Ho sempre odiato la parola “TOLLERANZA”. Perché implica ci sia qualcuno che tollera qualcun altro dall’alto di una non specificata superiorità morale. Di solito, chi ti “tollera”, vorrebbe metterti al rogo o fare di te una saponetta. Non ho paura a dirlo. In questi giorni di feroce campagna elettorale, ho scoperto parecchi “tolleranti” che hanno cacciato fuori la merda: offese su offese omofobe e antisemite. Come se le tenessero dentro da anni e non vedessero l’ora di mandarle in libera uscita. Sono rimasto sorpreso, ammetto.
Certe persone si nascondono molto bene. Anni ed anni di indottrinamento perbenista li ha resi invisibili ai radar dell’accettazione sociale. E pure a me, che ho sempre creduto di esser circondato da gente libera da certe stronzate del secolo passato. Ed invece scopri insospettabili figuri che magari – ora dubito – hanno la collezione dei piatti del Fuhrer a casa. Gente che ha così tante issue infantili non risolte, che dovrebbe tornare all’asilo e ricominciare tutto daccapo.
Pazienza. Mi spiace per voi, davvero tanto. Perché la vita è così breve che sul letto di morte vi vorrete sputare in faccia per aver perso tempo dietro a certe stronzate. Il tempo per odiare lo potevate impiegare per amare. Ma forse è chiedere troppo alle vostre piccole casse craniche.
E da fottuto ebreo e frocio di merda (come mi avete simpaticamente apostrofato), ho solo un’arma: la risata. Che vi sbatto in faccia. Perché – come diceva Chaplin: “un giorno senza sorridere è un giorno sprecato”.
Buona vita!
Ps il mio pensiero va alle vittime dell’attacco al museo ebraico di Bruxelles. A voi dedico questo post.
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