Una persona molto cara mi ha regalato il best seller di Muriel Barbery, L’eleganza del riccio. E non sapete quanto mi dispiace doverlo stroncare, però quando ci vuole, ci vuole.
Ufficialmente, è la storia di una portinaia che fa finta di essere scema quando invece è una coltissima apprezzatrice dell’arte e di una bambina suicida, troppo intelligente per la sua età – anche lei finge di essere totalmente scema. Entrambe decidono l’anonimato, per non essere disturbate, per rimanere invisibili. Sempre ufficialmente, dovrei dirvi che la portinaia rappresenta EROS, mentre la ragazzina THANATOS. Questo gioco dei ruoli si ribalta drammaticamente solo nel finale (che è l’unica cosa che si salva dell’intero romanzo).
Finita la parte ufficiale, posso darvi la mia analisi reale: il libro è un trastullo pseudointellettuale di una ricca professoressa di filosofia in un’università di provincia francese. L’impianto della trama potrebbe essere credibile, ma è la rappresentazione dei personaggi ad irritare non poco. Digressioni filosofiche, artistiche, morali, e concettuale a iosa; una scrittura pesante quanto un Big Mac con doppia dose di cipolle; un’ironia presente come la scarlattina: a macchie; e soprattutto l’assenza totale di una REALE definizione della psicologia dei personaggi. E’ come se l’autrice parlasse in prima persona, volendoci far credere che sia una portinaia a scrivere solo perchè scrive “Sono una portinaia” – però poi parla come Seneca.
Il voto è pessimo, e si può tranquillamente saltare dalle prime 20 pagine alle ultime 20 senza perdere neanche una virgola di senso. Save your time, guys. Leggete altro.
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Leggere altro?
No, io ora leggerò le prime venti pagine e le ultime 20, come da tua indicazione, e potrò presenziare i salotti che contano snocciolando anche L’Eleganza del Riccio fra le mie letture… 🙂
fortunatamente vengo preso, da qualche tempo in qua, da abbiocchi comatosi appena, verso l’una vado in branda e allora il libro che sto – ah ah ah – tentando di leggere possa farmi riflettere sul bene e sul male della Terra. Si intitola: “Un posto nel mondo” dell’esimio (molto simpatico e piacione) Fabio Volo. E qui finisce la recensione, avrebbe potuto scriverlo chiunque, facendo attenzione alla punteggiatura, persino io.
Su FB ti ho lodato, non farmene pentire, almeno fai finta di essere arrossito!
ciao
Alex
insomma, una pippona intellettuale poco soddisfacente?
Fra, mi sembra sensato…ma almeno non comprarlo..rubalo, scaricalo, fattelo riciclare da altri…ma non spendere i soldi
Alex, sono totalmente arrossito, inside. E’ difficile essere a colori RGB su FB…but anyway, fabio volo ha un successo inspiegabile come il seno di carmen di pietro.
Dandy, si, decisamente…una lezione di filosofia intortata in maniera simil-amelie poulain…bleah, puah puah
L’ho scampato fino ad ora perche’ avevo la medianica sensazione che fosse una sola (come si dice a Roma). Ora che ti ho letto, mi stringo la mano da sola per la decisione presa. Grazie.
grazie x la fiducia laura, ora inizio “così giovane e gia’ ebreo”…vado sul sicuro
Sono d’accordissimo!
Anch’io l’ho letto e mi è venuta la nausea.
Unica positiva: le ultime pagine! Lì è salito un pò di livello.
ciao saretta..si è vero, il finale è meglio..però cmq il bilancio finale è nettamente negativo.