Light identity

 

Mattia Pascal dovrebbe bloccare l’account Facebook per sparire dalla circolazione oggi giorno.

Se vuoi cancellare il tuo passato, formatta il pc, formatta la rubrica telefonica, blocca i profili sui social network, chiudi l’email, cancella i messaggi dal cellulare, cancella tutte le chiamate in entrata ed uscita. Il gioco e’ fatto: non sei più nessuno. Certo, sei ancora registrato all’anagrafe, hai ancora i tuoi documenti, ma da tempo quelli non servono più ad attestare l’identita’: sono simulacri del passato. Un versione 1.0 dell’identita’ che fu.

“Digito, ergo sum” e’ la vera rivoluzione copernicana dell’ultimo decennio.

Questa prospettiva affascina, ma e’ tremendamente incerta. La nostra essenza di cittadini, di attori sociali non e’ relegata ai polverosi archivi di un Ufficio Pubblico. E’ in mano a network ed aziende private. Sono snelle, rapide, cool. Ma il rischio di volatilità e’ altissimo. Si oppongono insomma due mondi: un’identità “pesante”, burocratica, ufficiale ed una “leggera”, dei social network, dell’estemporaneità, e del “qui ed ora”.

Che sia meglio o peggio, conta davvero poco. La realtà è questa: bisogna farci i conti.

Per mia indole, preferisco questo nuovo tipo di identità. Perchè la puoi cambiare, falsificare, rettificare, imbellire, imbruttire, strizzare, photoshoppare. Non bevo e non mi drogo. L’identità è l’unico giochetto che mi piace maneggiare (a parte, altri tipi di giochetti…). So che ha i suoi rischi, ma non m’importa.

Anche un pompino andrebbe fatto con il preservativo.

Ma si campa una volta sola: qualche rischio vale la pena correrlo.

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