Che un bimbaminkia finga di esser stata stuprata da un rom, per poi scatenare incendi nel campo nomadi, per poi smentire e chiedere scusa sembra la scena madre di CentoVetrine. Eppure, e’ successo a Torino, una citta’ del Nord, che dovrebbe essere l’avanguardia del Paese. Cazzate.
La povera cerebrolesa non voleva ammettere di aver perso la verginita’ (con un rom, pensa te!). Cosi ha inventato la storia dello stupro con amici e parenti. Che le hanno subito creduto, organizzando una fiaccolata di protesta. Nessuno ha mai pensato che alla ragazzina piacesse davvero il cazzo dell’immigrato, che avesse snobbato i fighetti torinesi con impotenza precoce da benessere inoculato endovena. Eppure, cosi e’ stato.
Nella vicenda la parte più grottesca e’ la facilita’ con cui si crede ad una demente, passando subito all’azione punitiva contro una comunita’ straniera. Processi sommari, leggi marziali, Lega Nord, Celodurismo e Uomini&Donne: questa e’ la melma protoculturale in cui sguazza il profondo nord post-industriale. Che scopre la crisi, perde la sua presunta supremazia, e si trasforma in tribu’ celtica senza arte ne’ parte.
Non sono più sorpreso da queste digressioni neoprimitive. Vent’anni di berluscobossismo non si cancellano con un governo tecnico. Servono almeno altri vent’anni di purificazione, di derattizzazione della democrazia. E dio sa quante ratti, o zoccole, la infestino ancora.
Vive l’Italie!
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