Naufragio Universale

Diciamocelo, il 2016 è stato un anno di merda.
Trump, Brexit, Morti dovunque che manco un film di Romero, Referendum, MPS, Terremoti vari ed eventuali. Non abbiamo avuto pace, con una buonissima pace dei giornalisti che hanno saputo come riempire tg e testate. Siamo sopraffatti, alterati, e queste ferie natalizie – per chi le ha fatte – sono state corroboranti.
Si riparte alla grande. Con le stesse merdate che ci ha lasciato il 2016, ma con una consapevolezza in più: il suffraggio universale ha fallito su tutta la linea. E non perché abbiano vinto spinte populiste radical-trash, o perché la gente creda a qualsiasi minchiata “lo dice Facebook”. No. La verità è che siamo nell’epoca del tarallucci e vino. Non capisci una cosa? ‘Sti cazzi! Vota dove ti dice lo stomaco. E ciaone.
Ho una proposta. Accesso al voto solo previo test di cultura civica. Devi conoscere la Costituzione prima di poter votare. Punto. Mi sembra il minimo sindacale. Devi leggere le istruzioni di Billy prima di dire che Ikea fa dei mobili di merda. Non è un’idea pop, mi rendo conto. Ma è l’unica fattibile per un Occidente che sta andando in malora, ed è dir poco.
Certo, mi direte: per studiare la Costituzione servono tempo e soldi. Che si inserisca tra le materie obbligatorie sin dalle elementari, e via!
Lo si faccia rapidamente. Prima che questo suffraggio non si trasformi in un naufragio universale.

Non ne parliamo più

Ogni volta che vi sentirò dire “non ho nessun problema con i gay, ma…” sappiate che mi alzo e vi lascio parlare da soli. Non esistono vie di mezzo. O credete che un omosessuale sia una persona NORMALE e quindi nessun MA, oppure siamo malati e pervertiti. O credete che dobbiamo avere tutti gli stessi diritti oppure nessun accordo al ribasso. Non sono privilegi, SONO DIRITTI. Non possiamo continuare in questo gioco melmoso di perbenismo di facciata. ABBIATE LE PALLE. Ditemi in faccia: FAI SCHIFO, NON MERITI DI ESISTERE, DI AVERE UNA VITA FELICE, DI AVERE UNA FAMIGLIA. Oppure, lottate perché io sia uguale a voi anche davanti allo Stato. IN TUTTO E PER TUTTO.

Dopo l’estrema delusione in cui mi ha gettato la vicenda delle Unioni Civili, non parlerò più di quest’argomento. Mi vedrete qui, ma non ci sarò più con la testa. Ormai io penso ad altri lidi, non ho più dubbi. Non appartengo ad un paese che mi odia. Mi spiace.

Diritto al rutto libero

Tutti scandalizzati da Sarri che ha dato del “frocio” a Mancini. Posto che non ho assolutamente idea di chi siano queste persone, dirò una cosa che mi farà odiare dai miei amici attivisti gay (l’ennesima): ma chi se ne frega?

Sono il primo ad aver accusato Tavecchio di razzismo, omofobia e quant’altro, ma in quel caso era un discorso pubblico, non un’incazzatura vomitata lì sul momento! Vi prego: se non possiamo manco più esplodere con un’offesa oscena in nome di un perbenismo di facciata, tanto vale morire qui e adesso.

Ora mi direte: in realtà, in un paese civile a nessuno verrebbe in mente un’offesa del genere. FALSO. FALSISSIMO. Ci ho vissuto all’estero, e pensano le stesse identiche cose, solo che sono più FURBI ed evitano in pubblico certe esternazioni. Personalmente, quando capita ad un amico che dica “ma guarda quel frocio…” (magari ad uno che gli ha appena tagliato la strada) e poi mi chiede scusa, io gli rispondo: “scusa di che? io sono frocio! Se ti dico che hai capelli ricci ti offendi?”.

I miei amici attivisti glbt dovrebbero imparare a sdrammatizzare e a non prendersela sulle cose inutili, come il boicotaggio ai film di Zalone o amenità di pari stupidità. Pensate alle cose serie, e lasciate tutti noi* ruttare liberamente!

*si, dico “noi”, perché io  da gay non c’entro niente con questa gente, e ne vado fiero.

Colonia, eau de merdacce

Quanto successo a Colonia è surreale, ancor prima che abominevole. Mille immigrati impazziti che molestano cento donne in giro per la città. Mi feriscono e colpiscono una serie di aspetti, che riassumo in quattro punti.

  • Il luogo. Colonia è il luogo dell’inclusione tedesca. Il suo sindaco fu accoltellata dagli xenofobi per le sue aperture agl’immigrati.
  • Il rapporto vittima/carnefice. Dieci uomini per ogni donna. La logica del branco dimostra la debolezza di questi criminali, manco in grado di effettuare un reato da soli.
  • Il ritardo nell’ufficializzare la notizia. Nella precisa Germania (che ormai tanto precisa non è più), attendono svariati giorni prima di rendere pubblica la notizia. Forse avevano dato poca importanza alla cosa, forse non se ne sono proprio resi conto?
  • Momento storico. Diversi paesi europei, tra cui la stessa Germania, hanno sospeso Schengen, per far fronte all’emergenza immigrati. Ed è ironicamente tragico quanto questo fatto dimostri la totale inutilità di certe misure.

Chiaramente, tutti i puristi della razza ariana saranno felicissimi di utilizzare questo esempio come dimostrazione della tesi: chiudiamoci tutti in casa e non facciamo passare lo straniero. Tale tesi, manco a dirlo, ha la validità di una supposta per curare il cancro. Farebbe tanto male quanto sarebbe inutile. E come sempre, mi fa ridere che si cerchi sempre di spostare il problema, invece di guardare in faccia al nocciolo della questione: la sicurezza interna dei nostri paesi.

Tu puoi anche far entrare un solo immigrato, ma se poi non lo controlli adeguatamente, nel caso fortuito sia un criminale, lui delinquerà. E’ la sua natura, non gli hanno insegnato altro. Mi dispiace dirvelo, cari amici xenofobi, ma è così: la colpa è vostra se succedono questi episodi. L’opinione pubblica ed il Governo vanno spronati a prendere decisioni rilevanti, e non a prendere misure da Bar Sport.

L’Europa sta dimostrando una debolezza senza fine in moltissimi argomenti. Mi attendo dai paesi teutonici un minimo di progresso rispetto a certe tematiche. Se pure loro tornano indietro, stiamo messi davvero male.

Non sopporto Ilaria Cucchi

Odiatemi, ma io lo devo dire. NON SOPPORTO ILARIA CUCCHI, o dovrei chiamarla CUCCHIARINI, per quanto è presente in TV e nei social.

Ciò è successo a suo fratello è tremendo. Va trovata una verità, per quanto giudiziaria, lo dobbiamo a noi stessi, alle nostre istituzioni. Però permettetemi di esprimere un ragionevole dubbio sui parenti delle vittime che monopolizzano i notiziari e i talk show. Dimostrano una tale freddezza nell’esprimere il loro dolore che mi agghiaccia quanto un Adinolfi in costume.

D’accordo, ognuno esprime il cordoglio come vuole, non tutti dobbiamo chiuderci a recitare il rosario con il soundtrack di Bergoglio in sottofondo, però è la modalità ad insospettirmi. Tanto studio del make up visivo e morale, della cosa giusta da dire per risultare credibili ed equilibrati, dei vestiti da indossare, e dalla posa da assumere.

Non so quanto tutto questo abbia a che fare con il dolore, o ci sia solo egocentrismo alla base. Badate bene: anche questo sarebbe più che legittimo, purché lo si dichiari apertamente. Ecco, la cosa che meno sopporto è il passaggio da vittima a guru spirituale. Non lo reggo.

Perché se è così, allora Wanna Marchi non andava messa in carcere. In fondo, ditemi la differenza tra vendere alghe magiche e lacrime di coccodrillo.

Maria, sindaco d’Italia

Bella storia le prossime amministrative. A Milano, non saprei chi votare. Sala mi sembra l’ennesimo uomo-simbolo senza contenuto, un cubista della politica. Gli altri due sono burocrati-grigi, dei Casper delle amministrative. Se fossi di destra poi, mi trasferirei a Lugano pur di non votare Sallusti. A Roma, stessa situazione. Nessuno si è ufficialmente candidato. Nell’Urbe il PD si è smaterializzato, roba che Lilly Gruber a OttoeMezzo sembra meno eterea con tutte quei fari in faccia. Inoltre, l’idea di avere Marchini (Ridge de noiartri), Meloni (Sora Lella Jr) o Di Battista (Il Nulla della Storia Infinita) come sindaco mi agghiaccia almeno quanto inserire il pisello in una presa elettrica. Non so come ne usciremo, ma io ho una soluzione: mettiamo Maria De Filippi a governare tutte le città d’Italia. Meglio un genio del male, che gente mal assortita.

Au contraire

A tutti capitano i giorni storti. Giorni in cui tutto sembra andare al contrario. Il problema è quando ogni giorno è così, e per il nostro paese sembra proprio una condanna a vita. Se penso agli eventi degli ultimissimi giorni, sono leggermente basito.

  1. L’Italia cresce dello 0,2%, più della Francia: invece di rallegrarsene, i politici attaccano il governo. Che poi è come se una donna s’incazzasse col marito impotente perché ha avuto la sua prima erezione dopo anni. Hai voglia a rialzarlo un’altra volta.
  2. La donna che ha riempito di acido il suo ex ha partorito e le viene subito levato il bimbo. Gl’italiani scandalizzati, “povero bimbo“. Certo, non sia mai le rimanesse qualche dose di acido da usare sul neonato. Che spreco!
  3. La Chiesa è per accogliere quei disgraziati degl’immigrati: i politici indignati “libera Chiesa in libero Stato!”. La Chiesa è contro l’amore omosessuale: i politici l’appoggiano “Ha ragione la Chiesa!”. Ricapitolando, la logica è: se si tratta di accogliere immigrati, la Chiesta è una merda, ma se si tratta di amore non eterosessuale, la Chiesa ha ragione.

Queste sono solo tre notizie, che ci fanno capire come tutto in questo paese funzioni al contrario. Tutto. La gente s’indigna per le cose sbagliate, si focalizza più sulla divisione che sull’unità, e si cerca lo scontro ideologico pure alla fila del fast food. Siamo tra i paesi con maggiori cellulari pro-capite. C’è chi pensa: siamo italiani, ci piace comunicare. Io ho un dubbio: i telefonini hanno così successo, perché ci chiudono in un’isola tutta nostra. Dove l’altro non rompe le balle, basta mettere in modalità aereo.

Ed è proprio così che ormai ci muoviamo come nazione, in costante modalità aereo.

Peccato che così non ci stiamo rendendo conto dello schianto.

Aspè dale

Adoro andare negli ospedali. Almeno quanto amerei stare in una vasca da bagno con ricci di mare nel culo. Io passo la vita a preoccuparmi dei centimetri dei miei muscoli, e per me stare male significa non essere cresciuto di massa in un mese. Poi arrivi qui, e ti senti cosi piccolo, ma cosi microscopico, che vorresti vederti tutti i film di Bigas Luna per punizione. In binge-watching.
Dopo i primi momenti di sconforto, inizia un momento di lucidità mentale, ed osservo lucidamente la fauna che mi circonda. Variegata, avariata e vagheggiante, ma tutta accomunata da una sola grande E: egoismo. Tutti sono chiusi nel loro dolore, si litigano per un numeretto della fila, si guardano in cagnesco, si odiano. Una immensa guerra tra poveri, dove il dividi et impera spopola, e la legge del taglione è per beginners.
É triste vedere a cosa ci riduciamo quando soffriamo. Torniamo bestie allo stato brado. Rancorosi e senza alcuna morale. E i sacerdoti di questa religione del guarisci-me-per-primo sono i dottori. Che si crogiolano nel loro potere mondano, come piccoli buddha illuminati dal neon.

No, non mi piacciono gli ospedali. E con tutta onestà, spero di morire ben prima di ridurmi ad una carcassa deambulante senza arte nè parte.

Mosca TsiTsi(pras)

L’avevo detto. E godo a poterlo dire a ragion veduta. Tsipras è un codardo senza palle. Ha usato il popolo per non prendere una decisione in autonomia. E quando il popolo l’ha seguito, votando NO alle misure di austerità volute dalla UE, si è piegato a NOVANTA GRADI a richieste ancora più dure. E’ successo ieri, ed ora tutti i pro Tsipras – tanti fecondi di elogi nei giorni passati – sono inspiegabilmente in silenzio stampa. Mi fanno pena.

Il populismo – che sia di destra o di sinistra – porta solo danni alla gente comune. Come si può pensare di NON PAGARE UN DEBITO? L’economia si basa sulla fiducia, se questa valuta perde valore, crolla tutto il sistema. Ma quanto mi fa più rabbia sono proprio gli italiani che sostenevano questo lestofante comunista in salsa tzatziki.  Questi signori lo sanno che la Grecia ci deve 35 miliardi? Questi signori sanno cosa potremmo farci con questi soldi? Altro che 80 euro!

Non amo la Merkel, sta distruggendo il sogno di Europa Unita, riducendola ad una poltiglia di clausole vessatorie da ragionieri con l’ossessione del controllo. L’Europa dei commercialisti, e non dei popoli. Mi viene il vomito a pensarci. Eppure questa volta ha avuto ragione la Cancelliera. Volente o nolente, ha difeso tutti noi europei contro un indebito colpo di stato mascherato da democrazia diretta.

Mi spiace per i Greci. Ma ora tocca pagare tutto. Fate le riforme, a testa bassa. Come tutti noi. La mosca TsiTsipras è stata schiacciata. Non avete più scuse.

Democrazia (in) diretta

La più grande BALLA della storia umana è la democrazia diretta. Un’idea che poteva andare bene per le polis greche (e non era democrazia plebiscitaria), ma non per gli Stati moderni. Non dico che “tecnicamente” non si possa fare; ormai con Internet puoi anche gestire una compagnia di miliardi di dollari con il cellulare, mentre bevi un cocktail sulla spiaggia di Ipanema. La questione è più politica che altro.

Da sempre, il modello della democrazia rappresentativa è la meno peggio che esista. La ragione è semplice. Ogni decisione non si può basare sulla semplice preferenza di un’opzione piuttosto che un’altra. Ogni legge è frutto di compromesso e discussione. Non si può assolutamente derogare questo punto, altrimenti è DITTATURA dei Fatti Nostri. Scelga la busta 1 , 2 o 3.

La democrazia diretta presuppone che ci siano persone dedite 100% a questo mestiere. E se tutto un Paese fosse di politici, il PIL chi lo produrrebbe? Gesù è già occupato in questioni ben più gravi. Nonostante questo semplicissimo assunto di base, che mia nipote di 7 anni capirebbe all’istante, tantissimi movimenti politici fanno della democrazia diretta la loro bandiera. Di fatto, è una bandiera dell’ISIS, che mozza la testa alla democrazia stessa.

Le ragioni per cui si indice un referendum sono varie. Alcune sono legittime, altre sono pretestuose. Ma in tutti i casi rappresenta un FALLIMENTO del sistema democratico. Se io ti delego il potere di decidere, perché torni da me? Se chiamo un idraulico per riparare il lavandino, non è che l’idraulico mi chiede di ripararlo io. Suvvia, mi sembra una logica così stringente che quasi mi sento di offendere chi legge.

Ed è per questo che trovo DEPLOREVOLE il referendum indetto da Tsipras per Domenica prossima. E’ l’ennesimo stratagemma di una politica senza coglioni, che demanda al popolo una responsabilità che il popolo stesso gli ha delegato. E’ un modo per chiamarsi fuori da ogni responsabilità, dal pagare qualsiasi conseguenza delle proprie azioni. E si finisce schiavi della pressione della diretta TV che spinge per azioni eclatanti, che riempiano i telegiornali.

Non amo che il Paese che ha inventato la parola “Europa” vada fuori dall’Unione Europea. E’ una sconfitta totale dell’idea stessa per cui questo progetto nacque. E mi fa male vedere come sia l’ennesimo comunista fuori tempo massimo a generare questo dramma culturale, politico ed economico.

Se la gente greca vorrà questo, si metterà nelle mani del fascista Putin, con il quale il comunista Alexis Tsipras sembra vada molto d’accordo. La storia si ripete. Gli “ismi” sono tutti uguali, e non finiranno mai di distruggere la vita delle persone comuni.