Il prossimo non-leader del PD

Vorrei affrontare seriamente la questione del nuovo leader del PD.

Prima di tutto, si potrà chiamare davvero leader? Se guardo il sondaggio di Repubblica.it, vedo ben 20 possibili candidati (e Franceschini – reggente più probabile fino alle prossime primarie – ha solo l’1% dei consensi). Adoro la democrazia, ma non credete che VENTI FOTTUTISSIMI CANDIDATI siano leggermente troppo DEMOCRATICI? E se dovesse uscirne fuori uno solo, come governerebbe? Dovrebbe armarsi di DTT per scacciare gl’insetti e sanguisughe che attenteranno alla sua carica.

Seconda questione: pensano davvero che la gente andrà a votare alle primarie come 2 anni fa? Pensano che nessuno sia rimasto deluso dalla loro totale ed incomprensibile non-presa di posizione su ogni faccenda sia saltata agli onori della cronaca? Mia nonna ha delle idee decisamente più chiare di questi sedicenti politicanti. E comunque, se un leader votato da 4 milioni di persone non è riuscito ad imporsi, come potrebbe pretenderlo chiunque lo segua?

Terza questione: se la massima espressione del Partito democratico in crisi è Franceschini, non oso immaginare cosa produranno in tempi di pace. Franceschini è l’equivalente di un aborto per un leader – è morto prima di nascere.

Neanche stavolta voterò, ho lo stomaco davvero troppo delicato. Ma non si meravigliassero se Di Pietro aumenterà ancora di più la sua percentuale di consensi. Perchè il PD – anche se non ama dirselo – necessita esattamente di un Di Pietro e non dell’ennesima copia protoforme di Berlusconi in versione light/loft/cool/trendy/blair-anni-90.

Lascia un commento