Bersani must go home

Noi del PD siamo vecchi. Non ancora sepolti, ma godiamo nel vedere la bara aperta. Non mi spiego in altro modo la votazione dell’assemblea Pd di ieri sera. Il 67% dei grandi elettori hanno scelto Marini come candidato alla Presidenza della Repubblica. Subito si consuma il dramma, la perpetua cupio dividendi del centrosinistra italiano. I renziani (e non solo) protestano e minacciano di votare Rodotà, candidato M5S.

Il Pdl gongola, perché é stato Silvio a dare il beneplacido alla candidatura, dimostrando per l’ennesima volta il suo acume politico. Da questa operazione lui ne uscirá vincente da qualsiasi punto di vista: ai suoi deputati, potrá dire di aver imposto la linea al Pd; ai suoi elettorali si venderà come lo Statista che ha fatto andare avanti un avversario per senso di responsabilità. Ma gongola anche Beppe, che sfrutterà questa operazione come l’ennesimo giochetto della vecchia politica.

Bersani ha commesso un errore fatale. Non ha capito che è stato l’unico a pensare al candidato ideale, gli altri stavano facendo campagna elettorale. E sono riusciti pienamente a metterlo nel sacco, magari con la vana illusione che un Presidente PD favorirà la nascita di un governo di minoranza di centrosinostra. Quest’ultimo pensiero mi fa venire i brividi fino al culo.

Ho votato Bersani, ma dal giorno dopo la sconfitta, ho chiesto le sue dimissioni da segretario, come si sarebbe fatto in qualsiasi partito di una democrazia moderna, ma m’illudevo anche io: la nostra è solo un gerontocrazia. Che sotto le mentite spoglie della responsabilitá cerca solo la preservazione della (sua) specie.

Tristezza infinita.

Berlusconi è un tumore

Berlusconi ieri ha avuto uno delle sue solite vampate da menopausa. Una conferenza stampa delirante, resa particolarmente interessante da un giornalista de El Pais che gli ha chiesto se non pensasse che il barigate non avesse incrinato l’immagine dell’Italia all’estero.

Apriti cielo: UNA DOMANDA VERA, ma come cazzo si e’ permesso ‘sto spagnolo? Non ci bastava La Repubblica e alcune centinaia di giornali mondiali a rompere: ora ci si mette pure El Pais. Il povero Zapatero, al fianco del nostro Premier-donna, non sapeva che dire, si vedeva imbalsamato, rigido.

Frattini parla di una “rete internazionale” contro il suo datore di lavoro e quindi, contro l’Italia. Alcuni questa rete la chiamerebbero DEMOCRAZIA, ed ha ragione Frattini: le democrazie di tutto il mondo vanno contro l’americalatinizzazione a cui sta andando incontro il nostro paese. Stanno cercando di debellare il tumore con il vaccino più potente: la liberta’ di stampa.

Ma come ogni tumore, Berlusconi e’ furbo, e’ difficile da colpire, e non esiste cura indolore per il resto del corpo. L’Italia dovra’ soffrire, e la chemioterapia sara’ lunga. Ma ce la faremo se avremo anche un po’ di culo*. Quello del Veline stavolta non bastera’. Potremmo chiedere aiuto alla Levi’s, che ha annunciato la guerra al “difetto” dei suoi jeans per donna, creando un database di 60 mila culi da tutto il mondo. Obiettivo: creare il jeans femminile perfetto. I Berluscones sono avvertiti: se non basta il nostro, lo compreremo dall’estero il culo che ci serve per cacciarli!

Il silenzio è LORO!

Mi rendo conto che per la labile psiche di Berlusconi (“Denuncio le 10 domande di Repubblica”) e per quella di Tremonti (“Gli economisti ora stiano zitti“) la gente che parla sia una fastidio tremendo. Loro sono come chi si spara 2-3 canne consecutivamente: hanno i sensi così amplificati che persino il ronzio di una zanzara sembra il concerto del Primo Maggio nella stanza affianco.

Ma la democrazia, o meglio, l’illusione che ne esista una, si è sempre basata su due libertà: di espressione e di stampa. Possiamo non essere d’accordo, ma non è un dettaglio: se si accetta la democrazia, si accetta la libera parola e la circolazione d’idee. Un corpo non può fare a meno della circolazione del sangue, e la democrazia non fa eccezione. Non è mica colpa nostra se il massimo della democrazia che concepiscono sia Passaparola.

Certo, il primo ministro ed il ministro dell’Economia hanno obiettivamente tante gatte da pelare (La CEI che annulla gl’inviti a cena per il primo, la crisi economica che incalza per il secondo), però perdere il senso comune è tipico degli squilibrati o di persone non in grado di ricoprire certe cariche.

E’ ora che questi pagliacci si facciano da parte. Riescono a governare solo un paese anestetizzato dal culo delle Veline. Ma quando si tratta di realtà, di vita vera, il culo dovremmo farglielo noi.

Che stiano zitti loro, perchè noi non lo faremo mai!

Il prossimo non-leader del PD

Vorrei affrontare seriamente la questione del nuovo leader del PD.

Prima di tutto, si potrà chiamare davvero leader? Se guardo il sondaggio di Repubblica.it, vedo ben 20 possibili candidati (e Franceschini – reggente più probabile fino alle prossime primarie – ha solo l’1% dei consensi). Adoro la democrazia, ma non credete che VENTI FOTTUTISSIMI CANDIDATI siano leggermente troppo DEMOCRATICI? E se dovesse uscirne fuori uno solo, come governerebbe? Dovrebbe armarsi di DTT per scacciare gl’insetti e sanguisughe che attenteranno alla sua carica.

Seconda questione: pensano davvero che la gente andrà a votare alle primarie come 2 anni fa? Pensano che nessuno sia rimasto deluso dalla loro totale ed incomprensibile non-presa di posizione su ogni faccenda sia saltata agli onori della cronaca? Mia nonna ha delle idee decisamente più chiare di questi sedicenti politicanti. E comunque, se un leader votato da 4 milioni di persone non è riuscito ad imporsi, come potrebbe pretenderlo chiunque lo segua?

Terza questione: se la massima espressione del Partito democratico in crisi è Franceschini, non oso immaginare cosa produranno in tempi di pace. Franceschini è l’equivalente di un aborto per un leader – è morto prima di nascere.

Neanche stavolta voterò, ho lo stomaco davvero troppo delicato. Ma non si meravigliassero se Di Pietro aumenterà ancora di più la sua percentuale di consensi. Perchè il PD – anche se non ama dirselo – necessita esattamente di un Di Pietro e non dell’ennesima copia protoforme di Berlusconi in versione light/loft/cool/trendy/blair-anni-90.

Nobel a Saviano: e perchè non un Oscar?

La situazione sta diventando alquanto ridicola. “La Repubbica” ha indetto una campagna per conferire il Nobel della pace a Saviano. Evidentemente, d’ora in poi, quel quotidiano lo chiamerò “La Repubblica delle Banane“.

Perchè dargli un Nobel per la pace? Perchè ha scritto un libro che NON HA RISOLTO NULLA? O perchè ha INCASSATO i diritti cinematografici per il suo magnifico megaspot alla CAMORRA? Ma perchè non gli diamo anche un OSCAR? Tanto gli somiglia pure ad una statuetta.

Infine, e concludo l’attacco feroce (lo giuro su San Gennaro), ma che altro libro ha scritto? Questo Saviano è peggio dei Jalisse: hanno fatto una sola canzone e c’hanno campato per due anni.

Speriamo sparisca nell’oblio anche lui.

Master and Servant

Berlusconi punta alla Presidenza della Repubblica: “Con la mia storia, perchè no?”

Dopo un comunista, ci mancava proprio una costumista.

Ma sicuramente ce la farà se Veltroni continua a rilasciare dichiarazioni strampalate: “La destra appaga gl’istinti belluini della società”.

1) C***o significa “Belluini”?

2) Ma pensi che la gente normale ti capisca quando parli?

3) Ma soprattutto, tu ti capisci quando parli?

4) E tu quali istinti pensi di appagare, a parte il sonno?

5) La smetti di chiamarla Destra? Si chiama Media, come il dito a cui ti associa la gente.

E mentre Veltrusconi parla d’istinti, il papa li mortifica ribadendo: “No alla pillola anticoncenzionale”. Ormai il solo contraccettivo accettato dalla Chiesa è la faccia di Ratzinger – unica in grado di farti passare la voglia di scopare all’istante.

Ragazzi, che tragedia…tra Veltroni, Berlusconi e il Papa, pare che la vera emergenza rifiuti sia a Roma!

Froci con le Ali

L’Arcigay grida allo scandalo per come è stato trattato il caso dello stewart italiano morto nell’incidente aereo della Spainair. Reazioni ancora più stizzite da parte dei giornali italiani. Prima di esprimere la mia, voglio premettere una cosa: è vero che, solitamente nei media italiani, il frocio o s’infanga o s’insabbia.

Premesso ciò, mi trovo d’accordo con Francesco Merlo quando parla di totale irrilevanza della sessualità rispetto ad una tragedia del genere; lo status maritale dello stewart poteva diventare casus belli solo se fosse morto solo lui (il che avrebbe giustificato un maggior dettaglio sulla sua persona).

Per calmare i gayenti spiriti, invito tutti (gay, etero, bisex, pansex, spandex…) a leggere un bellissimo libro degli anni 70, Porci con le Ali, storia sentimental-sessuale di una coppia di post-68ini in crisi. Un libro che insegna soprattutto a non prendersi troppo sul serio, anche quando si profilano nello sfondo grandi tragedie.

ps questo è trackback ai post di Uguali Amori e Resistere.

Guiness dei Primati

Non sono un esterofilo. Non sono uno di quelli che dicono che all’estero tutto è meglio. L’erba del vicino è sempre più verde, ma anche no. Eppure, che tristezza vedere come si sono svolte le primarie del partito democratico in italia rispetto a quelle del VERO partito democratico americano. Ci sono tante differenze, ma salta all’occhio il modo con cui viene trattato l’argomento dai media. Si è deciso di non fare campagna elettorale in TV, nessun dibattito televisivo. Ma bravi, che scelta coraggiosa, non c’è che dire. Intanto, se guardiamo al sito di un giornaletto qualsiasi, il new york times, il fatto che siano in corso diversi dibattiti tra i candidati al partito democratico permette un’analisi approfondita dei discorsi fatti tra gli stessi.

V’invito a visionare questo sito. Sono esterefatto. E da noi c’erano le domande di Ilvo Diamanti su La Repubblica.

Ma fateci il piacere. Le nostre si chiamavano Primarie perchè partecipavano dei Primati. Ri-di-co-li.