: che si arrivi alla formula perfetta, all’alleanza che permetta ai politici di cambiare davvero questo stanco e vecchio Paese.

Non si spiega altrimenti il successo delle Primarie. Perche’ prender parte con entusiasmo al rito interno ad una “coalizione” strafritta come quella della sinistra? Perche’ siamo il Paese occidentale con la più alta partecipazione alle elezioni? Perche’ ai referendum vanno a votare il 60% dei cittadini? Perche’ i talk show politici sono i programmi TV più seguiti?

Sono tutti segnali di speranza lanciati ai politici. Speriamo che cosi si accorgano del popolo, delle sue esigenze, dei suoi bisogni. Che trovino il modo di superare divisioni fittizie. Per dedicarsi finalmente a chi li ha votati, a chi paga il loro stipendio. Noi italiani siamo dei bambini che cercano disperatamente l’attenzione dei genitori, e cerchiamo qualsiasi scusa pur di farci sentire.

Ma facciano attenzione i politici. Prima o poi, i bambini trascurati si ribellano ai genitori inadempienti. E quando diventano adulti, fanno di tutto per disfarsene. L’antipolitica grillina non e’ che l’inizio di questa tendenza; non possiamo lasciare che prenda il sopravvento. Il popolo italiano e’ pronto. La tripletta elettorale appena passata lo ha dimostrato.

Che aspettano i politici a prenderne atto? Dobbiamo fargli un disegnino o questa volta ci arriveranno da soli? Incrociamo le dita. Ma mai le braccia! Partecipazione, sempre e comunque.

L’Italia s’e’ desta!

Bimbi, oggi facciamo un po’ di matematica. Quanto fa il 95% di 57%? 54,15%! E quanto fa 3 sconfitte schiaccianti su 3? Disfatta, catastrofe, Waterloo. Il Governo si ritiri all’isola d’Elba e non faccia più ritorno. I referendum su acqua e nucleare non avevano colore politico. Ma il quesito sul legittimo impedimento non ha che un destinatario, Berlusconi, non ha che un messaggio, via subito dalla poltrona. SI TORNI alle URNE, subito.

Parliamo di utopia. Il Governo non lascera’ mai il potere prima della sua naturale scadenza, nel 2013. Silvio comprera’ altri Responsabili a prezzi rialzati. Neanche alla Lega, l’unica a poter dare la spallata, conviene il voto anticipato; abbaiera’, ma tornera’ nei ranghi. Annunceranno riforma fiscale e nuovo piano di rilancio dell’economia. Ma gl’italiani non ci cascheranno più: più rimarra’ al governo Berlusconi, più si cuocera’ con la sua stessa acqua.

La Sinistra adesso stia attenta. Non ha vinto, ha solo perso la destra. Deve ancora dimostrare di saper governare: le citta’ appena conquistate devono essere il volano di credibilita’ a livello nazionale. S’indicano subito tavolo di discussione per alleanza, e data delle primarie di coalizione. Che si sfidino Vendola e Bersani. Apertamente, senza chiudersi nel Loft del Circo Massimo.

E che prendano spunto proprio dal Popolo del Circo Massimo. Un milione di persone che sabato scorso ha acclamato una cantante americana che ha parlato di Diversita’ come ricchezza, e di Uguaglianza dei diritti come obbligo morale per un Paese civile. Quella immensa folla anticipava la richiesta dei 23 milioni di votanti ai referendum.

Perche’ tutti vogliamo un Paese Civile, Libero, Giusto, Coraggioso. Un Paese di cui andare orgogliosi.

L’Italia s’e’ desta. E sara’ impossibile tornare indietro.

La Primavera Italiana

Il vento del Nord e’ cambiato. O forse, e’ un vento del Sud, dall’Africa, dal mondo arabo. I giovani, Internet, e il cambiamento hanno travolto anche il nostro Vecchio, che non potra’ più coprire i segni della disfatta col Cerone.

Il Ventennio fascio-catodico e’ terminato, anche se faranno di tutto pur di tenerlo in vita con idratazione forzata. Perde il Vecchio, ma perdono anche le sue stampelle, il PDL ed il PD. Sarebbe da miopi attestare la vittoria al centrosinistra, o anche all’anti-politica di Grillo.

Ieri hanno perso i politici (tutti), ed ha vinto la Politica con la P maiuscola, la Polis, le ragioni del bene comune, della civilta’, della grinta moderata, dell’apertura al mondo. E’ finita la rappresentazione grottesca di una nazione impaurita da zingari, gay e terroristi.

Una campagna elettorale iniziata con lo slogan “For da i ball” finisce con un popolo che le palle le ha cacciate fuori. La battaglia e’ vinta, ma la guerra non ancora. Concentriamoci sui referendum del 12 e 13 giugno. Nucleare, acqua, legalita’: non possiamo tirarci indietro.

E subito dopo, si indicano le primarie, che dovranno incoronare il portavoce del Movimento. I partiti siano al suo servizio. Mai più leader carismatici, mai più miracoli o leggi straordinarie.

Che questo vento gentile e non-violento spazzi via l’Inverno del Potere.

E’ l’ora della Primavera Italiana!

Boccata d’aria

Non voglio illudermi, ma la domanda resta: cosa sta succedendo in Italia tutto all’improvviso? Quattro eventi, quattro presagi positivi. Un milione e mezzo di firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Retromarcia del Governo sul ddl intercettazioni. L’Italia dei Valori propone la contromanovra che non colpisce le classi medie. La prima coppia lesbica riconosciuta nel comune di Torino.

E in un solo giorno, ho intravisto l’Italia dei diritti contrapposta a quella dei “dritti”, dei furbetti e delle cricche. Un Italia che non sposa la logica del profitto a tutti i costi, che comprende il bene necessario della liberta’ di stampa, che non colpisce solo i poveri e che dice no alle discriminazioni sessuali. Un’Italia laica, corretta, umana. E’ l’Italia che vorremmo ogni giorno della nostra vita, perche’ ce la meritiamo tutta.

Non dimentico la triste realta’, che e’ ancora greve e passatista. Ma lasciatemi gustare questo momento di modernita’ inaspettata.

Ps riguardo il post precedente, oggi Metro ha pubblicato lettere riparatorie allo scempio discriminatorio pubblicato ieri. Anche questa e’ un’ottima notizia.

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