Violenze et al.

Abito vicino al parco della Caffarella a Roma – e l’idea che avrei potuto anche io essere stuprato da un rumeno mi spaventa. Ovvio, se fosse stato un italiano, sarebbe stata invece un’esperienza magnifica, non credete? Il problema sarà pure la certezza della pena, ma il pene è sempre certissimo.

Oppure, pensate che violenza su quel pover san Saviano da Gomorra che – avendo esaurito la vena narrativo-fabulistica sui mafiabook – si  è dovuto dare al calcio scrivendo di Messi, il calciatore argentino che gioca nel Napoli.

Oppure, considerate D’Alema – il poverino deve fare da eminenza grigia ogni volta, quando vorrebbe fare la primadonna assoluta. Stavolta, appoggia BERSANI alla segreteria del PD.  “Con lui alle europee, la gente più vicina al PD” – non ha capito che si avvicinano per sputare meglio in faccia a tutti e due.

L’unico non violentato di recente è mr-gita-a-telese-con-l’aereo-di-stato Mastella – che si candiderà tra le fila del PDL alle prossime europee. Fioccano i gruppi di protesta su Facebook, mentre lui imperterrito continua la sua lotta contro l’invisibilità mediatica. Non credo che per lui sia stata una gran violenza candidarsi tra degli ultrareazionari, cattolici, xenofobi e nazionalisti. Ci è nato in mezzo.

Tutti, ma proprio tutti siamo violentati ogni giorno. Esistono violenze plateali, ma anche quelle striscianti – che ti logorano giorno dopo giorno e di cui non puoi lamentarti con nessuno se non con te stesso. “Di che ti lamenti? Hai tutto nella vita”. E quando ti dicono così, ti senti come quella ragazzina della Caffarella: a subire uno scambio orale non desiderato.